tommaso denis verdini freni

"DITE CHE FATE CONSULENZE" - I CONSIGLI DI DENIS VERDINI AGLI INDAGATI NEL CASO DEGLI APPALTI PILOTATI ANAS - IL RUOLO DELL'EX SENATORE INDAGATO PER CORRUZIONE: SECONDO I PM ERA LUI A DETTARE LA LINEA E A FAR VALERE “IL SUO PESO POLITICO SUI REFERENTI PUBBLICI DI ANAS” - IL SOTTOSEGRETARIO LEGHISTA FRENI NON È INDAGATO MA PER I PM È IL “REFERENTE POLITICO DEL GRUPPO VERDINI” – I PM PENSANO DI INTERROGARLO NELLE PROSSIME SETTIMANE: POTREBBERO CHIEDERGLI CONTO ANCHE DI...

Valeria Pacelli per il Fatto Quotidiano - Estratti

 

tommaso denis verdini

Un “socio di fatto” e “artefice della strategia della Inver (la società di consulenza di Tommaso Verdini, ndr), in grado di far valere il suo peso politico sui referenti pubblici di Anas e di attivarsi per garantire a questi ultimi, con reciproca soddisfazione, utilità in termini di adeguati riposizionamenti o nuove collocazioni lavorative in concomitanza con lo spoil system attuato con il cambio del governo”.

 

A leggere così come lo descrivono i magistrati capitolini sembra di vederlo all’opera Denis Verdini, ex senatore di Ala, il “Mr. Wolf” della politica italiana.

 

I pm lo hanno indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta su un presunto giro di gare Anas pilotate e che ha portato il figlio Tommaso e altri quattro ai domiciliari.

 

federico freni

L’eterno Denis Verdini dunque, secondo i pm, non stava fermo neanche mentre scontava i domiciliari per bancarotta. “Interviene sugli imprenditori affinché mantengano fede agli impegni presi e si informa con il figlio Tommaso e con Fabio Pileri (socio di minoranza nella Inver Srl, ndr) sulle interlocuzioni con gli imprenditori in merito agli importi da corrispondere alla Inver”, è scritto nella richiesta di misura cautelare (che non riguarda l’ex senatore). C’è una conversazione ad esempio in cui Denis si “informa sugli accordi intercorsi con Angelo Ciccotto (imprenditore, “cliente della Inver”, ndr): “Sanno tutti i metodi, cifre e tutto il resto?” chiede, “ottenendo rassicurazioni dal figlio circa le cifre e la percentuale su cui le somme erano state calcolate”.

 

il sottosegretario freni

L’ex senatore arriva a Roma anche all’indomani delle perquisizioni dell’estate 2022 subite da Tommaso e “detta la linea difensiva a Pileri”, scrivono i pm. Pileri infatti è “fortemente preoccupato del contenuto del decreto di perquisizione” e chiede a Denis “consigli su come giustificare con gli inquirenti gli incontri con i pubblici ufficiali: ‘Perché andavo a parlare con loro... che titolo c’avevo?’ ”, chiede Pileri. E Denis “gli suggerisce di fare riferimento alla consulenza: ‘Il titolo è dato dalla consulenza che fai’ ”.

 

NELLA CAPITALE l’ex senatore incontrava dirigenti e imprenditori. Quando lo ha ricostruito la Finanza in un’informativa. Il 26 ottobre 2021 ad esempio in una saletta “riservata al piano sotterraneo” del Pastation (il ristorante del figlio) cena con l’ex ad di Anas Massimo Simonini, con l’imprenditore Vito Bonsignore, col figlio e con Fabio Pileri.

 

Torna in quel ristorante il 30 novembre del 2021 con Pileri, l’imprenditore Veneziano e alla fine si unisce anche Federico Freni, sottosegretario al Mef, che arriva alle “ore 20.30”. Freni non è indagato ma per i pm è il “referente politico del gruppo Pileri/Verdini”.

 

tommaso denis verdini

Circostanza smentita dal sottosegretario che ha ribadito di non aver favorito la nomina di alcuno. I pm potrebbero decidere di interrogare Freni nelle prossime settimane quando potrebbero chiedergli conto anche di un altro incontro, stavolta a casa dei Verdini. È il 17 maggio 2022 quando gli investigatori vedono entrare nel portone del palazzo nel centro di Roma Chicchiani, poi alle 16.10 arriva Freni che esce 40 minuti dopo.

Prima del sottosegretario vengono visti uscire Chicchiani e Pileri. Al centro dell ’indagine dunque ci sono le consulenze della Inver. È scritto nella richiesta di misura: “Tommaso Verdini e Pileri discutono del carattere fittizio delle consulenze e su come precostituirsi pezze documentali di appoggio (contratti di sponsorizzazione) che possano giustificare le somme ricevute dagli imprenditori privati (...)”.

 

FRANCESCA E TOMMASO VERDINI TOMMASO VERDINI TRAVESTITO DA DENIS VERDINITOMMASO VERDINI

federico freni. foto di bacco

... con la politica e con le aziende bisogna stare attenti a come si muove (...)’”.

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…