CHI FINANZIA LA “LEOPOLDA 2014”? TRA I GRANDI PAGATORI PRO-RENZI CI SONO IL SOLITO DAVIDE SERRA (HA SCUCITO 175 MILA EURO), L’IMPRENDITORE NEL SETTORE CHIMICO GUIDO GHISOLFI (120 MILA EURO) E ALFREDO ROMEO (60 MILA EURO)

Jacopo Iacoboni per “la Stampa

 

RENZI, BOSCHI,RENZI, BOSCHI,

C’è uno zoccolo duro, tra i finanziatori di Matteo Renzi, ma anche delle interessanti novità. Allora è molto utile spulciare una lista di finanziatori della prossima Leopolda.
Tecnicamente i finanziamenti sono indirizzati alla cassaforte di Renzi, la Fondazione Open.

 

Di fatto la gestione dell’organizzazione materiale della Leopolda è integralmente nelle mani di tre persone, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai, personaggio su cui varrà la pena tornare. Il finanziatore principale è Davide Serra, l’uomo di finanza per il quale Renzi si scontrò molto con Bersani durante le primarie del 2012, forse perdendole (quando l’allora segretario attaccò sull’amicizia di «quelli delle Cayman»).

 

RENZI, BOSCHI,RENZI, BOSCHI,

Serra, che alla Leopolda non dovrebbe esserci ma solo per impegni che non può differire a Londra, ha donato alla causa 175 mila euro. Il secondo finanziamento è quello di Guido Ghisolfi - proprietario dell’azienda chimica Mossi e Ghisolfi - e sua moglie, Ivana Tanzi (120 mila euro). La Gf Group, una grande azienda alimentare ligure, ha contribuito con 50 mila euro.

 

Ma danno importi non piccoli (ventimila euro) anche piccole realtà come l’azienda immobiliare Blau Meer srl, o società come la torinese Simon Fiduciaria (ventimila euro), nel cui consiglio figura anche il nome di Giorgio Gori. Un finanziamento molto importante viene da Alfredo Romeo - imprenditori di Isvafim - processato, ma poi assolto, che ha donato 60 mila euro.

DAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA DAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA


Naturalmente non contano soltanto le cifre versate, ma le caratteristiche e il peso di chi versa. Guido Roberto Vitale, un uomo di raccordo sempre importante negli ambienti finanziari milanesi, ha donato una piccola cifra, 5 mila euro, un attestato di simpatia per il premier. Non meno significativa la presenza tra i finanziatori di Fabrizio Landi (diecimila euro), vero nome forte del renzismo nella partita delle recenti nomine (lui, in Finmeccanica).

 

ALFREDO ROMEO ALFREDO ROMEO

Landi, fiorentino-genovese, ha fatto tantissime cose nella vita, compreso lavorare ai vertici di Esaote (di cui poi ha detenuto una piccola quota), e è considerato tra i pionieri del business biomedico in Italia. Ha rapporti rilevanti anche nell’establishment istituzionale italiano più alto, rapporti che possono aver giovato alla scalata di Renzi, che non pare più in rottura con quei mondi. Tra l’altro, per dire, dell’idea degli 80 euro in busta paga si parlava già in seminari con Landi e Yoram Gutgeld (e il banchiere Alessandro Profumo, che però non figura tra i finanziatori della Leopolda), prima che venisse messa in pratica.

Alla Leopolda hanno contribuito anche nomi come Carlo Micheli, figlio di Francesco, finanziere (anche della Premafin di Ligresti). C’è la Telit, l’azienda di telefonini. Ci sono Paolo Fresco e la signora Marie Edmée Jacquelin, che in due hanno offerto 45 mila euro, c’è Renato Giallombardo, uno degli esperti italiani in fusioni, acquisizioni, operazioni di private equity.

GUIDO ROBERTO VITALEGUIDO ROBERTO VITALE

 

C’è Jacopo Mazzei (diecimila euro), che oltre a aver avuto vari incarichi a Firenze è anche, last but not least, consuocero di Scaroni. C’è, curiosità, un piccolissimo finanziamento (250 euro) anche di Antonio Campo dall’Orto, sicuramente il più geniale manager di tv in giro.

FABRIZIO LANDI FABRIZIO LANDI


Naturalmente tutti questi sono nomi di finanziatori che, nei bilanci (pubblici) della Fondazione Open, hanno dato l’assenso a veder pubblicato il loro nome. Ne esistono sicuramente altri, se la cifra dichiarata ora è 1 milione 905 mila euro. Ah, alla Leopolda ha contribuito anche lei, la Maria Elena Boschi, con 8800 euro suoi: più del sindaco di Firenze Nardella (6600), ma meno del tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, che ha trovato per l’evento dodicimila euro.

 

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