1. UN ANNO FA I SENATORI M5S ERANO 54. OGGI SONO 14 DI MENO. E SE QUEI 14 DECIDESSERO DI METTERSI ASSIEME POTREBBE NASCERE UN GRUPPO PARLAMENTARE CAPACE DI METTERE INSIEME GRILLINI ESPULSI, SENATORI DI SEL E CIVATIANI, UN GRUPPETTO NON INDIFFERENTE DI TRENTA SENATORI. QUANTI QUELLI DI ALFANO (CHE SONO 31). IN SENATO SI POTREBBE PRESTO BALLARE. E LA DIREZIONE DELLA DANZA È SULLA PANZA DIRENZI 2. E CIVATI APRE SUBITO LA PORTA AI FUORIUSCITI: ‘C’È SPAZIO PER FARE UN GRUPPO’ 3. TACCONI, M5S: “IL VOTO ON LINE GESTITO DALLA CASALEGGIO ASSOCIATI. POCO TRASPARENTE”. “NEL MOVIMENTO COMANDANO SOLO GRILLO E CASALEGGIO, BRACCIO E MENTE”

1. ALESSIO TACCONI, ONOREVOLE DEL MOVIMENTO 5 STELLE: "IL VOTO ON LINE GESTITO DALLA CASALEGGIO ASSOCIATI. POCO TRASPARENTE". "NEL MOVIMENTO COMANDANO SOLO GRILLO E CASALEGGIO, BRACCIO E MENTE"
"Esco dal gruppo dei 5 Stelle alla Camera e con me ci sono altri cinque deputati". Così Alessio Tacconi (M5S) a La Zanzara su Radio24. "Con questo voto - dice Tacconi - si è dimostrato che non è possibile andare contro il parere di Grillo e Casaleggio. Nel movimento comandano solo loro, di fatto sono il braccio e la mente". E sul sistema di voto Tacconi aggiunge: "Il sistema di voto è in mano alla Casaleggio Associati e ci dobbiamo per forza fidare. Se fosse affidato a terzi sarebbe più trasparente, non lasciando spazio a dubbi".

2. RENZI E IL SUICIDIO DI GRILLO
Claudio Cerasa su www.ilfoglio.it/cerazade

La notizia del giorno corrisponde al voto con cui il popolo del webbe grillino ha ottenuto l'espulsione di quattro senatori del Cinque Stelle (senatori, non deputati, senatori). I nomi li conoscete: Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Orellana. Assieme a loro ci sono altri dieci senatori pronti a mollare Grillo (tra questi Bignami, Bencini, Di Pietro, Pepe, Vacciano e Fedeli).

Tra espulsi e autosospesi siamo a quota quindici. Dice: ottimo per Renzi. Tutti questi grillini sono stati sedotti dal Rottamatore e sono pronti a votare la fiducia e potrebbero rafforzare il governo Leopolda. Un piffero. La partita è più complicata e paradossalmente potrebbe rappresentare un ostacolo non indifferente per questa maggioranza.

Detto fuori dalle righe: in Senato potrebbe nascere un gruppo parlamentare capace di mettere insieme grillini espulsi, senatori di Sel (sono sette) e civatiani (sono sei) e tutta quell'operazione che finora tutti abbiamo preso per i fondelli potrebbe diventare tosta.

Quasi seria. Parliamo di trenta senatori. Un gruppetto non indifferente. Un gruppetto che se davvero dovesse mettersi insieme (Civati ci sta pensando, è una sua vecchia idea) potrebbe avere un peso. E costringere Renzi a guardarsi intorno. E a capire che alla sua sinistra, tra qualche giorno, potrebbe nascere un gruppo decisivo per il suo governo. Trenta senatori. Praticamente quanti quelli di Alfano (che sono 31). In Senato si potrebbe presto ballare. E la direzione della danza non è così chiara come in molti potrebbero credere.

3. CIVATI APRE LA PORTA AI FUORIUSCITI: ‘C'È SPAZIO PER FARE UN GRUPPO'
Andrea Malaguti per ‘La Stampa'

Alle cinque del pomeriggio, quando è chiaro che il Titanic Cinque Stelle di Palazzo Madama è andato a sbattere contro l'iceberg della sua sgradevole dimensione autoritaria fatta di insinuazioni, processi sommari, veleni ed espulsioni, nei corridoi del Senato comincia a circolare un disegnino che sembra uno scherzo e invece rischia di trasformarsi in un problema per il governo Renzi.

Si tratta di un logo che richiama con intenzione evidente quello dell'Ncd, il Nuovo Centro Destra. Solo che invece di essere quadrato è circolare, ha il fondo rosso al posto di quello blu, e come lettera finale non ha una «d». Ma una «s»: Ncs. Nuovo Centro Sinistra.

