PULIZIA PER LA POLIZIA? - SCANDALO-VIMINALE: MANGANELLI INCONTRA IL PROCURATORE DI NAPOLI COLANGELO (IN ARRIVO AVVISI DI GARANZIA?) - LA CANCELLIERI ASPETTA INVANO I RISULTATI DELLE INCHIESTE INTERNE - IL CAPO DELLA POLIZIA DIFENDE I “SUOI” UOMINI: “NESSUNO POTRA’ DIRE CHE SONO UN IMBROGLIONE. NON SIAMO ESPERTI MANAGER NEL CAMPO DELLA CONTABILITÀ” - CACCIA AL CORVO: SOSPETTI SULLE AZIENDE ESCLUSE DAGLI APPALTI…
Guido Ruotolo per "la Stampa"
«Nessuno potrà dire che sono un imbroglione». Provato, è come se avvertisse la necessità di difendersi, di allontanare da sé i «sospetti», le «allusioni» sugli «affari sporchi» al Viminale. Antonio Manganelli, capo della Polizia, ieri si è sfogato per difendere non solo i suoi «38 anni» di onorata carriera, ma il lavoro della Polizia, del poliziotto, dell'investigatore.
Prima la sentenza della Cassazione sul G8 di Genova, che ha condannato una filiera di «sbirri» che hanno segnato positivamente la stagione dell'Antimafia e della lotta al crimine, adesso il Corvo sulla «Spectre» degli appalti interni al Viminale, gestita dal vicecapo vicario della Polizia, Nicola Izzo. Sarà solo una coincidenza ma nell'arco di poche settimane è come se fosse stato decapitato il gruppo dirigente (plurale per sensibilità professionali e non solo) della Polizia di Stato.
Ecco dunque perché capire chi c'è dietro l'anonimo è importante. Il capo della Polizia ieri ha circoscritto il campo: «Bisogna guardare verso le aziende rimaste fuori dalle ricche gare per gli acquisti tecnologici del ministero». Insomma, ci troveremmo di fronte a una vendetta delle aziende escluse. Dice ancora il capo della Polizia: «Fin da ragazzo avevo una sola fissazione nella vita, quella di fare l'investigatore, il mio obiettivo l'ho raggiunto e sono felice, ma noi non siamo formati per essere esperti manager nel campo della contabilità , io quando andavo a scuola non ero bravo in matematica, siamo modesti artigiani in questo campo, mentre siamo bravi in altri».
Un'allusione per dire che quando poi vengono assegnati ruoli impropri può accadere che per inesperienza e mancanza di professionalità si possono commettere degli errori.
Nel caso dell'anonimo, poi, va sottolineato che Nicola Izzo è il vertice del Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo Sviluppo Obiettivo Convergenza 2007-2013, che mira ad aumentare le condizioni di sicurezza e legalità nel Paese. Vertice nel senso proprio del termine, anche se poi è vicecapo della Polizia.
Ma Manganelli mette nel conto possibili terremoti giudiziari (ma anche interni). Riferendosi alla sua «squadra», lancia un appello alla «compattezza»: «I miei uomini sono stati scelti proprio per le loro qualità umane prima che professionali. Tutti devono rimanere sereni e fare quello che facevano, meglio di prima. Se poi la strada conduce non al rafforzamento della vecchia squadra, ma a un suo dimezzamento, si prenderanno altre decisioni».
In questi giorni si sono registrate impacciate ricostruzioni della tempistica degli eventi. La lettera anonima è arrivata ai vertici del Viminale il 26 luglio. Immediatamente è stata trasmessa al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. Da allora ai giorni scorsi quando è stata investita delle indagini la Squadra Mobile di Roma di Renato Cortese, cosa è stato fatto? E la commissione interna al Viminale cosa ha prodotto finora?
In questi giorni il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, non ha nascosto la sua irritazione per la gestione dell'anonimo. Aspetta ancora pazientemente che gli accertamenti arrivino a una conclusione. E almeno fino al termine dei lavori dell'assemblea generale dell'Interpol che si tiene a Roma, sarebbe contenta se calasse il silenzio sulla vicenda.
Anche perché, nei prossimi giorni, potrebbero arrivare novità clamorose dal Palazzo di Giustizia di Napoli, dove è aperto il fascicolo che vede il vicecapo vicario della Polizia, Nicola Izzo, indagato insieme con prefetti ed ex questori per turbativa d'asta. Una vicenda delicata di cui ieri Manganelli ha parlato col procuratore Giovanni Colangelo.
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