“UN’APOCALISSE NUCLEARE NON SOLO È POSSIBILE, MA ANCHE ABBASTANZA PROBABILE” – DMITRY MEDVEDEV, VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA RUSSO LA SPARA GROSSA, PER VEDERE L'EFFETTO CHE FA: “LE ARMI NUCLEARI SONO GIÀ STATE UTILIZZATE, NON CI SONO TABÙ” – LE AUTORITÀ UCRAINE IN ALLARME PER LA CENTRALE DI ZAPORIZHZHIA: DOPO IL GOLPE TENTATO DA PRIGOZHIN, PUTIN È CON LE SPALLE AL MURO, E NON ESITERÀ A CAUSARE UN DISASTRO ATOMICO…
1. MEDVEDEV, L'APOCALISSE NUCLEARE È ABBASTANZA PROBABILE
(ANSA) - "Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un'apocalisse nucleare non è solo possibile , ma anche abbastanza probabile". Lo scrive su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. "Ci sono almeno due ragioni. Primo, il mondo è in uno scontro molto peggiore che durante la crisi dei Caraibi", e "la seconda ragione è piuttosto banale: le armi nucleari sono già state utilizzate, il che significa che non ci sono tabù", ha aggiunto.
2. L’ALLARME DI ZELENSKY: «I RUSSI PUR DI FERMARCI PRONTI AL DISASTRO ATOMICO»
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Putin con le spalle al muro sarà estremamente pericoloso. E non esiterà a causare un disastro atomico pur di evitare il ritiro delle sue truppe dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia e per cercare di fermare l’offensiva militare ucraina. Lo prova tra l’altro la sua scelta di fare saltare la diga di Nova Kachovka all’alba dello scorso 6 giugno, provocando morti e danni ambientali gravissimi.
È dalle prime settimane dell’invasione russa l’anno scorso che le autorità ucraine lanciano l’allarme. Ma adesso sono le morie di pesci, le sponde devastate del Dnipro e le ripercussioni di lungo periodo su esseri umani, animali ed equilibri ecologici sconvolti dopo l’attacco alla diga a spingere lo stesso Volodymyr Zelensky a chiedere alla comunità internazionale di «monitorare con particolare attenzione» la situazione nella centrale nucleare contesa.
dmitri medvedev vladimir putin
«Sappiamo che i russi hanno minato l’area e i sei reattori», ha ribadito preoccupato il presidente ucraino due giorni fa al leader spagnolo Pedro Sánchez. A gettare un poco di acqua sul fuoco delle paure ci sono i comunicati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), l’organismo legato alle Nazioni Unite e basato a Vienna che dalla fine dell’anno scorso tiene una missione permanente di osservatori all’interno dell’impianto di Zaporizhzhia. Sono proprio loro [...] a dichiarare di non aver rilevato alcun esplosivo e nessun tipo di radiazione anomala nella centrale, aggiungendo tuttavia che necessitano di più tempo per effettuare ulteriori verifiche.
La centrale nucleare di Zaporizhzhia
Ma gli ucraini non sono per nulla tranquillizzati. «La situazione a Zaporizhzhia sta rapidamente sfuggendo di mano. Sono molto spaventato dall’uso cinico e strumentale che Putin fa dei disastri ambientali per raggiungere i suoi obbiettivi militari e politici.
L’attacco alla diga dimostra che è pronto a tutto e rappresenta un precedente gravissimo», denuncia, tra i tanti, Dmitro Orlov, il sindaco 38enne di Enerhodar, la cittadina ove è situata la centrale nella regione di Zaporizhzhia occupata dai russi sin dal marzo 2022.
RAZZI RUSSI VICINO A ZAPORIZHZHIA
[...] «Gli osservatori non sono sufficienti, oggi soltanto due. Non riescono a monitorare i sei reattori, oltre alle zone delle gigantesche vasche dove sono in fase di decontaminazione le scorie radioattive. I russi limitano i loro movimenti e sappiamo anche che alcuni di loro non sono impermeabili alle ragioni di Mosca. In ogni caso, gli ufficiali russi sul posto impediscono il loro regolare avvicendamento. Così, ogni volta, tocca allo stesso capo della Aiea, Rafael Mariano Grossi, venire di persona per accompagnare i loro sostituti», denuncia. Orlov sostiene di parlare quotidianamente con i vecchi colleghi rimasti a Enerhodar.
[...] E aggiunge: «I reattori atomici non si possono mai spegnere del tutto. Il cuore degli impianti resta sempre attivo e necessita di energia per essere continuamente raffreddato. Ecco il motivo per cui occorre la presenza costante di personale specializzato. Prima dell’invasione lavoravano alla centrale circa 12.000 persone. Ora sono la metà. [...]
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