PROVE TECNICHE DI DISGELO – LA DIPLOMAZIA CINESE CI TIENE A FAR SAPERE CHE STA LAVORANDO A UN INCONTRO TRA XI JINPING E JOE BIDEN: L’OCCASIONE SARÀ UNO DEI PROSSIMI EVENTI MULTILATERALI IN CALENDARIO A NOVEMBRE NEL SUD EST ASIATICO, AI QUALI IL PRESIDENTE CINESE DOVREBBE PARTECIPARE IN PRESENZA (DOPO DUE ANNI DI QUARANTENA) – IL TUTTO A RIDOSSO DEL CONGRESSO DEL PARTITO COMUNISTA: VUOLE FORSE USARE IL VERTICE PER FARE CAMPAGNA ELETTORALE INTERNA? OPPURE, DA BUON DITTATORE, È SICURO DELLA CONFERMA?
Rita Fatiguso per “il Sole 24 Ore”
La notizia, un tentativo di disgelo nel momento peggiore dei rapporti Cina-Usa, è che la diplomazia cinese starebbe lavorando per far incontrare il presidente Xi Jinping con il suo omologo americano Joe Biden in occasione di uno dei prossimi eventi multilaterali in calendario nel Sud Est Asiatico. Xi Jinping ci sarà, rompendo una personale quarantena che non lo vede viaggiare all'estero da almeno tre anni per evitare il contagio, con l'unica eccezione il 1° luglio scorso quando è arrivato in treno via Shenzhen a Hong Kong per festeggiare i 25 anni del passaggio alla Cina dell'ex colonia britannica.
Quindi, secondo l'anticipazione del Wall Street Journal, o un incontro bilaterale ai margini del Summit G20 a Bali, in Indonesia, il 15-16 novembre o a Bangkok, in Thailandia, in occasione l'Asia-Pacific Economic Cooperation (Apec) il 18-19 novembre.
C'è però una spada di Damocle su questa tempistica e cioè il 20esimo Congresso del Partito comunista che si tiene ogni cinque anni e che - si vocifera in ambienti cinesi - stavolta è stato fatto slittare da ottobre a fine novembre. In genere la data viene comunicata poco prima dell'evento, lo slittamento Ddi cui si parla potrebbe essere proprio legato al concomitante possibile incontro di persona con Joe Biden nella seconda metà di novembre.
LA STRATEGIA DEL PORCOSPINO - TAIWAN VS CINA
Se Xi Jinping ha in animo di incontrare il presidente americano così a ridosso dell'evento clou per il suo futuro politico - in ballo c'è il terzo mandato, visto che il 19 ottobre del 2017 il 19esimo Congresso ha fatto saltare il divieto a candidarsi oltre il secondo quinquennio - vuol dire che è saldo e tranquillo. Fatto sta che la congiuntura cinese è particolarmente complessa a causa dell'impatto dei lockdown sull'economia e le varibili internazionali incluse le dinamiche della guerra in Ucraina - in un contesto che si è complicato ancor di più con la visita di Nancy Pelosi il 3 agosto a Taiwan che la Cina considera territorio cinese.
Pechino ha cancellato unilateralmente venerdì scorso i tre dialoghi ad altissimo livello tra i vertici militari Cina-Usa mentre le esercitazioni militari cielo e mare delle forze armate cinesi non si sono più fermate, il termine di lunedì scorso è abbondantemente scaduto e la Cina ha detto che proseguirà ad libitum. Gli alti vertici di Usa e Cina, in ogni caso, non si parlano più.
I motivi di attrito, intanto, sorgono a ogni piè sospinto, cinque big statali cinesi dal valore di oltre 300 miliardi di capitalizzazione di borsa proprio ieri hanno dichiarato di voler lasciare i listini di Wall Street, Washington entro il 2024 chiede a chi è quotato di adeguarsi alle regole dell'audit americano e Hong Kong e Shanghai non contemplano questa regola.
Il terreno delle relazioni bilaterali è minato da continui problemi e da questioni rimaste finora irrisolte che improvvisamente rischiano di esplodere. Per questo la via della diplomazia sta cercando soluzioni alternative.
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