E MO’ BASTA! - DOPO WOJTYLA E RONCALLI, ANCHE PAPA PAOLO VI FINISCE SULL’ALTARE: SARÀ BEATO A OTTOBRE E SANTO POCO DOPO – FATE SANTO PURE GENNY A’ CAROGNA E FINIAMOLA…

Gian Guido Vecchi per il "Corriere della Sera"

«La religione del Dio che si è fatto Uomo s'è incontrata con la religione (perché tale è) dell'uomo che si fa Dio. Che cosa è avvenuto? Uno scontro, una lotta, un anatema? Poteva essere; ma non è avvenuto. L'antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio».

Era il 7 dicembre del 1965 quando Paolo VI, con una «allocuzione» memorabile, concludeva il Concilio Vaticano II come un'espressione di «simpatia immensa» nei confronti del mondo moderno. E ora è significativo, dopo le canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, che Francesco si prepari a portare un altro predecessore agli altari, ancora nel segno del Concilio:

cardinali e vescovi della Congregazione per le cause dei santi hanno approvato ieri un «miracolo per intercessione» di papa Montini, l'ultimo passaggio per la beatificazione.
Oltretevere si dice che venerdì il decreto sarà presentato a Bergoglio per la firma, la data ritenuta più probabile per la proclamazione a beato di Paolo VI è il 19 ottobre.

E già si attende la canonizzazione per l'anno prossimo e senza bisogno di un secondo «miracolo» riconosciuto, com'è accaduto per Roncalli: il 21 giugno 2015, lo stesso giorno in cui (nel '63) fu eletto al Conclave, oppure a dicembre per i cinquant'anni dalla chiusura del Concilio.

Nulla è lasciato al caso. La data della beatificazione, se fosse confermato il 19 ottobre, cadrebbe alla fine del Sinodo sulla famiglia convocato da Francesco: e fu proprio Paolo VI a istituire il Sinodo dei vescovi come una prosecuzione dell'esperienza conciliare, un organismo che con Francesco è destinato ad avere sempre più un ruolo centrale.

Un altro tratto comune fra Bergoglio e Montini: la grande riforma della Curia voluta da Francesco ha come precedente quella che Paolo VI compì nel 1967 con la Regimini Ecclesiae Universae . L'annuncio della beatificazione precede il viaggio di Bergoglio in Terrasanta a fine mese, a 50 anni da quello di Paolo VI.

E poi, tra le varie segnalazioni per il «miracolo», è stato scelto il caso di un bimbo non ancora nato, la guarigione nel 2001, in California, di un feto che al quinto mese si trovava in condizioni disperate: rottura della vescica fetale, liquido nell'addome della madre, assenza di liquido nel sacco amniotico, con relativa diagnosi di morte o gravi conseguenze cerebrali e consiglio alla madre di abortire.

Montini è anche il Papa dell'enciclica Humanae Vitae contro aborto e contraccezione, una suora italiana suggerì di pregare e chiedere la sua intercessione, il bimbo nacque con un cesareo all'ottavo mese e oggi è un adolescente sano.

Il 12 dicembre i sette esperti della consulta medica hanno dichiarato che «allo stato delle conoscenze scientifiche» la sua guarigione «non è spiegabile», il 18 febbraio è arrivato il via libera dei teologi, ieri porporati e vescovi hanno riconosciuto il «miracolo».

Del resto, «nell'omelia del 29 giugno 1978, quando "il corso naturale della nostra vita volge al tramonto", Paolo VI tracciò una sorta di bilancio del proprio pontificato parlando di "tutela della fede" e "difesa della vita umana"», ricorda lo storico Giovanni Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano e studioso di Montini (tra l'altro, ne ha scritto la voce per la Treccani). Centrali, restano le Assise:

«Senza Roncalli non avremmo avuto il Concilio, senza Montini non sarebbe stato ciò che è stato: la ricerca del consenso più ampio possibile, l'amicizia con il mondo moderno, la "simpatia immensa" che lo ha pervaso. Questa è stata la cifra di Paolo VI».

 

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