LE FAKE NEWS SULLE FAKE NEWS: IL REPORT DEL ‘NY TIMES’ È STATO SCRITTO DA ANDREA STROPPA, UOMO DI CARRAI E ORA PORTA-IPAD DI RENZI. “MARCHINO” LO SCARICA: ‘NON HO MAI AVUTO SOCIETÀ CON LUI’. SERVIVA SOLO A FARCI I SELFIE PER FAR VEDERE CHE LE SUE DUBBIE IMPRESE AVEVANO INGAGGIATO IL NERD DEL MOMENTO? - IL GENIETTO REPLICA: ‘DIRE CHE FACCIO L’HACKER È DIFFAMAZIONE’
1. CARRAI E L' INCHIESTA DEL NYT: «DIETRO QUELL' ARTICOLO NON C' È IL MIO ZAMPINO»
Giuseppe Alberto Falci per il Corriere della Sera
C' è il rischio che le prossime elezioni vengano inquinate da fake news. È quanto ha denunciato il New York Times , partendo da un report di Andrea Stroppa, giovane esperto di cybersicurezza, che ha lavorato con Marco Carrai e oggi collabora con Renzi.
Carrai, c' è il suo zampino dietro la pubblicazione di questo articolo sul «Nyt»?
«Non esiste. Ecco, questo è un esempio di fake news».
Il più noto esperto di cybersicurezza in Italia, nonché amico e consigliere di Renzi, dice la sua sulle polemiche sulle bufale online.
È stata la sua società di sorveglianza informatica, dove lavora anche Stroppa, a girare il report al «Nyt»?
«Lo escludo nel modo più totale. Stroppa lo conosco e per un periodo ha collaborato con una mia società. Chiunque può andare al registro delle Camere di commercio e vedere che non ho mai avuto società con lui».
Quando ha sentito l' ultima volta Stroppa?
«Ci siamo parlati qualche giorno fa perché ha avuto un incidente».
Tuttavia sembra una notizia fatta uscire ad arte da lei e da Stroppa. Perché adesso?
«In realtà se ne parla da più di un anno, da quando sono arrivate le denunce di Obama e Putin» Non c' è un conflitto di interessi per la sua amicizia con il segretario del Pd?
«Per fortuna l' amicizia non è fonte di un conflitto di interessi quando non ci sono interessi in campo».
Lei è un esperto di cybersecurity. Se dilagano le bufale online quali sono i rischi?
«I rischi sono di manipolazione dell' informazione, diffusione di notizie false tese a creare confusione e ad alimentare la rabbia sociale. Prenda l' esempio dei vaccini o della foto del funerale di Riina».
C' è davvero un' emergenza fake news?
«Assolutamente sì, in Italia e nel mondo. Un tempo l' informazione era verticale, garantita da una auctoritas e divulgata solo dai quotidiani. Ad esempio, per le informazioni sull' economia l' Istat e la Banca centrale erano il riferimento autorevole. Oggi invece grazie ai social, l' informazione è diventata orizzontale: si autoalimenta e per i follower diventa vero solo ciò che è virale. Capisce che questo può dare forza e palcoscenico agli istinti più distruttivi delle persone».
C' è un' alleanza tra il M5S e la Lega sulle bufale online?
«Non posso dire scientificamente ad oggi se ci sia una comune strategia. Di certo, i messaggi che i due partiti danno nei social toccano simili corde di sentimenti sociali».
La vittoria di Trump è opera degli hacker russi?
«Non so dirlo. Sono però convinto che l' uso dei social abbia contribuito fortemente alla vittoria di Trump».
Il grande manovratore delle fake news è Putin?
«Stento a credere ai complotti, ma chi vuole avere egemonia sul mondo, un tempo faceva propaganda, oggi utilizza i social network».
Qual è il vostro piano per arginare il fenomeno?
«Stiamo lavorando con uno scienziato di fama internazionale alla creazione di un "algoritmo verità", che tramite artificial intelligence riesca a capire se una notizia è falsa. L' altra idea è creare una piattaforma di natural language processing che analizzi le fonti giornalistiche e gli articoli correlandoli e, attraverso un grafico, segnali le anomalie. A mio avviso ciò dovrebbe essere fatto anche a livello istituzionale.
Però da solo non basta. È dimostrato che ognuno frequenta sia nella realtà che nei social i propri simili e da essi trova conferme. I social accrescono in modo esponenziale la correlazione tra persone e quindi le false convinzioni. Occorre quindi agire a livello di educazione all' informazione sia nelle scuole che attraverso i quotidiani».
Come le è sembrata la Leopolda? È iniziato l' esodo?
