schlein zingaretti

ELLY A PEZZI TRA I RICATTI DI CONTE, LA QUESTIONE MORALE E IL CASO ZINGARETTI – RONCONE: "IL PROBLEMA PIU’ GROSSO PER SCHLEIN SI CHIAMA NICOLA ZINGARETTI CHE NICCHIA, FA L’INCERTO, MA IN REALTÀ PRETENDE DI TORNARE A FARE IL PARLAMENTARE EUROPEO (OSTILI ALLA SUA CANDIDATURA BETTINI E FRANCESCHINI). MA PERCHÉ ELLY VA DIETRO A UNO CHE, SCENDENDO DAL PALCO DELLA FESTA DELL’UNITÀ, A RAVENNA, DISSE, SPREZZANTE: 'CON QUESTA NON ARRIVIAMO MANCO AL 17%?'" – COME DAGO DIXITI, E' MARCO DAMILANO IL "CONSIGLIORI" DI ELLY E DEUS EX MACHINA DELLE LISTE PD...

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FLASH! - IL DEUS EX MACHINA DELLE LISTE DEL PD PER LE ELEZIONI EUROPEE, CONSULTATO DA ELLY SCHLEIN..

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera - Estratti

 

schlein zingaretti

«Vediamoci — dice la fonte al telefono — voglio raccontarti un po’ dei nuovi casini della Schlein sulle liste per le Europee...», e poi propone un caffè da Illy, il bar all’ombra di Montecitorio, in via degli Uffici del Vicario, un vicolo di sampietrini dove a mezzogiorno strusciano turisti in ciabatte con enormi coni di gelato e soprattutto politici, i parlamentari che ci toccano oggi, una sfilata di ministre indagate ma ancora frizzanti

 

(la Santanchè come se stesse entrando al Twiga), leghisti a muso lungo e insoddisfatti del capo che ti fanno segno, butta male, ti chiamo dopo, e il comunista Nicola Fratoianni invece piacione e rilassato (l’aver imbarcato con destinazione Bruxelles l’ex marziano Ignazio Marino, ha convinto i sinistrorsi che la soglia del 4% verrà superata agevolmente): ecco pure Antonio Tajani — potente, pacioso, furbissimo — che saluta i cronisti come un anziano collega («Mi sento ancora uno di voi»: sì, vabbè) e poi laggiù Nicola Zingaretti, abito grigiastro e zainetto multicolore, che viene su ingobbito e un bel po’ accigliato (curiosa coincidenza, tra qualche capoverso capirete perché).

schlein zingaretti

 

Il tavolino accanto alla parete, due tazzine fumanti.

«Ma lo sai che Elly pende dalle labbra di un tuo collega? Ascolta solo i suoi consigli...».

Chi è? «Ti dico chi è, ma non devi scrivere il nome: anche perché è un tuo amico... Si tratta di...». Ma no? «Ma sì. Proprio lui».

 

Beh, ci capisce di politica. «Elly, meno. E il punto è questo: la scena, con la colata di fango barese, si è molto complicata per la nostra cara segretaria con la bio-borraccia. Ora Elly deve scegliere i candidati per l’Europa, tenendo conto di due fattori: il ricatto di Conte, che le impone di cambiare volto al partito, eliminando i cacicchi, e la campagna elettorale che sarà inevitabilmente condizionata dalla questione morale».

Continua. «Zinga. Il problema più grosso, in queste ore, è lui. Lavoraci» (e certo: gli spifferi delle fonti vanno sempre verificati). Allora: la storia è questa.

GAY PRIDE 2023 - ELLY SCHLEIN E NICOLA ZINGARETTI

 

Nicola Zingaretti nicchia, fa l’incerto, ma in realtà pretende — capito? pretende — di tornare a fare il parlamentare europeo. Evitate di andare su Wikipedia, ascoltate: Zinga è già stato a Bruxelles vent’anni fa, poi un giro da presidente della Provincia di Roma e, per due mandati, governatore del Lazio.

