GONG! STASERA IL PRIMO CONFRONTO ROMNEY-OBAMA - I DUE CANDIDATI SI PREPARANO DA SETTIMANE, OGNI BATTUTA STRA-PREPARATA - ULTIMO SONDAGGIO: OBAMA 49%, ROMNEY RECUPERA A 46% - IL MORMONE SI GIOCA TUTTO. MA MOLTI STATI HANNO GIÀ VOTATO - POLEMICA: I MODERATORI SONO VECCHI E BIANCHI. SOLO UNA DONNA, NIENTE NERI O ISPANICI (“COLPA DEI NETWORK CHE NON LI PREPARANO ABBASTANZA”) - ANN E MICHELLE PARLANO DEI DIBATTITI (VIDEO)…
USA 2012:SONDAGGIO,LIEVE VANTAGGIO OBAMA CON 49%, ROMNEY 46%
(ANSA) - Il presidente americano Barack Obama è in vantaggio di misura sul candidato Mitt Romney. Secondo il sondaggio Wall Street Journal-Nbc, Obama ottiene il 49% delle preferenze a fronte del 46% di Romney: si tratta di uno scarto inferiore ai cinque punti di vantaggio di Obama a metà settembre, subito dopo le convention. Obama mantiene un saldo vantaggio fra i giovani, le donne e gli ispanici. Romney é avanti fra l'elettorato bianco e fra gli uomini. Il sondaggio arriva a poche ore dal primo dibattito televisivo.
1- DIBATTITI ROMNEY-OBAMA: DUE VECCHI MATTATORI, DUE DONNE, NESSUN NERO GLI ARBITRI DELLA SFIDA
Massimo Gaggi per il "Corriere della Sera"
Bianchi, vecchiotti (età media 72 anni) ed estranei al mondo delle reti sociali, salvo qualche sporadica (e faticosa) incursione su Twitter. Quelle del prossimo 6 novembre, negli Usa, saranno pure le elezioni dell'era digitale, condizionate in modo decisivo dai social network. E il nuovo mondo sarà anche un Paese più giovane dell'Europa e nel quale le minoranze etniche pesano sempre di più. Ma i moderatori che da stasera dirigeranno i dibattiti presidenziali in vista della scelta del nuovo inquilino della Casa Bianca sono stati selezionati da un'apposita commissione preoccupata più di «andare sul sicuro» che di trovare personaggi rappresentativi dell'evoluzione della società americana.
Ed è già tanto che, dopo vent'anni, sia tornata in gioco una donna: Candy Crowley della Cnn che modererà il secondo dibattito presidenziale, quello che si terrà alla Hofstra University, vicino New York, tra due settimane. «Non si illuda, sarà solo la ragazza che regge in microfono», ironizza Carole Simpson, la conduttrice dell'Abc che nel 1992 fu la prima (e fin qui unica) donna a condurre un dibattito presidenziale.
Come nel suo caso, infatti, anche la Crowley avrà un ruolo dimezzato: il suo dibattito seguirà lo schema del «town hall meeting» nel quale le domande le fa il pubblico. Il ruolo del moderatore che deve trovare un punto di equilibrio, selezionare, chiosare, resterà essenziale. Ma non come negli altri due dibattiti dove i conduttori avranno carta bianca anche sulle domande.
Dibattiti affidati a due grandi vecchi del giornalismo televisivo, due cavalli di razza che avevano annunciato il ritiro. Sono stati richiamati in campo perché, così come nelle partite «clou» di un campionato dilaniato dalle polemiche si cercano arbitri esperti e percepiti come imparziali, anche se non sono i più giovani, così in una politica americana divisa e radicalizzata come non mai, si punta sull'affidabilità .
Si parte stasera col 78enne Jim Lehrer, conduttore della Pbs (Public Broadcasting Service), l'unico servizio pubblico televisivo d'America. Lehrer, che dirigerà per la dodicesima volta un confronto tra candidati alla presidenza, aveva da tempo annunciato il ritiro.
