1- “E’ UNA VERGOGNA ED È CONTRO LA LEGGE ASPETTARE UN PROCESSO IN CARCERE. OGGI SI USA LA CARCERAZIONE PREVENTIVA COME CONDANNA PREVENTIVA, COME FORMA DI TORTURA. IO SONO IN CARCERE PERCHÉ NON DICO DI AVER CORROTTO FORMIGONI” 2- IL CIELLINO ANTONIO SIMONE, A SAN VITTORE DAL 13 APRILE, CI RICORDA CHE SIAMO UN PAESE BARBARO. IN ITALIA QUATTRO CARCERATI SU DIECI SONO IN ATTESA DI GIUDIZIO 3- POI, GIÀ CHE C’È, ANTONIO SIMONE CI RICORDA CHE “SE IL PRINCIPIO DELLA PIANIFICAZIONE E DELL’OTTIMIZZAZIONE FISCALE FOSSE REATO, SI DOVREBBERO ARRESTARE I CDA DI QUATTRO QUINTI DELLE SOCIETÀ QUOTATE IN BORSA. BANCHE IN PRIMIS, VEDI UNICREDIT-PROFUMO E ALTRE DECINE DI BANCHE. TREMONTI AVEVA IN LUSSEMBURGO UN APPOSITO E AVVIATO STUDIO DI PLANNING FISCALE” (Sì, PROPRIO LUI, L'EX MINISTRO DELL'ECONOMIA...)

Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"

L'imprenditore ciellino Antonio Simone, 58 anni, è stato arrestato il 13 aprile nell'inchiesta sulla Sanità lombarda che ha portato anche all'iscrizione nel registro degli indagati per corruzione aggravata del governatore Roberto Formigoni.

Prima di essere giudicato dai giudici sente di dover essere perdonato o di doversi perdonare qualcosa?
«Premesso che trovo una vergogna e contro la legge aspettare un processo in carcere, io ho chiesto perdono a chi, leggendo i giornali, si è scandalizzato dei miei presunti comportamenti lì riportati. Mi sento, comunque, peccatore dall'età in cui ho cominciato a usare la ragione. Ho seriamente paura di chi non si sente peccatore».

Perché considera sbagliata la sua carcerazione preventiva?
«Oggi si usa la carcerazione preventiva come condanna preventiva, come forma di tortura (senza contare la gogna mediatica). Io sono in carcere perché non dico di aver corrotto... Il mio è un corpo sequestrato. Mi chiedo se piuttosto non sia configurabile il reato di tentata istigazione al suicidio, visto che contro ogni logica di giustizia, il proprio corpo resta l'ultima arma di difesa dei propri diritti e della dignità. Sono prigioniero della politica. Quella dei pubblici ministeri, quella dei mass media, quella dei partiti».

In carcere perché l'aiuta aggrapparsi all'immagine di don Luigi Giussani che lei ha attaccato alla cella e pregare?
«Nella foto c'è don Luigi Giussani, con la sua storia, il carisma che ha ricevuto e che la Chiesa ha riconosciuto, in ginocchio davanti al Papa, cioè l'autorità della Chiesa. Il braccio è teso a offrire e accogliere la risposta del Papa che è un abbraccio e un bacio in fronte. Impressionante. Quella foto è parte della storia della Chiesa. Solo un laicismo narcisista e nichilista e, ancor peggio, l'ipocrisia di taluni "cattolici adulti", può usare quanto sta succedendo intorno a Roberto Formigoni, per chiedere l'intervento del Vaticano contro Comunione e Liberazione. Io, che prego poco, guardo quella foto che ho appeso per ricordarmi di offrire la mia vita, comprese le sofferenze e peccati a chi mi ha dato la possibilità di vivere tutto con un senso, con un significato».

Che lavoro fa(ceva)?
«Ora il carcerato. Prima, ho lavorato nel settore immobiliare fuori dall'Italia (Praga, Cile, Israele, Caraibi, Argentina) poi mi sono interessato di sviluppo sanitario».

