1- FINE DELL’ARTICOLO 18 E MINACCE DI MORTE: MASSIMA ALLERTA PER ELSA FORNERO 2- TORNA AD ALEGGIARE LA PAURA DI ATTENTATI, IL TIMORE DI UN SECONDO MARCO BIAGI 3- GLI ULTIMI EPISODI: UNA SIGNORA MANIFESTA DAVANTI A PALAZZO CHIGI CONTRO LA RIFORMA DEL LAVORO. POI SI FA SCATTARE UNA FOTO CON IL SEGRETARIO DEI COMUNISTI ITALIANI, OLIVIERO DILIBERTO, EX MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NEL GOVERNO D'ALEMA, CON ADDOSSO UNA MAGLIETTA CON SOPRA LA SCRITTA “LA FORNERO AL CIMITERO” 4- SUL BLOG DI BEPPE GRILLO, UNO CHE SI FIRMA “EX OPERAIO” SCRIVE: “CHE CAZZO CI POSSONO FARE QUESTI FIGHETTI VESTITI ARMANI, QUESTI CORROTTI DENTRO, QUESTI DEPUTATINI, QUESTI MAFIOSETTI, MARCI, MARCI, BUONI SOLO A PARLARE, A CIANCIARE, CHE HANNO ROVINATO IL PAESE E ORA RIDONO DI NOI. CI SIAMO ROTTI I COGLIONI E SAREMO POCO EDUCATI CON CHI CI PRENDE PER IL CULO. CE LI MANGEREMO VIVI…”
1- "LA FORNERO AL CIMITERO"
Corriere.it
Una protesta contro la riforma del Lavoro, davanti a Palazzo Chigi. Una maglietta irrispettosa. E un improvvido scatto che, immediatamente, si propaga in rete. à una vera bufera quella che si sta abbattendo sull'ex ministro della Giustizia, Oliviero Diliberto, che martedì ha posato sorridente al fianco di una signora che manifestava indossando una maglietta con lo slogan: «La Fornero al cimitero».
«Sdegno e disgusto» ha espresso oggi il ministro del Lavoro Fornero, nei confronti dell'ex ministro, segretario nazionale del Partito dei comunisti italiani ed ex ministro della Giustizia nel governo D'Alema. E ha aggiunto: «Leggo che un ex ministro della Giustizia ha offerto il suo sorriso partecipe e compiaciuto a fotografi che registravano una manifestazione per la quale lo slogan scelto era: "la Fornero al cimitero"».
E ancora: «Leggo anche che lo stesso ex membro del Parlamento italiano richiamava "norme di civiltà "» riferendosi all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Provo profondo disgusto e sdegno e denuncio l'irresponsabilità di simili comportamenti e non soltanto perchè mi trovo a essere l'oggetto di questi slogan. Un Paese come l'Italia merita politici in grado di interpretare e guidare con equilibrio e senso dello Stato le istanze dei cittadini. Penso che un ex membro del Parlamento italiano non sia legittimato a parlare di "norme di civiltà " quando adotta simili comportamenti. L'ex deputato ritratto in quella fotografia di certo non era degno di nessuno dei ruoli pubblici ricoperti».
L'IMMAGINE - A mettere online per primo l'immagine, il sito www.ilportaborse.it. Che rivela anche che Diliberto si è intrattenuto con le manifestanti, intonando slogan contro Fornero: «L'articolo 18 è una norma di civiltà , è inammissibile intaccarla. Ci aveva provato Berlusconi e non ci era riuscito. Vedrete, signore, non ci riuscirà nemmeno Monti».
LA DIFESA - Immediata la difesa di Diliberto, affidata al sua portavoce e responsabile comunicazione del Pdci, Flavio Arzarello, che ieri era con lui mentre è stata scattata la foto con la maglietta con slogan macabro all'indirizzo del ministro: «Come tutti sanno siamo abituati a condurre le nostre battaglie sul piano politico e a viso aperto, a partire da quella contro il governo e contro le politiche del Ministro Fornero» ma «non vorrei, che qualche messaggio sbagliato e macabro, spostasse l'attenzione dalle sacrosante ragioni dei lavoratori».
Martedì - ha spiegato il portavoce di Diliberto - eravamo lì a protestare a difesa dell'articolo 18 e abbiamo portato la nostra solidarietà ai lavoratori ex Ibm che ci hanno chiamato a gran voce ed esposto il dramma che stanno vivendo. Dopo aver esposto le loro ragioni, i lavoratori hanno voluto fare una foto con Oliviero Diliberto: è evidente che non avevamo minimamente notato lo slogan sulla maglietta».
LE SCUSE - Parole confermate dall'ex ministro: «Vorrei tranquillizzare tutti - ha detto -. Martedì la foto in questione, durante il presidio per l'articolo 18, è stata fatta perché la figlia di quella lavoratrice ha dato un esame all'università con me e ha preso 30». Lo afferma Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, in relazione alla foto dello «scandalo». «à ovvio che non mi ero accorto della maglietta e me ne dispiaccio» aggiunge Diliberto.
2-
Da www.beppegrillo.it
"Ce li mangeremo vivi. Venga questa crisi, bussi, le sarà aperto, non aspettiamo altro. Se necessario butteremo giù il portone. E' già successo nel '43 e succederà ancora e in meglio. Non abbiamo più nulla da perdere, ma ci siamo abituati. Noi. Loro con la puzza sotto il naso non sanno cos'è la vera crisi. Loro devono averne paura. Noi che non abbiamo studiato alla Bocconi, non siamo entrati nello studio di papà o di mammà , non abbiamo leccato il culo per fare carriera in un partito o in ufficio statale.
Nessuno ci ha raccomandati e raccomandazioni non ne abbiamo mai volute. Siamo ancora qui e incazzati il giusto per farvi il culo. Altro che chiedervi la carità o discutere con quel rottame della Fornero dei diritti dei lavoratori. Noi ce li mangeremo vivi. Ci scaldavamo con le palle di carta bagnate, pressate e messe nella stufa. Mangiavamo croste di formaggio scaldate sul ferro.
Non ne ho mai più mangiate di così buone. Il bagno lo facevamo nella tinozza con l'acqua che veniva scaldata sopra la cucina economica. Il cinema era sempre in terza visione e solo una volta al mese. I nostri padri facevano i turni in fabbrica, quando noi dormivamo, loro lavoravano. Una carezza e un "Fai il bravo con la mamma" era l'unico fugace contatto al mattino.
La domenica andavamo fuori città in bicicletta con qualche panino, una gazzosa e una bottiglia di vino rosso. D'estate ci scappava anche un'anguria. Che cazzo ci possono fare questi fighetti vestiti Armani, questi corrotti dentro, questi deputatini, questi mafiosetti, marci, marci, buoni solo a parlare, a cianciare, che hanno rovinato il Paese e ora ridono di noi.
Noi non abbiamo nulla da perdere perché siamo stati abituati a vivere con poco e anche con nulla. Voi perderete tutto tranne la dignità , quella non l'avete mai avuta. Leggevamo il giornale solo la domenica quando lo comprava nostro padre. Non poteva permetterselo gli altri giorni. Era il Corriere della Sera di Pasolini, Montanelli, Buzzati. Uno solo di loro vale più di tutti i giornalai di adesso. Ci siamo rotti i coglioni e saremo poco educati con chi ci prende per il culo. Ce li mangeremo vivi, ben venga la crisi per fare pulizia."
Un ex operaio
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