“LE LOBBY DEL VATICANO” - DITE A BERGOGLIO DI LEGGERE, TRA UNA TELEFONATA E L’ALTRA, IL LIBRO CHE IMPALLINA I GRUPPI INTEGRALISTI “AL SERVIZIO DI DIO”, DA CL A SANT’EGIDIO
Carlotta Zavattiero per il "Fatto quotidiano"
Legionari di Cristo, Focolari, Opus Dei, CL, Sant'Egidio, Cammino neocatecumenale, Rinnovamento dello Spirito Santo: le sette lobby del Vaticano raccontate nel nuovo libro di Carlotta Zavattiero. Pubblichiamo uno stralcio relativo alla Comunità di Sant'Egidio e alla "monarchia assoluta" del fondatore ed ex ministro, Andrea Riccardi.
Nel 2003 l'immagine buonista della Comunità di Sant'Egidio è stata intaccata dalla testimonianza di G.F., insegnante di liceo a Roma, che ha raccontato quanto ha visto e vissuto in venticinque anni di affiliazione interna, durata fino al Natale del 2000. Nel 1987, al-l'età di trentuno anni, G.F. ha sposato una ragazza della Comunità . Poi il matrimonio è andato in crisi ed è sfociato in una separazione.
L'uomo ha quindi presentato presso il Tribunale diocesano di Roma la richiesta di riconoscimento di nullità , allegando un memoriale per documentare che le pressioni erano la norma a Sant'Egidio. La sua ex moglie era totalmente assorbita dalla Comunità : "Entrambi i genitori furono contrariati al vedere che la figlia era spesso fuori, non tornava a pranzo e a cena e non passava neppure il Natale in famiglia.
Ci furono molte discussioni finché lei, sostenuta dalla Comunità , andò via di casa, ospite prima di un'amica della Comunità e poi di un'altra. Non diceva ai suoi genitori dove abitava e raramente si faceva sentire per telefono. La madre la implorava, ma lei si diceva orgogliosa di aver lasciato la sua famiglia per dedicarsi anima e corpo al servizio della Comunità ".
Non si tratta di un caso isolato, ma - secondo G.F. - di "una delle tante storie dei membri della Comunità di Sant'Egidio. Tutti pendono dalle labbra del fondatore. Ogni suo discorso viene registrato e spedito alle varie comunità sparse per l'Italia e nel mondo. Da lì si traggono gli argomenti chiave delle omelie poi pronunciate dai sacerdoti aderenti alla Comunità durante le liturgie di quartiere o dai responsabili locali nelle preghiere serali". Durante le riunioni dei gruppi i discorsi del fondatore diventano "la parola" alla luce della quale i partecipanti confessano davanti agli altri quanto vi è di oscuro e sbagliato nella propria vita personale.
Simili interventi in pubblico assumono il valore e il significato di una confessione sacramentale: "Una preghiera pubblica durante la messa domenicale suggella il pentimento e il desiderio di riscatto". Nel memoriale depositato in tribunale il professore romano spiega nel dettaglio cosa significa applicare nella vita quotidiana le virtù raccomandate dal fondatore: umiltà , obbedienza, disponibilità , fedeltà , generosità . L'umiltà presuppone che ci si senta sempre "figli della Comunità , bambini bisognosi delle cure di una madre, mai adulti indipendenti né orgogliosi, poiché ogni azione e parola che viene fatta o detta è per il bene di ciascuno e di tutti".
Si richiede "obbedienza alla Comunità e a chi la rappresenta ai massimi livelli, perché è obbedienza al Vangelo, a Dio e a chi parla in suo nome e lo annuncia, cioè i capi e i fratelli maggiori". Ciascuno deve essere pronto in ogni momento "a rispondere alle esigenze della Comunità , senza quell'esitazione che è sintomo di sfiducia".
Occorre dimostrare fedeltà nel servizio, negli appuntamenti liturgici e assembleari, e generosità nel donare tempo, mezzi, denaro e nell'accogliere gli altri nella propria vita, nonché nelle case. Il professore denuncia l'ingerenza della Comunità nella sua vita sentimentale: "Una volta confidai al mio padre spirituale che mi ero innamorato di una ragazza di diciotto anni. Mi disse che non era adatta a me perché troppo giovane, mentre sarebbe stato meglio che mi fidanzassi con un'altra, di ventitré anni, che aveva rivelato alla sua madre spirituale un interesse nei miei confronti.
A me non piaceva e lasciai cadere la proposta, ma dovetti rinunciare anche alla ragazza di cui ero innamorato. Conobbi poi colei che sarebbe divenuta mia moglie: frequentavamo lo stesso gruppo e svolgevamo lo stesso servizio. Fu lei a invitarmi a cena e a farmi capire che le interessavo. Seppi poi che aveva parlato di me alla nostra comune madre spirituale, Valeria Martano, dalla quale era stata incoraggiata a prendere l'iniziativa.
Per un breve periodo, quindi, provai a stare assieme a lei, ma presto la lasciai perché non mi piaceva. Questo rifiuto scatenò contro di me la reazione della nostra madre spirituale, che mi rimproverò di aver illuso quella sorella e di averla lasciata senza chiedere preventivamente il suo consenso. E anche in Comunità la cosa ebbe strascichi: fui rimproverato in assemblea e criticato in tutto ciò che facevo come assistente degli anziani. I miei amici mi evitavano. [...] Qualche tempo dopo mi fidanzai con la ragazza che era stata prescelta per me".
Andrea Riccardi riccardi a sante egidioriccardi a santo egidioIL CAPO DELLA SANT EGIDIO VINCENZO PAGLIA PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO