AF-FONDO MONETARIO A LETTA & SACCOMANNI: “COL DEBITO OLTRE IL 132% L’ITALIA RESTA A RISCHIO E L’IMU VA COMPENSATA”

Francesco Semprini per "La Stampa"

E' una promozione con riserva quella del Fondo monetario internazionale per il sistema bancario italiano, definito «stabile», ma non del tutto al riparo da rischi, legati alla fragilità economica del Paese, all'esuberanza del suo debito e alle ricadute sul sistema dei prestiti. Turbative nate anche da una situazione tributaria e fiscale malata, e per la quale occorre oggi agire sull'Iva e garantire coperture necessarie, se proprio ci si deve sganciare dall'Imu.

«Il sistema bancario ha retto alla crisi ed è in grado di far fronte ad eventuali altri choc perché i "buffer" di cui è dotato sono significativi», dice José Vinals, direttore del dipartimento dei mercati monetari e di capitali. «Una delle principali vulnerabilità è però insita nella debolezza economica del Paese e nella difficoltà delle attività di prestito», con le temute ricadute sulle imprese.

Eloquente è lo studio aggregato nella sezione «The euro area banking, corporate, and sovereign nexus», esposto nel Capitolo 1 per esaminare il rapporto fra banche e aziende. L'ipotesi di partenza è che il 45% dei crediti delle imprese in ogni Paese a moneta unica diventi insolvibile. In questo scenario il sistema bancario italiano dovrebbe fare i conti con perdite lorde per 125 miliardi di euro.

Ma al contrario della Spagna, ad esempio, dove le perdite stimate di 104 miliardi sarebbero del tutto coperte dagli attuali accantonamenti, il passivo dell'Italia rimarrebbe scoperto per 53 miliardi. «Tuttavia - dice il Gfsr - le perdite potenziali nette sarebbero finanziate dai profitti operativi senza erodere gli attuali cuscinetti di capitale».

Un elemento che conferma il buono stato di salute del sistema: «Fortunatamente, le autorità bancarie nazionali, e in particolare la Banca d'Italia, hanno già avviato una serie di esami sulla qualità dei prestiti e sulla performance delle banche, - dice Vinals - essenziali per assorbire eventuali perdite dovute a cattivi prestiti futuri».

Al contempo permangono in tutta la loro evidenza le debolezze derivanti dalle variabili macro, debito in primis. Da questo punto di vista, il Fmi esprime ottimismo sull'avvicinamento nel 2013 all'obiettivo del pareggio di bilancio strutturale, grazie al risanamento avviato in Italia e a un avanzo primario fra i migliori in Europa, confermando la stima di un deficit del 3,2% quest'anno e del 2,1% il prossimo, mentre la nota dolente è il debito, al 132,2% nel 2013 e al 133,1% nel 2014, incapace di scendere sotto del 120% prima del 2018.

Strettamente legato al risanamento dei conti pubblici è il capitolo tributario, in particolare Iva e Imu, i più scottanti capitoli dell'attuale dibattito di politica economica nazionale. «Se l'Imu sarà abolita dovrà essere compensata da altre entrate o tagli alla spesa», dice Michael Keen del Fmi, nel corso della presentazione del Fiscal Monitor, ricordano che Washington è comunque a favore di un tassa sulla prima casa. Sul lato della tassazione indiretta, Keen spiega invece che il nodo Iva potrebbe sciogliersi «allargando la base» imponibile e, prima ancora, «facendone rispettare» l'applicazione.

 

sarkozy lagarde ario Draghi e Christine Lagardee cf fc e df c a d saccomanni, alfano e letta DEBITO PUBBLICO IMU

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…