 

Quindi l’esperienza da segretario del Pd (uscì dal Nazareno dicendo cose terribili sul suo partito) e il seggio, blindato, alla Camera: eletto appena un anno e mezzo fa. Il tempo di sfilare a quel gentiluomo di Gianni Cuperlo la guida della fondazione del partito e, adesso, vuole di nuovo partire. Perché questa urgenza? Soprattutto: perché Elly va dietro a uno che, scendendo dal palco della Festa dell’Unità, a Ravenna, disse, sprezzante: «Con questa non arriviamo manco al 17%?».

 

Ostili alla candidatura di Zinga tipi come Bettini (geniale e autorevole tessitore dem, non cede al ricordo che il fratello del commissario Montalbano fu suo allievo) e il potente Mancini. Contrari anche Fassino e Morassut. Il succo del loro ragionamento è: Nicola porta un voto stanco, mentre sarebbe invece più strategico dare una rinfrescata al partito candidando uno come Matteo Ricci, il brillante sindaco di Pesaro (andando, tra l’altro, incontro alle richieste di quel camaleonte travestito da coccodrillo che è Conte). Pure Dario Franceschini è critico su Zinga: però perché lui sponsorizza Dario Nardella (che ha un nemico seccante: Luca Lotti, il quale dice d’occuparsi solo di calcio, e però poi invece, si sa).

NICOLA ZINGARETTI ELLY SCHLEIN

 

Ora è chiaro che se Elly cede ai capricci di Zinga, nel collegio del Centro (Lazio, Toscana, Marche, Umbria), per Ricci e Nardella si fa dura e sarebbero costretti a darsi battaglia (il Lazio, da solo, sposta 600 mila voti). «Ma c’è di più — aggiunge la fonte, ordinando una spremuta d’arancia —. Perché dietro Zinga, c’è proprio la fila».

 

Intanto, c’è Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire , uno che — scrive Giuliano Ferrara sul Foglio — ha «una certa modestia di orizzonti», pieno di un bergoglismo d’ordinanza, con la bandiera della pace in Ucraina intesa come bandiera bianca, e siccome «il Pd ha un penchant infallibile per i personaggi un po’ grigi, appena ne vede uno, lo imbarca». Contro di lui, tutta l’area riformista, Lorenzo Guerini in testa. Ma Tarquinio è un grande incassatore, il potere gli piace, e sta lì, che aspetta. Sapendo che Elly deve assicurargli un’elezione certa (auguri) per non inimicarsi mezza piazza San Pietro.

SCHLEIN ZINGARETTI

 

Con Tarquinio, ambiscono Francesco De Angelis (signore delle tessere ciociaro: parliamo di 70 mila preferenze) e l’umbra Camilla Laureti (per Elly, l’ideale capogruppo in Europa). Insomma: per accontentare tutti, il Pd dovrebbe arrivare almeno al 30% (fantascienza).

 

(...) No, dai: parlami di Bonaccini.

«Preferirebbe un terzo giro da governatore. Ma credo che, alla fine, accetterà d’essere capolista nel Nord Est».

 

Dall’altra parte, nel Nord Ovest, sembra una sala d’imbarco. Dietro Cecilia Strada, altra coda. Forse è davvero tentato Andrea Orlando (del resto: per uno come lui, con la sua bella storia, è un tormento assistere alla vita quotidiana del partito, dove sacerdoti e sacerdotesse di Elly dimostrano di non avere le più elementari nozioni di grammatica politica). Facce sparse in attesa: Toia, Tinagli, Benifei, Fiano, Gori, Pizzul, Maran, forse pure Berizzi di Rep .

 

«Chiama il cameriere, paghiamo».

 

SCHLEINING - MEME BY SHILIPOTI

Ultimi appunti: per le Isole c’è Pietro Bartolo. Per il Sud, Lucia Annunziata dovrebbe essere capolista, nonostante la feroce battaglia di Pina Picierno che — legittimamente — vuol tornare in Europa (Lucia è preoccupata e sta chiamando e facendo chiamare tutti i cacicchi del Meridione, a cominciare da Enzo De Luca. Invoca complicità, benevolenza. Lucia sa che a molti capi e capetti dem non è piaciuta la costruzione della sua candidatura. Prima, un filo infastidita, disse: «Giuro, non mi candido», poi si fece annunciare dalla segretaria, a sorpresa, alla tivù). Su Antonio Decaro non si capisce quanto possano pesare i veleni degli ultimi giorni.

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