UN RENZINO A VENEZIA - CHI È BRUGNARO, IL NUOVO SINDACO CHE HA SEMPRE VOTATO CACCIARI E AMA MATTEUCCIO. MA GLI HA SOFFIATO LA CITTÀ - UN BULLETTO IN SAOR: "MI SONO FATTO DA SOLO, NON MI FACCIO DARE ORDINI DA NESSUNO, E RIVOLTERÒ VENEZIA COME UN CALZINO"
1. BRUGNARO, ECCO CHI È IL NUOVO SINDACO
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Né di destra, né di sinistra (anche se ha sempre votato per Massimo Cacciari e non nasconde la stima per Matteo Renzi). Imprenditore nato nel 1961 a Mirano, padre cinque volte, è figlio di Ferruccio, operaio, sindacalista e poeta di Marghera, parla il linguaggio di Renzi, almeno in termini di lavoro e flessibilità.
“E’ avanti di 20 anni”, dice la moglie. E così ha fatto con Umana il colosso dell’interinale (che negli anni crisi è arrivato a superare i 300 milioni di euro di fatturato), nato a Marghera nell’estate del 1997, il giorno successivo al licenziamento della legge che riconosceva legalmente il lavoro somministrato. Ha lavorato con Marco Biagi e Massimo D’Antona poi uccisi dalle nuove Brigate Rosse. Brugnaro, figlio di un sindacalista e di una maestra, è stato il primo in tutta Italia a capire il bisogno di flessibilità degli imprenditori. E così è stato anche nel 2009, quando la guerra tra Enrico Marchi (Save) e Paolo Trovò ha paralizzato Confindustria Venezia.
Si era creato un vuoto, c’era bisogno di una figura nuova, che non si fosse mai esposta. Brugnaro, ancora una volta, rispondeva a un’esigenza. Molte le sue proprietà in laguna che lo mettono davanti a possibili conflitti d’interesse, che lui però continua a negare. Ha acquistato l’area dei Pili dal Demanio (la zona ai piedi del ponte della Libertà) in attesa che si realizzassero una serie di progetti del Comune, è così che ha preso la scuola del vetro Abate Zanetti da Comune, Provincia e Camera di Commercio ed è così che ha avuto la concessione del project financing della Misericordia, restaurata e pronta fra 50 giorni.
Anche con la Reyer è andata nello stesso modo: la squadra di basket di Venezia era quasi sparita, Brugnaro l’ha rilevata nel 2006 e l’ha trasformata in un simbolo dello sport facendo arrivare (ed è cosa di qualche giorno fa) ad un soffio dallo scudetto. Amici (e nemici) dicono che è un combattente, lui racconta di essersi fatto da solo, partito con un cellulare e la Vespa che ha comprato con i risparmi messi da parte del suo primo lavoro. «Sono sempre stato troppo impegnato a fare o a organizzare qualcosa, a quattro anni scavavo buche con i miei amichetti. E ho sempre comandato», dice nel video di presentazione di Umana.
“Non mi faccio dare ordini da nessuno”, confessa in privato. Alla trasmissione Sottovoce, di fronte a Marzullo che gli dice di farsi una domanda, arriva a commuoversi, un pianto misto a felicità. Dice che ha «avuto tanto e che sente il bisogno di dare». E conclude «pentendosi » di non «pregare abbastanza Dio».
Dopo le primarie che hanno incoronato Felice Casson, non ha dormito per qualche notte poi ha deciso d’istinto: mi candido e divento sindaco, la città non può essere comandata dai centri sociali, lanciando l’ormai beneaugurante slogan “Ghea podemo far”. Il colore dominante è diventato il fucsia, ha portato entusiasmo e raccolto i voti dei delusi (e dei centristi, perché a Venezia si vince solo con questi). Alla sua presentazione attaccò: “Rivolterò Venezia come un calzino”. Da stasera potrà dire: “Ghea gavemo fatta”.
2. VENEZIA, L’ISOLA DI POVEGLIA VENDUTA A BRUGNARO. SCONFITTI I CITTADINI
Alice D'Este per www.ilfattoquotidiano.it del 13 maggio 2014
Il prezzo per la sola superficie – se il risultato dell’asta rimarrà confermato dopo i 30 giorni possibili per la valutazione dell’offerta da parte della “commissione di congruità” del demanio – è molto simile a quello di un appartamento di un centinaio di metri quadri a Venezia. Solo che con la chiusura definitiva di questa mattina alle 12 dell’asta con 513mila euro Luigi Brugnaro, il patron della Reyer di basket e presidente dell’Umana Holding che è stato anche presidente di Confindustria Venezia, si è portato a casa l’intera isola di Poveglia. O meglio la proprietà della superficie per la durata di 99 anni del compendio che si trova nella laguna sud di Venezia costituito da tre isole molto vicine e a breve distanza dalla bocca di porto di Malamocco.