«Ho visto tanti giovani e un grande entusiasmo. Renzi ha parlato per tre minuti di fake news e per un' ora di problemi veri. Il sociale, il lavoro, i diritti. È tornato alle origini del suo impegno politico. Fatto di umanità e di voglia di affrontare e risolvere i problemi di questo Paese. Il miglior modo per affrontare le fake news».
Renzi tornerà a Palazzo Chigi?
«Da cittadino me lo auguro».
andrea stroppa con john phillips
2. STROPPA: IL NETWORK PRO M5S SU FACEBOOK RAGGIUNGE MILIONI CON UN' OSCURA DISINFORMAZIONE - "CONTRO DI ME FANGO E DIFFAMAZIONE, ERO PREPARATO"
Jacopo Iacoboni per la Stampa
Andrea Stroppa è il brilllante informatico che ha fatto il report svelato dal New York Times, sui siti tra mondo grillino e leghista con lo stesso codice per incassare pubblicità. La sua società è stata consulente, tra gli altri, anche di Renzi. Ragion per cui ieri è stato attaccato in vari luoghi e modi da molti antirenziani.
Stroppa - che è molto giovane - ancora pensa che serva a qualcosa rispondere civilmente, per questo ha scritto una lettera aperta al direttore del Fatto Travaglio: «Non ho mai attaccato i siti di polizia, carabinieri, governo, Viminale e il blog di Grillo come scrive il direttore del Fatto. E nemmeno il sito di D' Alema come hanno scritto altri. Sono andato di fronte al tribunale a rispondere alla legge italiana, per altri fatti.
andrea stroppa con il ministro degli interni israeliano
E questo come può intuire si chiama diffamazione». In Italia una reazione del genere arriva pavloviana, quando tocchi il nervo della black propaganda pro M5S. E Stroppa l' ha toccato. «Ci ero preparato. Sono una persona libera, lavoro all' estero, non mi spaventano». Nella lettera scrive anche: «Non cerco dal Fatto né dagli esperti che consultate per attaccarmi i vostri applausi, agli "esperti" che continuano da mesi ad insultarmi dico solo: se siete più bravi sono contento per voi».
E ancora: «Vengo definito parte dei "Carrai boys", "pupillo di Carrai", e lo comprendo. Quando non si è liberi, si cerca di mettere le catene anche agli altri. Ma, mi dispiace per lei, per Carrai e per tutti quelli che vengono citati. Io non appartengo a nessuno, appartengo a me stesso».
Come ha scoperto questi incroci Lega-mondo M5S?
«Visto che i domini sono registrati in modo anonimo l' unico dato di collegamenti sono stati i codici analytics e Adsense».
Quante persone raggiungono queste pagine?
«Se ci fermiamo a queste due video5stelle e info5stelle parliamo di oltre centomila like. Difficile stimare quanto sia grande in realtà il network: loro producono contenuti e li diffondono, ma i contenuti di propaganda disinformation e misinformation possono essere rilanciati anche da network non direttamente collegati ma soltanto affini, in termini di qualche milione di persone».
I collegamenti principali quali sono?
«I collegamenti emersi sono nella sfera M5S e Lega Nord».
Anche su twitter sta accadendo qualcosa che sta notando? Esiste qualche traccia di operations?
«Sì, anche su Twitter c' è molto da fare e molto da capire e analizzare, ma il grosso si muove su Facebook. Decine di milioni di italiani sono iscritti e sono attivi. Voteranno tra qualche mese e si informano sempre più attraverso i social. In Italia la situazione è seria, io ho solo lanciato un campanello d' allarme per i media, istituzioni e politica».
Come risponde a chi la critica perché è stato consulente di Renzi? Crowdstrike, che ha fatto per prima l' attribuzione ai russi del Gru degli hackeraggi delle mail di John Podesta, era consulente dei democratici. Poi decine di altre società di analisi indipendenti li hanno seguiti, da Trendmicro in giù.
«Alcuni giornalisti invece di preoccuparsi se sono o meno consulente o amico di Renzi dovrebbero riflettere su quello che è emerso. La cosa più triste è che nemmeno due mesi fa, grazie a un report da me pubblicato, sono stati individuati in Europa alcuni membri di Islamic State. Non troll, ma potenziali terroristi. Alcuni giornalisti invece di chiedermi di quel lavoro mi hanno chiesto se ancora sento Carrai. Dal 2013 pubblico ricerche e lavoro soprattutto all' estero, il mondo è molto più grande del chiacchiericcio di alcuni».
Uno dei problemi è che Usa e Uk sono pieni di società di analisi terze dei dati, l' Italia neanche ha capito di cosa parliamo. Chi la attacca parla senza capire, o fa finta di non capire?
«Non lo so. Io ho scelto per questo di andarmene soprattutto all' estero».