CHI GRILLO E CHI NO - IL FILOSOFO DI DON VERZE’ MASSIMO CACCIARI AZZANNA IL NUOTATORE: “È DEMAGOGIA, POPULISMO. SI PRESENTA COME IL PEGGIO DELLA SECONDA REPUBBLICA: LA SPETTACOLARIZZAZIONE, LA VOLGARITÀ” – ALTRA CAMPANA, A CARLO FRECCERO: “SI PRESENTA COME UN NUOVO DON MILANI, UN SACERDOTE BUONISTA CHE SPIEGA LA COSTITUZIONE. E CHE OFFRE UN MODELLO DI POLITICA ONLUS, DI IMPEGNO COME VOLONTARIATO…”

1- CONTRO GRILLO: "È IL PEGGIO DELLA SECONDA REPUBBLICA"
Massimo Cacciari per "l'Espresso"

«Cosa mi piace di Beppe Grillo? Nulla. Così come nulla mi piace di questa stagione politica repellente». Il filosofo Massimo Cacciari, ex sindaco di Venezia, descrive così la sua distanza abissale dalla moda politica dell'autunno 2012. Più di ogni altra cosa all'intellettuale Cacciari non piace l'uso delle parole del comico che si è fatto capopopolo.

«Grillo nell'immagine si presenta come il peggio della Seconda Repubblica: la spettacolarizzazione, la volgarità. C'è una deriva del linguaggio politico, mi hanno insegnato che la politica è etica della responsabilità, comprendere un problema e verificare in modo comprensibile la sua soluzione».

Eppure, aggiunge Cacciari, il problema Grillo rivela una crisi più generale. «È un sintomo, mette in evidenza che tutte le attuali leadership sono in bilico, provvisorie. Potrà sembrare strano, ma Grillo e Mario Monti sono due facce della stessa medaglia, rappresentano due risposte all'impotenza della politica, la patologia e la miseria di una classe dirigente. Monti non vuole correre alle elezioni, fa un'operazione verità sullo stato del Paese, ma non va oltre e spesso il suo aplomb è disperante. Grillo è demagogia, populismo. Ma è ingiusto liquidarlo solo così, come spesso sbagliando fanno nel Pd.

Il populismo di Grillo non è lo stesso di Berlusconi e neppure quello di Bossi, non ha nessun tono secessionista, anti-meridionalista, xenofobo o razzista. Anzi, è utile per contenere una protesta che altrove in Europa si rivolge all'estrema destra, un elettorato che non voterà mai per Bersani e neppure per Renzi».

E ora il Movimento 5 Stelle è alla prova del governo: «Sì, perché se Grillo prende il 18 per cento alle elezioni politiche non potrà tirarsi indietro. Dovrà decidere se continuare a fare lo show oppure se vuole contare, decidere, governare. Ma sarà una scelta delicatissima: serve una classe politica, un programma, un progetto. Per questo ho invitato Crocetta in Sicilia ad aprire un dialogo con 5 Stelle, a sondarli, a metterli in gioco».

Altrimenti, conclude Cacciari, «è evidente che l'unica possibilità alternativa è un governo di grande coalizione. Ma bisogna dirlo in campagna elettorale. Dopo sarà troppo tardi. E vincerà Grillo».

2- PRO-GRILLO: "DA GRILLO PARLANTE A FATA TURCHINA"
Carlo Freccero per "l'Espresso"

Zelig» come sa esserlo «un comico che sente il suo pubblico», ma anche leader politico che «batte le piazze» nel senso più tradizionale. Santone immateriale del Web ma anche tangibilissimo attraversatore di Stretti. «Grillo Parlante» che racconta verità scandalose, certo, ma ormai anche «Fata Turchina» che «impartisce a tutti noi Pinocchi i precetti per essere cittadini buoni». E, in futuro, chissà che altro.

Perché il fenomeno Grillo è più complicato e spiazzante di quel che sembra. E in continua evoluzione. Per testimoniarlo, Carlo Freccero, oggi direttore di Rai4, una vita da guru della comunicazione e grande osservatore della realtà, prende ad esempio l'ultima evoluzione, quella della campagna elettorale in Sicilia, che a suo avviso «dimostra l'esistenza di un percorso davvero molto articolato»: «Tutti pensavano a Grillo come a quello del sito, del blog, quello che aleggia coi comunicati. Invece lui ha stravolto tutto.

E in questa campagna elettorale ha fatto il contrario: ha lavorato come un vecchio politico sul territorio, piazza per piazza, paesino per paesino. Nessuna presenza virtuale: una campagna elettorale tutta di prossimità, materialità, corpo, a partire dalla traversata a nuoto dello Stretto. Cioè, in teoria, proprio quella modalità che da nativo digitale avrebbe dovuto detestare. Non solo. Si è addirittura trasformato in un agit-prop umanistico, in buon pastore che grida "siciliani, dovete cambiare", "convertitevi, oh siciliani" - proprio a loro, poi, i più cinici rappresentanti del niente cambia.

