giuseppe conte roberto gualtieri alessandro di battista virginia raggi

CINQUESTELLE IN MOVIMENTO (LONTANO DA CONTE) - LA DICHIARAZIONE DI VOTO DI “GIUSEPPI” PER GUALTIERI SPACCA I GRILLINI: “SE ANDIAMO AVANTI COSÌ, POSSIAMO CHIEDERE DI VOTARE DIRETTAMENTE IL PD AL PRIMO TURNO”, “RISCHIAMO DI FARE LA FINE DI SEL” - L’EX MINISTRO GIULIA GRILLO PARLA DI “APPIATTIMENTO PALESE SUI DEM”, E INTANTO CI SONO 20-30 DEPUTATI PRONTI A LASCIARE - LA PARTITA DELLA SEGRETERIA, LE MOSSE DELLA RAGGI E LE INTEMERATE DI DIBBA

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

La polemica, il timore e le contromosse. L'endorsement di Giuseppe Conte a Roberto Gualtieri scatena e divide il gruppo dei Cinque Stelle. «Se andiamo avanti così, possiamo chiedere di votare direttamente il Pd al primo turno», dice tra il serio e il faceto un esponente del Movimento.

 

E ancora: «Chissà se andremo a brindare lunedì dopo il voto». «Come possiamo invocare la coerenza con chi ci ha sostenuto al primo turno?», domanda un altro pentastellato. I malumori sono evidenti, specie alla Camera, dove i rumors sull'addio di 20-30 deputati prima di fine anno si fanno più insistenti.

Giulia Grillo

 

C'è chi si allarma: «Rischiamo di fare la fine di Sel». E chi, come Giulia Grillo, manifesta apertamente i suoi dubbi. Secondo l'ex ministra «Si rischia di andare a traino del Pd, di non avere un'identità».

 

Grillo all'Adnkronos parla di «appiattimento palese» nei confronti dei dem. E rilancia: «Ci vuole un progetto di ricostruzione a livello politico. Se c'è un progetto forte, in cui ci si riconosce tutti, questo sfaldamento non avverrà; ma se si continua col procrastinare le decisioni importanti, alla fine il rischio concreto di non riconoscersi più in un progetto per cui spendersi, c'è».

grillo raggi

 

L'ala più vicina a Raggi cerca di non turbare la tregua di cristallo che c'è nel Movimento fino al ballottaggio (mentre i 4 consiglieri dissidenti della giunta Raggi appoggiano Gualtieri). Ma il malessere traspare. C'è chi minimizza: «Chi vuole andarsene è anche chi guarda caso ha arretrati con le restituzioni».

 

Gualtieri Conte

E i contiani fanno scudo: «Vogliono andarsene? È un'occasione persa per loro. Stanno sottovalutando la forza di Conte, che non va calcolata certo con le Amministrative ma con il voto delle Politiche». Ma se da un lato i fedelissimi dell'ex premier lo difendono a spada tratta, dall'altro si fanno la guerra tra loro per un posto al sole, alimentando la catena dei veleni interni.

 

alessandro di battista virginia raggi 1

Una situazione scivolosa su cui Conte intende intervenire al più presto. Il presidente del M5S intende riportare tranquillità tra le sue fila. L'idea è quella di coinvolgere il più possibile i pentastellati nella segreteria. L'ex premier ha in mente di creare una «struttura importante» e un ruolo rilevante sarà svolto proprio dai suoi vice. Ciascuno di loro avrà deleghe pesanti, a partire da nodi cruciali come quelli economici. E poi chiarirà al gruppo che il M5S contiano non vuole essere subalterno ai dem.

 

ALESSANDRO DI BATTISTA

Un Movimento da cui è sempre più lontano Alessandro Di Battista, che oggi è stato al centro di un battibecco con le M5S Elisa Pirro e Loredana Russo. L'ex deputato ha attaccato i senatori per via delle scarse presenze in Aula nell'ultimo mese: «13 mila euro al mese per meno di due giorni a settimana» di lavoro. Replica Russo: «Ho sbirciato sulle tue presenze.tu dov' eri?».

 

giuseppe conte

Chiude Di Battista: «Ormai rispondete più a me che a De Luca. Contenti voi...». Intanto, il Movimento torna a battagliare alla Camera per l'ergastolo ostativo (ossia una pena senza fine che nega ogni misura alternativa al carcere e ogni beneficio penitenziario a chi è stato condannato per reati gravi). I Cinque Stelle attaccano: «Ci ha profondamente stupito che Italia viva e il centrodestra abbiano scelto di non sostenere la nostra proposta di legge, ritenendola troppo restrittiva». Nella maggioranza si cerca una mediazione in commissione Giustizia. L'avvio delle votazioni slitta alla prossima settimana.

giuseppe conte roberto gualtieri mesgiuseppe conte virginia raggi 2virginia raggi giuseppe conte conte gualtieri

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...