Perché per i suoi business con il faccendiere Piero Daccò utilizzava società di copertura off shore?
«Quando ho lasciato la politica nel 1992 ho cominciato a lavorare a Praga per due multinazionali francesi. Nel 1998 ho posto la residenza a Londra, visto che avevo solo interventi economici in giro per il mondo e non stavo più in Italia.
Ho sempre avuto società rapportate al business che seguivo, ordinate secondo le leggi dei rispettivi Paesi. Se il principio della pianificazione o ottimizzazione fiscale fosse reato, si dovrebbero arrestare i consigli di amministrazione di quattro quinti delle società quotate in borsa. Banche in primis, vedi Unicredit-Profumo e altre decine di delle banche. Tremonti aveva in Lussemburgo un apposito e avviato studio di planning fiscale».

Lei si sente responsabile di quel che sta succedendo al suo amico governatore Roberto Formigoni, indagato per corruzione?
«Non avendo corrotto mai nessuno e men che meno Formigoni, non mi sento responsabile del male che gli vogliono gli avversari politici, i gruppi di potere. In guerra ci sono morti e feriti, l'importante è che tutti capiscano che è stata dichiarata una guerra contro ciò che rappresenta Formigoni, non per le mete esotiche che sceglie per le sue vacanze natalizie».

Si è mai chiesto come mai le strutture private pagassero cifre folli per le consulenze sanitarie?
«Per quanto riguarda il San Raffaele, vicenda a me completamente estranea, tuttavia, la spiegazione di Daccò è lineare e semplice: fatturava a fornitori del San Raffaele per restituire in nero, dopo aver detratto le sue competenze a Cal. Per quel che riguarda la Maugeri, come ha dichiarato Aldo Maugeri, se la lobby funzionava, i compensi erano giusti. "Ben vengano i fondi della Lombardia, e se è merito di Daccò, che considero un lobbista e non un corruttore, io dirò grazie" ( Repubblica , 11 maggio). Pensare che Daccò decidesse le funzioni corrompendo Carlo Lucchina o Formigoni vuol dire non conoscere nessuno degli attori. Il compenso commisurato sul fatturato, era ripetuto negli anni, cresceva, da qui l'evidenza di cifre importanti sempre da spalmare su 15 anni di rapporti economici».

I vostri compensi/commissioni si misuravano in milioni di euro, pagati in nero. Le conoscenze possono diventare una professione?
«Io ho ricevuto secondo l'accusa 3 milioni di compensi in 10 anni da parte di Daccò per le consulenze nel campo sanitario. Altri compensi riguardavano le operazioni immobiliari realizzate in molti anni. Essendo io residente a Londra dal 1998 e fatturando sempre le prestazioni, parlare di "nero" non ha senso!».

In che cosa lei era esperto per prendere una percentuale da Daccò?
«In progetti innovativi in campo sanitario ed immobiliare. Ricordo solo che i progetti andati in porto hanno sempre prodotto un considerevole risparmio pubblico. Sia in Lombardia sia in Sicilia ciò che abbiamo realizzato ha fatto risparmiare centinaia e centinaia di milioni di euro alle amministrazioni regionali. La realizzazione della convenzione in Sicilia con la Maugeri elimina la necessità di migliaia di trasferimenti dal Sud al Nord per le cure a malati e per i parenti. Daccò, sul versante immobiliare, trovava in me un realizzatore di molti dei suoi progetti che seguiva in giro per il mondo e mi pagava a successo o con quote delle società operanti o con soldi».

Piero Daccò l'ha delusa?
«Mi ha deluso e sono deluso di me stesso per la leggerezza avuta nel non rendere esplicite nelle forme di legge italiane le fatturazioni dei compensi che oggi sembrano il mistero da svelare».

Quando uscirà dal carcere, che cosa desidera fare?
«Se rispondessi che vorrei tornare a lavorare, utilizzerebbero questa intervista per giustificare l'accusa di reiterazione del reato e mi lascerebbero per altri dieci anni in galera. In perfetto stile "politicamente corretto" dichiaro che mi dedicherò nella veste di giornalista, qual sono, alla ricerca della verità, contro le ipocrisie. In fondo come un pubblico ministero, senza arrestare nessuno. Sono garantista io».

 

 

ROBERTO FORMIGONI AL PIRELLONE CON UNA DELLE SUE DIVISE antonio-simone-assessoreformigoni_e antonio simone Luigi GiussaniPIERANGELO DACCO'alessandro-profumoLOGO FONDAZIONE MAUGERIcarlo lucchinaGIULIO TREMONTI

Ultimi Dagoreport

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…