E DOPO LA GUERRA CHE GAZA SUCCEDERÀ? – A DIVIDERE ISRAELE E USA È L’ASSENZA DI UN PIANO SU CHI PRENDERÀ IL CONTROLLO DELLA STRISCIA QUANDO I COMBATTIMENTI SARANNO CONCLUSI - UN'IPOTESI SUL TAVOLO È QUELLA DI AFFIDARE A UN GRUPPO DI UOMINI FEDELI A FATAH (IL PARTITO DEL PRESIDENTE PALESTINESE MAHMUD ABBAS) LA GESTIONE DELLA SITUAZIONE GENERALE DELLA STRISCIA - CENTRALE LA FIGURA DEL CAPO DELL’INTELLIGENCE DELL’ANP, MAJED AL FARAJ
Estratto dell’articolo di Francesca Caferri per “La Repubblica”
BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI
Che cosa ci sia, dietro le immagini dei carri armati e dei soldati che le televisioni israeliane trasmettono quasi senza sosta, non lo sa nessuno. E dopo più di cinque mesi di combattimenti l’assenza di una risposta è diventata pesante. Non è la diversità di vedute sul cessate il fuoco o sulla questione umanitaria a dividere Israele e gli Stati Uniti, né a spaccare il gabinetto di guerra riunito a Tel Aviv: quanto piuttosto l’assenza di un piano condiviso sul giorno dopo, ovvero su chi prenderà il controllo di Gaza quando i combattimenti saranno conclusi.
Lo scrivono da giorni i commentatori più informati dei giornali israeliani, come Nadav Eyal e Avi Isacharoff su Yedioth Ahronoth e quelli americani: vedi David Ignatius sul Washington Post . La questione qui in Israele appare di giorno in giorno più urgente. A renderla tale, la ripresa dei negoziati sul cessate il fuoco prevista per oggi a Doha alla presenza del capo del Mossad David Barnea e le pressioni delle famiglie degli ostaggi e di migliaia di cittadini con loro: ieri sera, di nuovo, le manifestazioni sono state massicce.
BENJAMIN NETANYAHU VISITA I SOLDATI ISRAELIANI NELLA STRISCIA DI GAZA
Le ricostruzioni parlano di un piano messo a punto dagli apparati della sicurezza israeliani con l’assistenza e l’approvazione degli Stati Uniti: al centro, ci sarebbe l’idea di affidare a un gruppo di uomini fedeli a Fatah (il partito del presidente palestinese Mahmud Abbas) la gestione degli aiuti in un primo momento e della situazione generale della Striscia in un secondo. […] Dopo la prima fase dell’emergenza, questi stessi uomini sarebbero inviati in Giordania sotto la supervisione degli Stati Uniti e dell’Anp per essere addestrati e armati, per poi tornare a Gaza e creare la struttura portante delle nuove forze di sicurezza.
Centrale nel piano la figura di al Faraj, che diventerebbe fondamentale nel triangolo Usa-Israele-palestinesi, rafforzando così la sua candidatura alla successione di Abbas, che è già fra le più quotate. Al Faraj, originario di Betlemme, è uno degli uomini più vicini al presidente palestinese, ma anche uno degli interlocutori considerati più affidabili dagli americani. […]
Il piano, secondo la televisione Canale 12 , avrebbe l’approvazione del ministro della Difesa Yoav Gallant, che nelle settimane passate aveva provato ad appoggiarsi a Fatah anche per il delicatissimo compito di garantire la distribuzione degli aiuti alla popolazione civile, scontrandosi con il secco “no” del primo ministro. Da settimane la stampa israeliana scrive che Gallant e Netanyahu sono ai ferri corti: la gestione della sicurezza nella Striscia sarebbe uno dei punti più accesi del contendere. […]