trump macron

IL GARCON DI TRUMP – FRUSTRATO NELLE SUE AMBIZIONI RIFORMISTE, EURO IN PRIMIS, DA UN'UNIONE CHE HA TROVATO NELLA GERMANIA NEO-NAZIONALISTA UN ALLEATO INSPERATO, MACRON PROVA A RIFARSI DEGLI INSUCCESSI EUROPEI LANCIANDOSI NELLA GRANDE FIERA AMERICANA DELLE VANITÀ. VUOLE DIVENTARE L'INTERLOCUTORE PRIVILEGIATO DI TRUMP

 

Adriana Cerretelli per Il Sole 24 Ore

 

TRUMP MACRON

Sarebbe meglio non accadesse ma se in casa, dentro la casa europea, Emmanuel Macron e Angela Merkel si scambiano sgambetti e colpi bassi con sorrisi d’ordinanza sulle labbra non stupisce più di tanto, per molti versi rientra in una consumata tradizione. Spesso da drammatizzare. Se però il presidente francese e il cancelliere tedesco, i due pesi massimi dell'Unione, si marcano stretti alla corte di The Donald, rubandosi la ribalta per conquistarne i favori, la faccenda cambia e assume aspetti anche un po' grotteschi.

 

TRUMP MACRON 1

Il nuovo e discusso inquilino della Casa Bianca per ora non si presenta come il migliore amico del vecchio continente, che anzi strapazza a giorni alterni. Più che farsi concorrenza in modo smaccato, almeno quando gioca fuori casa l'Europa dovrebbe ostentare unità, comunanza di visione e di strategie politiche ed economiche. Soprattutto se poi pretende anche di ergersi a interlocutore globale solido e affidabile, tanto da poter influenzare un presidente americano di rottura, di cui spesso contesta le scelte temendone l'impatto su stabilità e pace mondiale.

 

Impossibile immaginare Francois Mitterrand e Helmut Kohl, i loro predecessori, cimentarsi in una simile gara a Washington sotto le bandiere dei rispettivi nazionalismi in competizione, esportando divisioni e debolezze di un'Unione che ha pure l'arroganza di negarle mentre le mette a nudo senza ritegno.

 

trump macron

Crisi ed emergenze incalzano: Iran, Siria, battaglia sul clima e la tregua di Trump sui dazi per acciaio e alluminio che scade il 1 maggio. Invece di serrare le fila, l'Europa sembra ipnotizzata da un gioco perverso con se stessa.

 

Frustrato nelle sue ambizioni riformiste, euro in primis, da un'Unione che, nonostante Brexit, le disdegna trovando nella Germania neo-nazionalista un alleato insperato, Macron prova a rifarsi degli insuccessi europei lanciandosi nella grande fiera americana delle vanità. Vuole diventare l'interlocutore privilegiato di Trump, la sua dinamica interfaccia europea sui fronti della sicurezza, della difesa, della pianificazione di nuove strategie in Iran, in Africa, in Medio ed Estremo Oriente. Grazie alla “force de frappe” conta di riuscirci colmando i vuoti aperti da Brexit sul fronte europeo dei rapporti transatlantici.

 

donald trump angela merkel

Di più spera di farlo scavalcando anche il tradizionale rapporto continentale privilegiato che, almeno fino all'altro ieri, la Germania intratteneva con gli Stati Uniti in ambito Nato. Il tutto approfittando di un cancelliere tedesco arrivato al quarto mandato di Governo indebolito all'interno e in perdita di leadership europea. E per di più finora in rapporti burrascosi con la presidenza Trump, per questioni di pelle oltre che di grossi conflitti di interesse.

 

angela merkel donald trump

La febbre americana e l'ansia di protagonismo rischiano però di trascinare Macron in manovre diplomatiche spericolate. Con possibili effetti boomerang, in Europa per cominciare. Per convincere Trump a desistere dall'abbandono dell'accordo con l'Iran sul nucleare, il presidente francese ieri gli ha proposto di integrarlo con un “new deal” che ne sani le lacune denunciate dagli Stati Uniti.In concreto, la proposta prevede il blocco del nucleare iraniano fino al 2025 e oltre, l'inclusione dei missili balistici e una politica di containment dell'attivismo di Teheran in Siria, Libano, Iraq e Yemen.

 

trump macron may

Da Londra è arrivato il pieno sostegno alla linea Macron. Da Berlino invece estrema cautela, in attesa dell'arrivo domani a Washington della Merkel. Irritazione scoperta invece a Bruxelles e in Europa, che ritiene che l'attuale intesa funzioni e che la Francia si sia spinta unilateralmente oltre le posizioni discusse e concordate. Evidentemente per il presidente francese uno strappo europeo val bene una ricucitura americana. Molti temono però che non basterà comunque ad ammorbidire Trump sull'Iran. Sarebbe questa una delle ragioni della circospezione tedesca. Le altre sono quelle di sempre: la riluttanza a lanciarsi in operazioni militari sia pure circoscritte, vedi il rifiuto di partecipare ai bombardamenti anglo-franco-americani in Siria. La preminenza degli interessi economici e commerciali su tutto il resto.

 

trump prende la mano a theresa may

Però questa logica con l'America di Trump funziona molto meno che con quella dei predecessori. Per questo oggi il volontarismo macroniano pare più gradito del realismo felpato del cancelliere. Purtroppo, e come se già non ce ne fossero abbastanza, anche queste divaricazioni americane dentro l'ammaccato ménage franco-tedesco rischiano di scaricarsi sull'Europa, complicandole la vita. Lo si è appena visto sull'Iran. Potrebbe accadere di nuovo nei prossimi giorni se non si troverà l'accordo (a che prezzo e a carico di chi dentro l'Ue?) per evitare i dazi Usa e una guerra commerciale. L'Europa continua a farsi del male con le proprie cacofonie. Peccato che non riesca proprio a evitarle.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)