Qualcuno lo ribattezza «logo Alfano», una minaccia concreta sulle speranze dell'ex delfino di Berlusconi di rimanere a lungo nel tandem che guida il Paese. Un modo per rendere plastica una domanda che un'area non secondaria del Pd, quella che fa riferimento a Civati e al civatismo (l'universo innamorato di Zagrebelsky e Rodotà, per semplificare molto) e che sembra disposta a strutturarsi autonomamente, sta facendo da tempo: Matteo, perché per cambiare verso non guardi a sinistra? Questione che fino a ieri si sarebbe potuta risolvere con un banale: perché nel Palazzo, numericamente, quella sinistra non esiste.

Ma che dopo l'espulsione di quattro senatori grillini - che produce come primo effetto domino le dimissioni per solidarietà di cinque colleghi a Palazzo Madama e l'annuncio di una scelta analoga di sei onorevoli-cittadini a Montecitorio - assume caratteristiche completamente diverse.

Un anno fa i senatori del Movimento Cinque Stelle erano 54. Oggi sono 14 di meno. E se quei quattordici decidessero di mettersi assieme - come è possibile - potrebbero dare vita a un gruppo autonomo non indifferente al richiamo della sirena di un ipotetico Ncs. Fantapolitica?

«È un vero peccato che il nuovo governo sia nato con la stessa maggioranza che sosteneva Letta, perché c'è la possibilità che si costituisca un nuovo centrosinistra. Come gruppo o come rete di parlamentari motivati da obiettivi comuni. Il disagio all'interno del partito, che da due settimane abbiamo registrato, si somma a quello che accade nel gruppo del M5S», scrive in serata Pippo Civati sul suo blog.

E Corradino Mineo, dopo avere sottolineato che i parlamentari del Pd «rimangono nel Pd» aggiunge: «Sostengo i senatori espulsi perché pongono una questione importante e generale». Numerosi anche i senatori di Sel che dimostrano interesse improvviso per l'esplosione della galassia grillina. «Il Senato difficilmente accetterà le dimissioni dei Cinque Stelle. A quel punto faremo ragionamenti diversi».

Considerati a lungo dal Guru di Milano e dal Caro Leader genovese come ragazzi pacati e privi di fantasia, di quelli che arrancano senza recare offesa a nessuno - poi temuti, detestati e dunque cacciati dal Paradiso - i reietti Campanella, Bocchino, Orellana e Battista (gli espulsi) e i loro cinque colleghi dimissionari, diventano improvvisamente un fattore nel risiko di Palazzo Madama.

Mortificati dal paternalismo di classe prima e della violenza di stampo dittatoriale poi espressa dal blog del Capo, i nove transfughi hanno le mani libere. «Se Civati avesse più coraggio saremmo già con lui», spiega uno di loro. Si è aperta una prateria. Un nuovo sogno ancora vago che sta diventando una febbre divorante. «Il discorso di Renzi sulla scuola mi ha colpito molto. Ma questo non significa che sia pronto a dargli il mio appoggio. Civati? Non è questo il giorno per affrontare la questione», dice Luis Orellana, circondato da colleghe spaventate, come se si sentissero lumache senza guscio. «Non doveva finire così», dice una. «Infatti questo è solo l'inizio», replica Lorenzo Battista.

«Ho idea di manifestare in chiaro il mio dissenso per svolgere il ruolo di catalizzatore di un movimentismo slegato da proprietari di marchio e megafoni ingombranti. Di gente che è su queste posizioni è piena l'Italia. Solo che non crede di poter andare da sola. C'è bisogno di qualcuno che ci mette la faccia. Io me la sento. E non sono solo», racconta Francesco Campanella. Non sarà Gaia il Nuovo Mondo.

L'Ncs? «Ho dato le mie dimissioni irrevocabili», dice ancora Orellana alle telecamere di Sky prima che sia chiaro il risultato del voto sul blog di Grillo. E ha lo sguardo eccitato, come se gli avessero inviato un biglietto con su scritto: al prossimo appuntamento presentati con spazzolino e passaporto perché si va a vivere assieme. Finalmente altrove. Certamente più a sinistra.

 

 

ALESSIO TACCONIGRILLO E CASALEGGIO ARRIVANO A ROMA GRILLO E CASALEGGIO esizer LORENZO BATTISTA PIER FRANCESCO CAMPANELLA E GABRI SASSONE luis alberto orellanaCUPERLO RENZI CIVATI RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE Fabrizio Bocchino

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