Un passo «sigillato» con un libro di memorie, Tension City, pubblicato un anno fa. Adesso ammette la contraddizione, ma spiega di non aver fatto nulla per tornare di nuovo in pista: «Mi hanno chiamato, insistono: e io sono un soldato, obbedisco». Bob Schieffer, 75 anni, il conduttore della Cbs che il 22 ottobre a Boca Raton, in Florida, dirigerà l'ultimo dibattito presidenziale, per ora tace, ma chi lavora con lui dice che si è trovato in una situazione analoga a quella di Lehrer.
A chi lo accusa di non aver tenuto conto delle esigenze di «diversity» nelle sue scelte, il copresidente della Commissione per i dibattuti presidenziali, Frank Fahrenkopf, risponde scaricando le colpe sulle reti televisive che, a suo dire, non sono riuscite a costruire altri professionisti - che siano donne, neri o ispanici - che godano della fiducia tanto dei progressisti quanto dei conservatori e che abbiano esperienza, conoscenza profonda dei problemi in discussione, un ego non smisurato e le spalle abbastanza robuste per gestire un confronto a questo livello.
Anche il meccanismo decisionale può aver spinto la commissione verso l'«usato sicuro»: l'organismo, diretto da Fahrenkopf (un repubblicano che è lì da 22 anni) e da Michael McCurry, democratico, ex portavoce di Bill Clinton, fa le sue scelte, ma i due candidati hanno diritto di veto, un po' come nei processi si può ricusare un giudice o un giurato. Fahrenkopf nota che, comunque, nel 2004 e nel 2008 c'è stato un moderatore nero, mentre il dibattito tra i due candidati vicepresidenti, tra una settimana, sarà diretto da un'altra donna: Martha Raddatz dell'Abc.
Nel 2016, promette, ci sarà più «diversity». In realtà pare che anche stavolta siano stati presi in esame altri candidati come Soledad O'Brien della Cnn, che è per metà cubana, José Diaz Balart della rete Telemundo e Chuck Todd, un quarantenne, campione dei social media, che lavora per la Nbc. Ma nessuno di loro ha convinto.
Pesa ancora l'ombra di Bernard Shaw, brillante conduttore nero della Cnn, che nel dibattito del 1988 chiese a bruciapelo a Mike Dukakis, contrario alla pena di morte, se non avrebbe cambiato idee qualora sua moglie fosse stata stuprata e assassinata. Il candidato democratico mantenne il punto, ma in quel contesto la sua risposta sembrò molto debole. Fu sconfitto da George Bush (padre) e c'è chi pensa che andò così anche per quella forzatura del dibattito.
2- THE MATCH
Andrea Salvadore per il suo blog, www.americanatvblog.com
Ci prepariamo alla serata del primo dibattito televisivo Obama-Romney.
In onda su PBS dalle 21.00 alle 22.30, diviso in sei segmenti da 15 minuti l'uno. Moderatore Jim Lehrer, il piu' autorevole che c'e' in giro, vecchia scuola.
I due sfidanti sono in ritiro da giorni e provano con sparring partners le possibili variazioni sul tema. Se ascolterete battute, e' perche' saranno scongelate dal frigorifero dove sono state sistemate dalle squadre di preparatori dei due candidati.
Obama non e' formidabile nei dibattiti, pero' molto meglio di Romney con il teleprompter che in questo caso non servira'. David Axelrod, stratega capo di Obama, ha detto in tv che "Romney si sta preparando a questo dibattito piu' di quanto gli americani fecero per lo sbarco in Normandia". Romney ha una possibilita' seria di invertire la caduta libera nei sondaggi. David Brooks, sul New York Times, gli ha dato la linea. Ma questo hanno fatto tutti in questi giorni con i due candidati.
Quello che e' stato detto di meno e' che i giochi rischiano di essere semifatti perche' l'early voting puo' non riflettere l'esito del dibattito. La forbice degli indecisi si e' chiusa sempre piu' nell'ultimo mese ( c'e' chi dice il 2% e allora per Romney sarebbe partita persa prima di giocarla, c'e' chi come il pollster Nate Silver dice che il dibatttito potrebbe far cambiare idea al 7% degli elettori e allora la partita sarebbe aperta).
Nel 2008, con l'early voting, un terzo dell'elettorato aveva gia'votato prima dell'election day. Quest'anno arriveremo al 40% e addirittura il 50% degli swing states avranno gia' votato prima del 6 novembre. Quindi, come ieri in Iowa, urne aperte un mese prima in molti stati.
