renzi mattarella

1. IL DOPO RENZI E’ GIA’ INIZIATO AL QUIRINALE E SULL’AGENDA DELLA MUMMIA SICILIANA, AL PRIMO PUNTO, NON C’E’ SOLTANTO LO SCIOGLIMENTO ANTICIPATO DELLE CAMERE - COSI’ PER LA SUCCESSIONE DEI PREMIER E SEGRETARIO PD GIA’ SPUNTANO I NOMI DEL LAICO MARIO DRAGHI (BCE) E IL CATTOLICO GRAZIANO DELRIO

DAGOANALISI

RENZI MATTARELLA RENZI MATTARELLA

 

Seduto mestamente nel salotto televisivo di Bruno Vespa, l’altra sera il piccolo Ceasescu di Rignano sull’Arno ha iniziato a parlare di sé in terza persona. Un vezzo caro pure all’aretino Amino Dada Fanfani celebre per il suo intercalare: “Come ebbi a dire”. L’allora segretario e presidente del Consiglio Dc, perse ben presto il doppio incarico per effetto di una delle solite intentona ad uso (e abuso) nello scudocrociato.

 

Gran brutto segno, dunque, se il doppio cazzone Renzi, anche lui abusivamente leader del Pd e premier, sproloquia riferendosi al suo recente passato (inesistente rispetto alla lunga e gloriosa militanza di Fanfani) nel tentativo (fallito) di rattoppare una sconfitta elettorale, e soprattutto politica, alle ultime amministrative.

 

MATTARELLA RENZIMATTARELLA RENZI

Ora non sorprende che i giornaloni dei Poteri marciti (e i media nel loro complesso) s’innamorino dei leader populisti e “rottamatori” (a chiacchiere) che ben presto fanno clamorosamente cilecca nonostante le vergognose aperture di credito che gli vengono generosamente offerte in nome, ovviamente, dell’antipolitica e in difesa dei loro interessi di Casta.

 

Dalla rivoluzione di Tangentopoli degli anni Novanta in poi, il caso più clamoroso rimane quello del referendario Mario Segni, sul quale avevano puntato “senza se e ma” i soliti padroni del vapore: Enrico Cuccia, Gianni Agnelli, Cesare Romiti e ovviamente Carlo De Benedetti, la storia dell’Uomo Nuovo sembra ripetersi all’infinito.

ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATIONORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

 

Con l’eccezione del Re degli Impresentabili, l’ex Cavaliere Berlusconi venuto dal nulla di Tangentopoli e più volte caduto di sella, che da oltre vent’anni continua a turbare i sonni del “la Repubblica” dell’Ingegnere e degli italiani che l’avversano. Quel “Fattore B” che alla luce della recente tornata elettorale è stato decisivo – non in termini di voti racimolati da Forza Italia, scarsissimi in realtà -, per ridimensionare - senza pietà -, le ambizioni sfrenate del piccolo Ceasescu di Rignano sull’Arno.

ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATIONORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION

 

Ora non stupisce che alla vigilia di una crisi epocale quale la possibile uscita della Grecia dall’euro e con il dramma dei migranti respinti alle nostre frontiere, il nostro primo ministro (fino a prova contraria), un mostro istituzionale creato in vitro da Frankestein-Napolitano, vada in tv - invece nelle sedi proprie che sono il  Parlamento o il Nazareno -, per “sfiduciare” il suo sindaco di Roma, Ignazio Marino. Senza spiegare che il presidente del Pd, il fidato Matteo Orfini, dal 4 gennaio dello scorso anno è stato nominato commissario straordinario del partito a Roma. Lui non c’entra nulla con Mafia Capitale?

 

Non sorprende che mentre il segretario generale della Nato, Stoltenberg, parla di “tintinnio di sciabole pericolose” dopo la decisione dello zar Putin di schierare missili ai nucleari ai confini “caldi” del Vecchio Continente, il nostro presidente del Consiglio strologhi in tv di primarie e cazzate varie (e avariate). Pur dovendo ammettere la sua personale Waterloo sulla riforma della scuola.

tsipras draghi merkeltsipras draghi merkel

 

No, nessuna meraviglia se il piccolo Ceasescu, che vuole “tornare alle origini” (incerte), stavolta non abbia agitato il fantasma delle elezioni anticipate se al Senato saranno bloccate le sue false riforme. L’arma atomica da utilizzare, a quanto si capisce, suggeritagli da “la Repubblica” di Ezio Mauro. Ma la minaccia nucleare (scioglimento delle Camere) non fa più paura in Parlamento dopo che dal Quirinale ha preso congedo il Dottor Stranamore Bellanapoli.

draghi coriandolidraghi coriandoli

 

Sul Colle più alto il dopo Renzi, almeno come ipotesi di lavoro, è già cominciato. E tra le opzioni di Sergio Mattarella (non la prima) c’è anche lo scioglimento anticipato delle Camere. Ma la via è strettissima e impervia. Senza aver concluso l’iter costituzionale della riforma del Senato e con  l’Italicum per il rinnovo di Montecitorio, si creerebbe a quel punto un autentico “mostro” bicamerale con buona pace della futura governabilità. 

 

Così, nel pieno della crisi politica-economica dell’Europa (uscita della Grecia dall’euro e dalla comunità) al Quirinale si studiano alternative meno traumatiche.

 

matteo renzi graziano delriomatteo renzi graziano delrio

A differenza di Bellanapoli, Mattarella neppure immagina una crisi extraparlamentare che non rispetti le attuali regole del gioco istituzionale. E ritiene, inoltre, che il cazzane Matteo non sia insostituibile a palazzo Chigi. Tant’è che nella sua agenda di lavoro figurano già due nomi degni per far dimenticare il Rottamatore “rottamato: il presidente della Bei, il laico Mario Draghi, e l’attuale ministro delle Infrastrutture, il cattolico Graziano Del Rio. Due nomi che troverebbero il consenso anche di Silvio Berlusconi.

Già, il “Fattore B”.      

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...