1- ALTRO CHE 13 MILIONI: DOVE SONO FINITI I 223 MILIONI CHE IL SENATORE DEL PD LUIGI LUSI HA AMMINISTRATO COME TESORIERE UNICO DALLA NASCITA DELLA MARGHERITA FINO A IERI? 2- TENETEVI FORTE! SESSANTA MILIONI DI EURO RICEVUTI DAL PARTITO CHE NON ESISTE PIÙ DAL 2007! E NELL'ULTIMO BILANCIO DEL PARTITO-FANTASMA SI SCOPRONO 10MILIONI DI SPESE: 944MILA EURO CIRCA DI “SPESE VIAGGI, TRASFERTE, RIMBORSI SPESE, AUTOMEZZI”, UN GRAN VIA VAI PER UN PARTITO CHE NON ESISTE. POI 637MILA EURO PER SPESE POSTALI, FOTOCOPIE E SPESE DI RAPPRESENTANZA (MA QUALE?). E ALTRI 868MILA EURO DI UTENZE TELEFONICHE, CHISSÀ TRA CHI VISTO CHE LA MARGHERITA NON HA ELETTI NÉ MILITANTI 3- SE SI DIGITA WWW.MARGHERITAONLINE.IT, IL SITO DELL'EX PARTITO ORMAI DEFUNTO, VIENE FUORI UNA PAGINA VUOTA. EPPURE IL TESORIERE LUSI CERTIFICA NEL BILANCIO 533.891 EURO DI “SPESE PER SITO INTERNET”. PER UN SITO CHE NON VA? MISTERI DA LUSI (E ABUSI)

Paolo Bracalini per Il Giornale

Duecentoventitre milioni di euro, centone più centone meno, in buona parte andati ad un partito che non esiste più dal 2007. Uno zombie ma affamato, la Margherita, sciolta nel dicembre di oltre 4 anni fa per confluire nel Pd, ma ancora viva come partito fittizio percettore di rimborsi pubblici. Tutti gestiti, fino all'altroieri, proprio dal «Sen. Avv. Luigi Lusi», quello dei 13 milioni sottratti alle casse del partito, senza che nessuno se ne fosse accorto, da Rutelli in giù.

I bilanci della Margherita degli ultimi anni sono tutti firmati e certificati da lui, il tesoriere dei novanta bonifici alla sua società TTT srl, della casa da 1,9 milioni in centro a Roma e della villa del '600 a Genzano, dove Lusi risiede, comprati in toto o in parte (il senatore del Pd dice di aver fatto un mutuo per l'acquisto della casa romana) con i fondi della Margherita, cioè del finanziamento pubblico. La domanda è inevitabile: i 223 milioni di euro incassati dal partito di Rutelli negli ultimi dieci anni, sono stati gestiti e spesi con la stessa allegra finanza dal tesoriere Lusi?

Nei bilanci della Margherita si trovano risposte parziali, perché le assemblee di approvazione dei rendiconti, specie degli ultimi anni, sono virtuali, i delegati approvano in busta chiusa quello che il tesoriere documenta, com'è successo anche nell'ultima movimentata assemblea della Margherita, nel giugno del 2011. Ma, sorpresa nella sorpresa, pur essendo un partito-zombie, che esiste solo sulla carta, la Margherita virtuale ha un sacco di spese, come se fosse un partito reale.

Nell'ultimo bilancio depositato (ovviamente firmato da Lusi) ne leggiamo un bel po': 3.825.809 euro per «spese per attività di comunicazione, informazione e propaganda politica». Ma quale propaganda e comunicazione dovrà mai fare un partito defunto? Mistero. Ma non basta, ci sono 1.634.277 euro di «spese collaboratori, consulenze contabili e amministrative, revisori, legali, notarili e consulenze per riorganizzazione delle strutture». Un milione e mezzo di euro per pagare consulenti della revisione contabile che non si sono accorti della sparizione di 13 milioni di euro?

Poi abbiamo 944mila euro circa di «spese viaggi, trasferte, rimborsi spese, automezzi», un gran via vai per un partito che non esiste. Poi la bellezza di 637mila euro per spese postali, fotocopie e spese di rappresentanza (ma quale?). E altri 868mila euro di utenze telefoniche, chissà tra chi visto che la Margherita non ha eletti né militanti.

Se si digita www.margheritaonline.it, il sito dell'ex partito ormai defunto, viene fuori una pagina vuota. Eppure il tesoriere Lusi certifica nel bilancio 533.891 euro di «spese per sito internet». Per un sito che non va? Mistero. Poi ci sono le spese per pulizia e manutenzione della sede nazionale della Margherita, «solo» 749mila euro. Ma da chi se la fanno pulire? In tutto, nell'ultimo anno messo a bilancio (2010) ci sono 9,6 milioni di spese.

Meno male che, a fronte di tante uscite (anche per un partito fantasma), ci sono i rimborsi pubblici. Partiamo dall'inizio. Le elezioni politiche del 2001 assicurano a Rutelli e Lusi circa 35 milioni di euro in rimborsi elettorali. Il successivo incasso record è per le Europee del 2004: altri 30 milioni di euro. Poi si arriva alle politiche del 2006, dove la Margherita ottiene un buon risultato (Rutelli diventa ministro e vicepremier) che tradotto in euro vale 56 milioni.

Dal 2001 fino al suo scioglimento nel 2007, il partito prende complessivamente 159 milioni di euro. Ma con la fine della Margherita nel Pd, non finisce un bel niente. Il partito resta, e restano anche i rimborsi: in totale più di 60 milioni di euro dallo Stato.

Solo Rutelli e gli altri dirigenti della ex Margherita, con l'aiuto della banca cui si appoggiano per i depositi del partito, possono rispondere alla domanda inevitabile: è stato sottratto qualcosa da quei 223 milioni di euro versati dallo Stato alla Margherita del tesoriere Lusi?

 

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