Ma a nessuno conviene dare il match per inutile. Tanto meno ai 3000 giornalisti volati in Colorado per il dibattito. Nel 2008 mi sono fatto tutti i dibattiti e, vi assicuro, visti da casa e' molto meglio. Andro' a quello di Hofstra, nello stato di New York, il 16 ottobre e non arrivo a dire quello che ha sostenuto oggi Howard Dean in tv ( ma quasi ) " togliete il volume e guardate mossette, sorrisini, sguardi, e' quello che conta". Nessuno vuole il match chiuso con un ko perche' la gigantesca torta del political advertising quest'anno sta arricchendo tutti, dai networks alle televisioni locali, da Hulu ai mobile providers, ecc
Non togliamo questo pane di bocca a tutto il media circus che spera in un Romney che mette all'angolo Obama per farci godere un mese di avvincenti spot dei SuperPacs. E' il primo di tre incontri. In mezzo, quello probabilmente piu' interessante Ryan-Biden.
3- VIDEO: MICHELLE OBAMA PARLA DEI DIBATTITI
http://cnn.com/video/?/video/bestoftv/2012/10/02/2012-yellin-michelle-obama-interview-sot.cnn
4- VIDEO: ANN ROMNEY PARLA DEI DIBATTITI
http://cnn.com/video/?/video/bestoftv/2012/10/02/2012-borger-ann-romney-interview-sot.cnn
5- MICHELLE, ANN E LO STRESS DA DUELLO TV
Marcello Campo per l'ANSA - Michelle Obama, Ann Romney e le loro emozioni, il loro stress, alla vigilia del duello tv che potrebbe segnare la vita dei loro amati mariti. In una sorta di intervista doppia, davanti alle telecamere della Cnn, la First Lady e chi cerca di prenderle il posto raccontano come vivranno il duello tv in programma a Denver. Ambedue le interviste sono pubblicate sul sito di Ansa Usa www.potus2012.it. "I dibattiti - ammette Michelle - mi mettono sempre un certo nervosismo... Divento come uno di quei genitori che guardano il loro bambino mentre sta in equilibrio sulla sbarra... Stai lì davanti cercando di non farti notare, di non tradire alcuna espressione".
Aggiunge che non ha da dare alcun consiglio particolare al marito presidente. Solo "incoraggiamenti positivi". "Barack - osserva Michelle - non ha bisogno di grandi indicazioni, è uno molto bravo nei dibattiti. Sa il fatto suo. Quindi l'unica cosa che gli dico è di divertirsi, di rilassarsi e di essere se stesso. E sono certo che domani farà del suo meglio". Ovviamente, anche l'aspirante prima signora d'America, si dice certa sulle capacità del marito.
Ma poi la bionda Ann racconta qualche dettaglio personale inedito: "Ogni volta che Mitt sale sul podio, si toglie l'orologio. Poi prende un pezzetto di carta su cui scrive la parola 'papa''. E' incredibile, ma è così. Lui ama il padre, lo ha sempre rispettato. E questo è un modo per averlo sempre con sé, a fianco. Non vuole fare nulla - prosegue quasi emozionata - di cui il padre non possa essere orgoglioso".
Quindi, racconta con gli occhi più vispi che mai: "Mio marito sin dall'inizio comincia a guardare la platea, sino a quando non incrocia il mio sguardo. Ha bisogno di questa connessione emotiva. E quasi dopo ogni risposta, mi cerca in mezzo al pubblico e mi guarda come per chiedermi: 'Sono stato bravo? Andava tutto bene'. E io gli rispondo sempre, 'si', vai benissimo, vai avanti così'".
BARACK OBAMA E MITT ROMNEY BARACK OBAMABARACK OBAMA E FIGLIE MALIA E SASHAromneyMITT ROMNEY E PAUL RYANmitt romney for president LA FAMIGLIA OBAMA ALLA CONVENTION DI CHARLOTTE OBAMA ALLA CONVENTION DEMOCRATICA BILL CLINTON E BARACK OBAMA ROMNEY-RYANMITT ROMNEY CON MOGLIE E FIGLI MICHELLE OBAMA ROMNEY CON LA MOGLIE article MITT ROMNEY COL PADRE GEORGE E LA MADRE LENORE michelle obama ANN ROMNEY