elisabetta trenta (1)

HAI FATTO TRENTA… - CHI È LA LADY DI FERRO NUOVA MINISTRA DELLA DIFESA, PURE LEI DELLA LINK UNIVERSITY, IL PENSATOIO DEI 5 STELLE DIRETTO DA VINCENZO ‘TARZAN’ SCOTTI - IL CONFLITTO D’INTERESSI COL MARITO, COLONNELLO DI SEGREDIFESA, UFFICIO CHE SI OCCUPA DI TUTTI I CONTRATTI DELLE FORZE ARMATE - SUO FRATELLO PAOLO IL PROSSIMO 10 GIUGNO CORRERÀ COME SINDACO DEL M5S ALLE COMUNALI DI VELLETRI

 

Grazia Longo per la Stampa

luigi di maio elisabetta trenta

 

Una foto con il filo di perle, un’altra con la tuta mimetica. Dai modi gentili ma con il piglio deciso di una self made woman, si è già guadagnata il titolo di «lady di ferro» del governo giallo-verde. Elisabetta Trenta, 51 anni lunedì prossimo, ministro della Difesa in pectore, ha un pedigree maturato nei campi della difesa e della sicurezza. «Io ministro? Mi scusi, ma sono scaramantica - risponde al telefono - fin quando la nomina non diventa ufficiale preferisco non rilasciare alcuna dichiarazione».

 

La carriera

elisabetta trenta

Laureata in Scienze politiche, ha svolto varie missioni all’estero e indossa il grado di capitano della riserva selezionata dell’Esercito. Sposata a un capitano dell’Esercito, è anche vice direttore del master in Intelligence e Sicurezza della Link Campus University. Luigi Di Maio l’ha voluta al dicastero della Difesa sin dalla prima ora, soprattutto in virtù delle sue esperienze passate. Elisabetta Trenta è stata impegnata in Iraq tra il 2005 e 2006 come «political advisor» del ministero degli Esteri, nel 2009 in Libano in qualità di «country advisor» nella missione Unifil. È stata inoltre responsabile di un progetto in Libia per il reintegro degli excombattenti. Dal maggio 2016 ha collaborato con il Cemiss (Centro Militare di Studi Strategici) come ricercatrice in materia di relazioni internazionali, sicurezza e difesa.

elisabetta trenta luigi di maio

 

Una famiglia «grillina»

La futura ministra milita nel Movimento 5 Stelle dal 2013 ed è stata candidata al Senato nel collegio plurinominale Lazio 2. Non è stata eletta, ma in campagna elettorale aveva dichiarato di sperare di portare nella scena politica «i valori della competenza, il senso del dovere, l’attenzione ai temi della sicurezza e del territorio, e della valorizzazione del ruolo internazionale dell’Italia».

 

Non è peraltro l’unica grillina della famiglia: suo fratello Paolo il prossimo 10 giugno correrà come sindaco del M5S alle comunali di Velletri, città di origine anche della futura ministra. Che in passato, una ventina di anni fa, è già scesa in politica: prima sui banchi del consiglio comunale di Velletri, eletta nelle fila del Ccd dal 1997 al 1999, e poi nella giunta, come assessore a Sport, Turismo e gemellaggi a sostegno del sindaco Bruno Cesaroni, farmacista di An. Nel video di presentazione Elisabetta Trenta raccontava di sé: «Sono soprattutto una “programme manager” e con SudgestAid (un’organizzazione non-profit) da vent’anni mi occupo di progetti di cooperazione in aree difficili, in particolare in Paesi “post-conflict”».

 

Nella squadra di Di Maio

elisabetta trenta

Durante il lancio della squadra di governo del M5S, lo scorso febbraio, Elisabetta Trenta ha commentato il programma Difesa definendo gli obiettivi futuri: «Dovremo rendere le Forze Armate più efficaci e più efficienti; il tutto rimanendo in linea con i costi. Dobbiamo coordinarci con le altre istituzioni nazionali e internazionali, con gli alleati e con i partner». E ancora: «Punto ad investire nel personale e nella tecnologia per assicurare al Paese forze armate più moderne e più capaci di fronteggiare le nuove minacce» Considerazioni che le sono valse allusioni a un potenziale conflitto di interessi, considerato il marito ufficiale dell’Esercito.

 

Inoltre, secondo lei, il ministero della Difesa dovrebbe operare con l’obiettivo di migliorare l’equipaggiamento delle forze dell’ordine e di procedere con una riqualificazione edilizia delle strutture militari. Tutto è pronto, quindi, per un’altra donna, dopo la genovese Roberta Pinotti, in un ministero di prestigio. Con un occhio anche «alla valorizzazione del ruolo internazionale dell’Italia»

 

 

 

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