Gli “sfidanti” (unici), hanno perso. L’associazione Poveglia per tutti e la volontà di non vedere sparire un’altra isola, dalle rotte della fruibilità ha fatto un’offerta più bassa e l’isola è andata al patron della Reyer. “Non è una questione di soldi, ma di dignità nostra ritrovata, trasparenza, partecipazione, progetti condivisi, non di videopoker bancario – dicono però dall’associazione – da una parte ci sono imprenditori privati, dall’altra i veneziani e la loro battaglia, aspettiamo la valutazione di congruità”.
Il prezzo spuntato da Brugnaro è effettivamente ‘stracciato’. Da aggiungere al costo della superficie ci sarebbero però anche circa 20 milioni di euro che saranno necessari per rimettere a nuovo l’isola, ora abbandonata. Queste, secondo lo stesso Brugnaro, le prime stime messe a punto dai tecnici insieme ai tecnici del demanio. “L’ho fatto per Venezia e veneziani, per scongiurare il rischio che qualche investitore esterno comprasse un bene inestimabile della città – ha detto Brugnaro ad asta conclusa – proporremo dei progetti che tengano conto delle esigenze dei cittadini. Non ci sarà alcuna speculazione edilizia, non ci sarà alcun albergo a cinque stelle. Quello che faremo su quell’isola, finora abbandonata, sarà a norma delle prescrizioni che ci sono state date e ovviamente sarà concertato con il Comune e con il sindaco Giorgio Orsoni“.
CLAUDIO SICILIOTTI CESARE DE MICHELIS LUIGI BRUGNARO
Quando parla di “prescrizioni” l’imprenditore si riferisce ad un documento che porta in calce la firma del direttore regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali Ugo Soragni in cui si specificano le condizioni entro le quali l’alienazione del bene è autorizzata. E non sono poche, specie in materia di restauri. Con un ma. “La conservazione del bene sarà assicurata mediante provvedimenti restaurativi e manutentivi con particolare riferimento alle caratteristiche architettoniche, decorative e testimoniali, sia di carattere ecclesiastico che militare, ai profili lagunari del recinto murario, nonché alle aree archeologiche”.
Questo tanto per restare in tema di restauri. Poi c’è la parte che riguarda le costruzioni. “Per le parti distrutte sarà possibile la ricostruzione entro le antiche volumetrie storiche documentate – dice il documento – non saranno consentite suddivisioni o frammentazioni degli spazi, interni o esterni che non siano di norma reversibili e non rispettino adeguatamente l’articolazione storica degli edifici”. Tradotto con una battuta: le tanto temute stanze d’albergo si potranno fare, a patto che i muri divisori siano di cartongesso.
“Non si può dire che questa condizione sia preclusiva per la realizzazione di una struttura alberghiera – dice infatti Ugo Soragni, direttore regionale del Mibac – certo non sarà possibile suddividere l’immobile in via definitiva. Dopodiché le condizioni in cui attualmente versava l’isola possono essere definite particolarmente rassicuranti? I vincoli che abbiamo messo sono particolarmente stretti e disciplinano non solo la sua conservazione ma anche l’uso”.
Nello stesso documento si citano infatti le modalità di fruzione pubblica, che prevedono l’accesso al bene con cadenza non inferiore a tre giornate settimanali, comprese le festività. Con particolare attenzione alle aree artistiche archeologiche e al perimetro dell’isola con punti di sosta e belvedere. Una magra consolazione questa però per chi in città avrebbe voluto ricominciare ad usare l’isola con un progetto ‘per tutti’.
E a far tremare i polsi ai veneziani c’è anche un precedente. Quello della Scuola grande della misericordia. Il contratto di concessione firmato nel 2009 dal Comune di Venezia vede come partner privato dell’operazione proprio Umana s.p.a, dello stesso Luigi Brugnaro. II partner privato si era impegnato a realizzare opere di ristrutturazione per circa 8 milioni di euro. Solo che anche lì, a detta dell’assessore ai lavori pubblici del Comune di Venezia Alessandro Maggioni ad oggi, non risulta partito nessun intervento.