Nulla a che vedere, comunque, con la filosofia Casaleggio, con la politica come algoritmo e ricerca del format per far sì che la gente controlli via Web la cosa pubblica. Perché questo Grillo non è più digitale, è analogico. Stupefacente». Niente a che vedere, spiega Freccero, nemmeno con l'antipolitica. «L'ultimo Grillo non presenta nulla di oppositivo, nessun elemento di rivolta. Ha superato il ruolo di Grillo parlante, quello dello smascheratore di scandali che è stato per anni, e si è fatto Fata turchina, da attore è diventato maestro che spiega cosa fare per essere buoni cittadini. Lavoro, impegno, sacrificio.

Si presenta come un nuovo don Milani, un sacerdote buonista che spiega la Costituzione. E che offre un modello di politica onlus, di impegno come volontariato: rappresentando, peraltro, l'unica alternativa in un panorama dominato dai tecnici, nel quale i politici tradizionali si sentono sempre più fuorigioco». Insomma, spiega Freccero, quello di Grilllo è un lungo percorso che parte da anni di «controinformazione», passa per il Web, per poi ritornare «alla predicazione», realizzando una «versione americanizzata del lavoro porta a porta».

Il tutto, senza smettere d'attingere dall'esperienza di comico: «Essendo uomo di spettacolo, Grillo sa benissimo che con il pubblico non bisogna fare ragionamenti difficili, ma stabilire una complicità, fare appello all'affettività, alla risata, al sentimento. E ha trasportato in politica una modalità che in politica non è abituale: come ha fatto Berlusconi con la sua soap opera, ma offrendo al contrario la narrazione del realismo e dell'impegno».

 

Massimo Cacciarigrillo beppe grillo beppe beppe grillo grillo beppe Beppe Grillo beppe grillo legnano CARLO FRECCERO VENDOLA BERSANI

Ultimi Dagoreport

francesco lollobrigida

DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE GUERRE NON CI SAREBBERO STATE DI FRONTE A CENE BEN ORGANIZZATE?”. E TRA UNA CAZZATA E UNA GAFFE, FERMAVA PURE I TRENI - DOPO DUE ANNI DI LOLLISMO SENZA LIMITISMO, QUESTA ESTATE, UNA VOLTA SEGATO DALLA MOGLIE, LA SORELLA D’ITALIA ARIANNA MELONI, È SCOMPARSA LA NOSTRA RUBRICA PREFERITA: “LA SAI L'ULTIMA DI LOLLOBRIGIDA?”. ZAC!, IL SILENZIO È SCESO COME GHIGLIOTTINA SUL MINISTRO DELL’AGRICOLTURA (PER MANCANZA DI PROVE). DALLA “BANDA DEI QUATTRO” DI PALAZZO CHIGI (LE DUE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI), ERA PARTITO L’ORDINE DI CUCIRGLI L’EFFERVESCENTE BOCCUCCIA (STESSO TRATTAMENTO ALL’ALTRA “PECORA NERA”, ANDREA GIAMBRUNO). A QUESTO PUNTO, NON ESSENDO ANCORA NATO UN MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DEL REIETTO, L’EX STALLONE DI SUBIACO SI E’ MESSO IN TESTA DI FORMARE UN… - VIDEO, TUTTE LE GAFFES!

giorgia meloni marina berlusconi paolo barelli sigfrido ranucci antonio tajani

DAGOREPORT - DOPO LE VIOLENTE POLEMICHE PER LA PUNTATA SU BERLUSCONI-DELL’UTRI-MAFIA, DOMENICA PROSSIMA LA CAVALIERA MARINA POTREBBE PERSINO INVIARE UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO A RANUCCI - '’REPORT’’ SCODELLERÀ UN SERVIZIO AL VETRIOLO SU PAOLO BARELLI, FEDELISSIMO SCUDIERO DI ANTONIO TAJANI, DEL QUALE DIVENTERÀ PRESTO CONSUOCERO - CON TAJANI RIDOTTO A CAVALIER SERVENTE DELLA DUCETTA, L'IMPERO BERLUSCONIANO HA BISOGNO DI UN PARTITO CON UNA NUOVA E CARISMATICA LEADERSHIP. MA MARINA E PIER SILVIO HANNO TEMPI LENTISSIMI PRIMA DI TRASFORMARE LE PAROLE IN FATTI. NON SONO RIUSCITI NEMMENO A OTTENERE DA TAJANI LA MESSA IN FUORIGIOCO DI BARELLI E GASPARRI - ORA VEDIAMO SE “REPORT” RIUSCIRÀ A DARE UNA SPINTARELLA AL CAMBIO DI GUARDIA DENTRO FORZA ITALIA…

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO