donald trump kamala harris

È GIÀ FINITA LA LUNA DI MIELE PER KAMALA HARRIS – DOPO UN MESE SULLA CRESTA DELL’ONDA, L’ENTUSIASMO PER LA VICEPRESIDENTE È QUASI SCEMATO - NEI SETTE STATI IN BILICO NON HA UN VANTAGGIO NETTO E ADESSO SI TEME PER IL DIBATTITO DI MARTEDÌ: TRUMP, UN ANIMALE DA TELECAMERA, RISCHIA DI METTERLA ALLE CORDE E LEI POTREBBE RISULTARE POCO EMPATICA E POCO CONVINCENTE – LA SUA SPERANZA È RACCOGLIERE I VOTI IN FUGA DAL PARTITO REPUBBLICANO: LA DEPUTATA DEL GOP, LIZ CHENEY, HA GIÀ DICHIARATO CHE VOTERÀ PER LEI...

1. TRUMP-HARRIS: SFIDA TRA DUE FRAGILITÀ

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

KAMALA HARRIS

Quella fra Donald Trump e Kamala Harris appare sempre più una sfida, incertissima, tra due debolezze.

Certo, cambiando candidato i democratici hanno recuperato molto terreno rispetto a Joe Biden che, per i sondaggi, partiva sconfitto e di molto. La Harris è stata una scossa benefica: ha ridato fiducia ai democratici ora all’attacco anche in Stati che davano per già persi come North Carolina e Georgia, ridurrà l’astensionismo tra i progressisti e ha relegato sullo sfondo quell’attentato a Trump che, con le foto epiche di Donald insanguinato che stringe il pugno e grida fight! sotto la bandiera, era sembrato la pietra tombale sulla campagna democratica.

 

conferenza stampa di donald trump a bedminster 2

Per un mese Kamala è stata sulla cresta dell’onda: attenzione enorme e benevola dei media, mobilitazione dei volontari, grande raccolta di fondi elettorali, il partito unito attorno a lei con una compattezza che pochi si aspettavano.

Mentre Trump, oltre a non incassare il «dividendo» dell’attentato, si è ritrovato relegato nell’ombra per la prima volta da quando fa politica. Ma, pur avendo recuperato, la realtà è che nel suo momento migliore la Harris è in un testa a testa, senza avere vantaggi netti, in tutti i sette Stati in bilico.

 

kamala harris intervistata dalla cnn

E la «luna di miele» è finita: col dibattito di martedì tornerà alla ribalta Trump, deciso a metterla alle corde con la sua dialettica. Kamala, poco empatica e poco convincente quando intervistata, può tirare fuori la verve della procuratrice che inchioda un plurincriminato (e condannato). Mentre Trump può ripetere l’errore di ricorre alle battute sprezzanti e sessiste

 

[…]La Harris combatte con le sue fragilità interiori, Trump deve vedersela con un’incontinenza che può tracimare con proiezioni esterne […]

 

conferenza stampa di donald trump a bedminster 4

LIZ CHENEY VOTA KAMALA E PER I REPUBBLICANI IN FUGA DA TRUMP SI PREPARANO POLTRONE

Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”

 

Suo padre era un’icona del Partito repubblicano, architetto della guerra in Iraq durante l’amministrazione Bush, e lei era il numero tre del Gop alla Camera, eppure il 5 novembre Liz Cheney voterà per Kamala Harris […] L’ultima in una lunga serie di defezioni nel partito appartenuto una volta a Lincoln e Reagan, tra i conservatori tradizionalisti che non lo riconoscono più nella sua trasformazione trumpista. È difficile dire quanto impatto avranno sul risultato, perché ormai sono stati ostracizzati come traditori, ma in una sfida così competitiva potrebbero far mancare a Donald voti indispensabili per vincere.

kamala harris

 

[…] Liz era cresciuta rapidamente nella gerarchia del Gop, diventando il numero tre alla Camera. Quando Trump aveva conquistato la nomination presidenziale si era allineata, sostenendolo e votando per lui. Fino a quando non lo aveva visto all’opera da vicino. La famiglia Bush aveva preso le distanze dal principio, anche a causa del risentimento per come aveva demolito Jeb durante la campagna del 2016. Dick aveva seguito, per differenze etiche e caratteriali, ma anche perché aveva un’idea del ruolo degli Stati Uniti come faro per la democrazia globale che Donald negava. Liz aveva iniziato ad allontanarsi progressivamente, ma poi aveva rotto in maniera netta dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2020, partecipando come vice presidente alla Commissione d’inchiesta della Camera e votando a favore dell’impeachment.

liz cheney

 

Il partito rimasto nelle mani di Trump l’aveva censurata ed emarginata, fino a quando un candidato sostenuto da Donald l’aveva battuta nelle primarie per il seggio da deputata nel Wyoming, chiudendo la sua carriera parlamentare.

KAMALA HARRIS MEME

 

Liz ha taciuto finora, ma mercoledì ha rotto il silenzio: «Come conservatrice, e persona che tiene molto alla Costituzione, ci ho pensato a lungo. A causa del pericolo che Donald Trump pone, non solo non voterò per lui, ma lo farò per Kamala Harris». Quindi, trovandosi nello Stato chiave della North Carolina, ha aggiunto: «Non abbiamo il lusso di sostenere altri candidati».

 

meme pubblicato da donald trump jr su liz cheney

[…] Non è l’unica, dopo l’ex deputato Kinzinger che aveva parlato alla Convention di Chicago, il figlio del senatore McCain, l’ex portavoce Stephanie Grisham, e duecento funzionari che avevano servito con i due presidenti Bush e il candidato Romney. Repubblicani anti Trump, convinti che il partito debba perdere con lui per poi rinascere. Harris ha detto che vorrebbe qualcuno del Gop nella sua eventuale amministrazione e potrebbe cercarlo tra questi tradizionalisti. Quanti voti riusciranno a spostare è difficile da prevedere. Nikki Halley, che nelle primarie aveva sfidato Donald, lo ha appoggiato alla Convention di Milwaukee, ma è possibile che alcuni suoi elettori non se la sentano di seguire l’indicazione, fatta soprattutto per proteggere il proprio futuro politico. E poche migliaia di voti, o di astensioni, potrebbero fare la differenza nei sette Stati che decideranno il risultato del 5 novembre.

KAMALA HARRIS E TIM WALZ kamala harris alla convention nazionale democratica di chicago liz cheney con il padre dick liz cheney ammette la sconfittaliz cheney 2 liz cheney 1 doug ehmoff kamala harrisLIZ CHENEY kamala harris alla convention nazionale democratica di chicago 1kamala harris e tim walz - convention nazionale democratica chicago

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…