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IL SOGNO INFRANTO DELL’EUROPA - SENTITE DRAGHI AL SOCIAL SUMMIT DI PORTO: “NELL'UE, UN GIOVANE SU SETTE NON È OCCUPATO, NÉ FREQUENTA UN CORSO DI ISTRUZIONE. DONNE E GIOVANI STANNO PAGANDO IL PREZZO PIÙ ALTO DELLA PANDEMIA" – “CON IL RECOVERY CAMBIEREMO IL MERCATO DEL LAVORO IN ITALIA: 14 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE AL SUD, 4,6 MILIARDI PER GLI ASILI. E INCENTIVI PER..." - IL CRONOPROGRAMMA DELLA SPESA ( IL TOP NEL 2024) E LA CONTROL ROOM A PALAZZO CHIGI - VIDEO

Da Corriere.it

 

draghi

«Da tempo l'Ue ha fatto del suo modello sociale un punto di orgoglio. Il sogno europeo e' di garantire che nessuno venga lasciato indietro» ha detto il presidente del consiglio Mario Draghi intervenendo al Social Summit di Porto. «Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali». In troppi paesi, ha detto Draghi, c'è un mercato del lavoro a doppio binario che avvantaggia o i lavoratori «garantiti» ovvero maschi e più anziani. Mentre i giovani e le donne stanno pagando il prezzo più alto della pandemia.

 

draghi

Il premier ha ricordato poi i numeri di questa diseguaglianza sociale: «Nell'Ue, un giovane su sette non è occupato, né frequenta un corso di istruzione o di formazione. In Italia siamo vicini a uno su quattro. Il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne nell'Ue si attesta a 11,3 punti percentuali. In Italia è quasi il doppio. Un terzo della popolazione italiana vive nelle regioni del Sud, ma la sua quota di occupazione totale è solo di un quarto. Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere». «L'Italia, con il Piano di ripresa e resilienza, intende porre rimedio a questa triste situazione, per un mercato del lavoro più inclusivo».

 

Per il premier, «dobbiamo stare attenti a non ridurre troppo presto le misure di sostegno fornite dalla nostra politica di bilancio. È essenziale continuare a sostenere il mercato del lavoro mentre ci rialziamo dalla crisi provocata dalla pandemia e attraversiamo questa duplice fase di transizione».

 

MARIO DRAGHI

In quest'ottica, «il programma Sure, lanciato quasi un anno fa, ha fornito una rete di sicurezza rapida ed efficace per i Paesi più colpiti dalla crisi sanitaria». La trasformazione del Programma Sure in uno strumento strutturale «potrebbe essere funzionale al dibattito in corso da lunga data su un Sistema europeo di assicurazione contro la disoccupazione e costituirebbe condizione preliminare per una effettiva unione monetaria», ha concluso.

 

 

 

SUL MONTE DEL RECOVERY LA VETTA È IL 2024

Giuseppe Colombo per huffingtonpost.it

 

draghi

La sfida più impegnativa è fissata per il 2024. Chi avrà in mano i soldi del Recovery - dal Governo al piccolo Comune - dovrà essere capace di spenderne parecchi. La fetta più consistente di tutto il programma europeo che si esaurirà due anni dopo: 42,7 miliardi. Ma già dal prossimo anno l’Italia dovrà dimostrare di correre perché i miliardi da impiegare saranno 27,6 miliardi. E tra l’altro questa tabella di marcia, che prende forma nelle 2.487 pagine del Piano inviato dal governo italiano a Bruxelles, tiene conto solo dei 191,5 miliardi del Recovery plan.

 

Il ritmo sarà ancora più sostenuto se si considera che a disposizione ci sono in tutto 248 miliardi, tra gli altri fondi del Next Generation Ue e risorse nazionali. Si dovrà spendere, velocemente e bene. Seguendo le scadenze contenute in ogni singolo progetto. E sotto controllo: il precedente dei fondi strutturali europei insegna in termini di sprechi, ma anche di illeciti. E per questo il Governo ha previsto un super controllo rafforzato contro frodi, corruzione e conflitti d’interessi.

 

Il cronoprogramma della spesa. Balzo dal 2022, quest’anno si parte con 13,8 miliardi

ARTICOLO DELLA FRANKFURTER ALLGEMEINE ZEITUNG SU DRAGHI

La partenza è lenta, in linea con un processo politico che non si è ancora chiuso in Europa. Proprio oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha sollecitato i Paesi dell’Ue a ratificare il Recovery. All’appello ne mancano otto (Austria, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Olanda, Polonia e Romania).

