IO SPERIAMO CHE ME LA CAV – DOPO LA DECADENZA BERLUSCONI VALUTA LA CANDIDATURA ALL’ESTERO PER LE EUROPEE (LA LEGGE SEVERINO NON AVREBBE VALORE FUORI DAI CONFINI NAZIONALI)

Ugo Magri per "La Stampa"

La prima notte senza scudo parlamentare Berlusconi l'ha superata indenne. Nessuno ha bussato alle porta di Arcore verso le cinque del mattino per trascinarlo dietro le sbarre (ipotesi che non sta né in cielo né in terra, secondo le Procure) o con un mandato di perquisizione in mano per rovistare nei cassetti e sotto i materassi (circostanza meno inverosimile, magari in orari più civili).

Pare addirittura che Silvio abbia dormito senza bisogno della fiala di sedativo, tipo quella che il professor Zangrillo gli aveva inoculato prima del comizio a via del Plebiscito affinché riposasse almeno un paio d'ore. Nel «day after» della sua decadenza, il Cavaliere è parso tonico e pimpante, per nulla lamentoso, anzi super-combattivo. «Sto come un leone», è andato rassicurando le «pie donne» del centrodestra, preoccupatissime del suo stato psichico.

L'uomo senza dubbio è risentito, la rabbia deve ancora sbollire, si spinge a promettere che «mai più metterò piede alla Camera o al Senato, neanche se mi pregano in ginocchio». Però almeno non sembra preda della depressione, come gli capitò invece nel 2006, dopo la legnata elettorale incassata da Prodi. Si è accorto che non solo Renzi e Grillo fanno politica in grande senza fregiarsi del titolo di «onorevole», ma pure Vendola appartiene alla categoria dei leader extra-parlamentari.

Insomma, non si sente da solo in castigo. Prenderà un po' di respiro per sé, concentrerà l'attenzione sul business di famiglia dopo che per dieci giorni nemmeno aveva trovato modo di rispondere per telefono ai figli (qualcuno gliel'ha rimproverato quando li ha adunati finalmente l'altra sera a cena). Quindi ripartirà con slancio nell'organizzazione del partito e dei club «Forza Silvio», così almeno promette, «anche perché ho tutto il tempo a disposizione...».

Gli è giunta notizia delle liti romane tra quelli che sarebbero corsi sotto il Quirinale con le fiaccole e i cartelli la sera stessa della decadenza, e gli altri (anche loro «falchi», ma con più sale in zucca) che hanno tirato il freno. Berlusconi come sempre è dr Jeckill e mr Hide. Farà opposizione durissima al governo, questo è sicuro; eppure non è detto che voglia sbarrare la via alle riforme istituzionali, a una nuova legge elettorale o a un piano per l'emergenza-carceri (tutti temi su cui Napolitano ha insistito con una delegazione forzista).

Sta prendendo coscienza che le elezioni politiche anticipate «sarebbero una grande occasione di rivincita. Però non siamo nemmeno riusciti a rinviare il voto sulla mia decadenza, figurarsi se ce la faremo a rovesciare la maggioranza e il governo...».

Per cui, in attesa che provveda Renzi a rovesciare il tavolo, il Cavaliere si concentra sulle elezioni europee di fine maggio. Torna in auge una voce abbastanza incredibile, già circolata tempo fa: l'entourage starebbe valutando l'ipotesi che Berlusconi si candidi non in Italia (la legge Severino glielo vieta per i prossimi 6 anni) ma in un altro paese Ue. Ci sono dei precedenti.

Per esempio, nel 2009, il giornalista Giulietto Chiesa sorprese tutti proponendosi in Lettonia. Se ne seguisse le orme, Berlusconi dovrebbe spostare la residenza nel Paese prescelto: circostanza problematica, alla luce della condanna di un anno da scontare. Nel caso di Berlusconi, la condizione indispensabile, tuttavia, è che la legge locale non vieti la candidatura a chi ha conti aperti con la giustizia.

Ma se per avventura la candidatura andasse in porto, e addirittura riuscisse a farsi eleggere nel Parlamento europeo, Silvio ritroverebbe un palcoscenico politico e, soprattutto, l'immunità perduta. Ecco perché, nello scetticismo di chi se ne intende, intorno a lui perfino di questo si ragiona.

 

 

Silvio berlu silvio berlu occhiali berlusconi corna BerlusconiPAOLO ZANGRILLO Paola Severino

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI