DOPO LA FIGURACCIA (MA PASSERA NON PAGA MAI DAZIO), IL GOVERNO STUDIA IL "CONGELAMENTO" DI DE LISE - DOPODOMANI LA DECISIONE DI “INGHIOTTIRE” L´AGENZIA PER LE INFRASTRUTTURE IN un´Authority per i Trasporti - UNA VIA DI USCITA SOFT PER IL GRAN MAESTRO LEGATO AL CLUB LETTA-BALDUCCI-MALINCONICO CHE FU “GIRATO” A PASSERA DA LETTA - CORRADINO ANCORA LO DIFENDE MA BERSANI FA PRESSING: "BISOGNA ROMPERE CON IL PASSATO"…

Antonello Caporale per "La Repubblica"

Giungerà dopodomani la decisione che forse procurerà il naufragio di Pasquale De Lise, giudice di altissimo rango e di ampie amicizie, e della sua poltrona di direttore generale della nuovissima Agenzia di controllo di strade e autostrade.

Giovedì infatti il governo dovrebbe istituire, nel solco di un rinnovato impegno al sostegno del processo di liberalizzazione, un´Authority per i Trasporti, organo indipendente che, nei fatti, ingloberebbe l´agenzia alla quale De Lise appunto era stato chiamato.

Una scatola così grande da configurare una guida diversa, con un profilo meno denso di ombre. Una scelta di rottura che smonta (o dovrebbe smontare nelle intenzioni) il sistema immobile che gestisce il grande potere del trasporto pubblico in Italia. Reti e concessioni, soldi cash al casello, grandi opere, grandi appalti.

Un colpo di scena che certo non era previsto, una soluzione che - se confermata - offrirebbe all´esecutivo una via di uscita limpida dopo l´opacità di una scelta che divide e riconduce Monti nelle secche di polemiche vive sulla qualità, la trasparenza, il rinnovamento della classe dirigente.

Corrado Passera ha nominato De Lise, il magistrato italiano con un patrimonio immobiliare maestoso, figlio di una carriera ricca di nomine e di arbitrati, a volte decisamente oltre il pensabile, il possibile. Lo ha scelto e per la verità ancora difende quella scelta. Dal suo ministero si nega infatti formalmente ogni revoca di fiducia, ogni ipotesi di traiettoria deviata. De Lise è lì e non si tocca. Sembra strano, ma è così.

Invece, e a dispetto delle smentite, esistono indici vistosi per annunciare che tra quarantotto ore qualcosa muterà. L´atteggiamento del Partito democratico, anzitutto. È un socio della maggioranza, e Monti deve ascoltarlo. La segreteria Bersani, a dispetto di altri amici che hanno colleganza e stima col magistrato, non ritiene di poterlo sostenere. «Sono nomi opachi, che ci riportano a un passato inglorioso. Abbiamo sete di rinnovamento e bisogno di rompere, con figure veramente nuove, un passato prossimo così carico di responsabilità».

Questo dice Francesco Boccia. Il Pd ha nel mirino non solo De Lise, ma anche la gestione dell´Anas di Pietro Ciucci che assomiglia a un monopolio. Sono soldi e affari, giochi del potere così trasversale da raccogliere sotto il tetto di partecipazioni azionarie l´industria che conta in Italia, nomi riveriti. Spesso sempre gli stessi nomi.

Sconta De Lise, perno centrale del cerchio magico dei grand commis di Stato, la freddezza con la quale Monti sta seguendo la sua sorte e anche la difficoltà per il governo di difendere, in un contesto così drammatico, una biografia tanto densa di questioni aperte, con amicizie che portano perplessità e non tranquillizzano.

Anno orribile per la casa. Le case, la grande quantità di dimore, e gli affetti parentali e i legami plurimi: ora con Balducci, ora col Vaticano e Opus Dei. Amico degli amici di centro e di destra e di sinistra. Troppo.

«Io sto a quel che il governo mi dice, e sono relatore della legge che dovrebbe occuparsi di sistemare questa agenzia a cui è stato nominato De Lise. So che si proporrà l´Authority per i trasporti, un contenitore più grande e una guida che sicuramente dovrà essere più forte: garantire equilibrio, imparzialità e altissimo profilo etico», così si commiata Gianclaudio Bressa, deputato democratico. Non è una speranza. Sembra un pronostico.

 

passeraPasquale de LiseGIANNI LETTA balducci g malinconico FRANCESCO Boccia

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…