 

Serve il loro sì per andare sui mercati e per dare a tutti un anticipo prima della pausa estiva. Da agosto a dicembre sono 13,8 i miliardi che il governo italiano ha programmato di impiegare in 105 progetti. Si parte da Transizione 4.0, per stimolare gli investimenti privati e sostenere le imprese con il credito d’imposta e altre misure, ma anche dal Fondo Simest per le imprese che operano nell’export e dai primi progetti sull’efficientamento energetico.

 

Il primo balzo nel 2022, quando a disposizione ci saranno 27,6 miliardi per 167 progetti. Poi, nel 2023, i miliardi saranno 37,4 e i progetti da realizzare 179. A questo punto c’è il giro di boa per il Recovery. Il 2024 mette in conto 42,7 miliardi e 176 progetti, poi l’anno successivo si scende a 38,3 miliardi e a 162 progetti. Infine, nel 2026, saranno 31,5 i miliardi da impiegare in 141 progetti.

meme su Mario Draghi e il recovery plan

 

La control room di Draghi

Come già anticipato da Mario Draghi, la governance del Piano, cioè l’assetto delle strutture che gestiranno i soldi, sarà definita con un apposito decreto. E il cronoprogramma contenuto negli allegati del Recovery, la maggior parte dei quali scritti in inglese, dà una data limite: il 31 maggio. Prima, entro il 20 maggio, arriverà un altro decreto chiamato ad avviare la fase operativa del piano italiano e cioè quello sulle semplificazioni nella Pa, ma anche in materia di autorizzazioni ambientali e appalti.

 

Nel testo completo del Recovery sono tre i livelli di governance indicati. Chi monitorerà lo stato di avanzamento del piano è la “control room” di palazzo Chigi, che potrà anche proporre di attivare i poteri sostitutivi nel caso un progetto dovesse rallentare o addirittura bloccarsi.

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI AL SENATO

Sempre la control room dovrà collaborare con le singole amministrazioni per superare le criticità che dovessero insorgere. Poi c’è il ministero dell’Economia: una struttura ad hoc all’interno di via XX settembre sarà l’unico punto di contatto con la Commissione europea e avrà in mano il coordinamento centrale per il monitoraggio dell’attuazione e per la rendicontazione. Sul campo, a realizzare gli interventi, i ministeri, ma anche le Regioni e gli altri enti locali.

 

Non solo Anac e Guardia di finanza. Il super controllo del Tesoro contro frodi e corruzione

“Implementazione, monitoraggio, controllo e audit del Pnrr” è il titolo della lunga sezione che segue le 273 pagine del Piano fino ad ora conosciute. L’obiettivo principale, che guida tutte le azioni successive, è il rispetto di quanto stabilito in Europa e cioè che i progetti del Recovery devono essere “effettivamente implementati” entro il 31 agosto 2016. Tutto si deve chiudere entro quella data. E per questo si mette in evidenza che la Pubblica amministrazione - la catena viva della spesa delle risorse  - dovrà operare in modo agile ed efficace attraverso l’innesto di nuovo personale, ma anche attraverso procedure semplificate.

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Ma le semplificazioni e l’irrobustimento della macchina hanno anche una loro appendice. E cioè il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, più in generale di frodi, fenomeni di corruzione e casi di conflitti d’interesse. Un ruolo ce l’avranno la Corte dei Conti, l’Autorità anticorruzione, la Guarda di Finanza e  le leggi esistenti che controllano la spesa pubblica. Ma il Governo ha voluto rafforzare ulteriormente questo impianto prevedendo un “sistema di controllo e di audit” dell’intero Piano per “prevenire, rilevare e contrastare gravi irregolarità come frodi, casi di corruzione e conflitti di interesse”, ma anche per evitare casi potenziali di finanziamento doppio.

 

Come funzioneranno i controlli

DRAGHI 19

Il controllo sarà esercitato su due livelli. Il primo è quello delle strutture di coordinamento tecnico dei ministeri responsabili delle misure. Il secondo livello è rappresentato dal ministero dell’Economia. Al suo interno nascerà una struttura ad hoc, un’Autorità di controllo, che sarà dedicata proprio all’accertamento degli eventuali comportamenti illeciti di cui si diceva.

 

ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SU MARIO DRAGHI

I controlli, spiega il testo del Recovery, si concentreranno in particolare sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi e delle scadenze dei progetti per fornire un riscontro ma anche una rassicurazione alla Commissione europea nel momento in cui si rendiconterà il lavoro che si sta portando avanti. Ancora i controlli agiranno secondo i principi di semplificazione, efficacia e flessibilità e quindi saranno calibrati su un approccio proporzionale ai rischi. Saranno controlli a campione, quindi non su tutti i progetti, e la campionatura sarà decisa in base a una valutazione del rischio che risponde al regolamento europeo 2021-2027.

mario draghiMARIO DRAGHI RECOVERY PLAN

 

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