
LO SPAGNOLO PIACIONE - ALTRO CHE I “LARDOMINALI” DI RENZI, IL FISICATISSIMO SEGRETARIO DEL PSOE PEDRO SANCHEZ RUBA LA SCENA AL PREMIER E ATTIZZA LE DEMOCRATICHE ALLA FESTA DELL’UNITA’ - FOTO, SELFIE, TWEET: É DELIRIO SOCIAL - SELVAGGISSIMA LUCARELLI: “ANVEDI CHE GNOCCO”
Francesco Persili per Dagospia
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«Pedro, Pedro, Pedro, Pe…». Peggio del tormentone della Carrà. Acclamato come una rockstar, concupito come un sex symbol è il neosegretario del Psoe, Pedro Sanchez il protagonista assoluto della Festa dell’Unità. Camicia bianca d’ordinanza, sguardo da bel tenebroso e un sorriso con vista sul socialismo piacione del terzo millennio, “el guapo” che assomiglia a Banderas oscura Renzi e Valls ed eccita la platea femminile della festa.
Le democratiche sono pazze di lui. Se lo divorano con gli occhi, lo inseguono per una foto che poi condividono sui social invasi da immagini trasognate e tweet a lui dedicati. In poche ore questo 42enne professore di Economia diventa «il motivo più valido» per votare Pd. Ma il patto del tortellino non c’entra. È più una questione di feeling. Una scelta estetica. Il fisico scolpito da ex giocatore di pallacanestro vince e convince più dei “lardominali” del premier.
Charme latino e attitudine “social”, il “rottamatore” di Madrid non si sottrae a nessun tipo di richiesta. Parla tre lingue, e il savoir faire non gli fa difetto. Spiega la sua alternativa alla politica “conservatrice” di Rajoy, invoca un nuovo patto europeo per la competitività e bacia tutte quelle che gli capitano a tiro. Riformismo cheek to cheek. Parla anche di calcio.
Se il nonno del premier francese Valls scrisse l’inno del Barcellona, Sanchez si professa grande tifoso dell’Atletico Madrid e prima di andare a pranzo chiede all’ultrà viola Matteuccio notizie di Alessio Cerci, neoacquisto dei colchoneros. A tavola ascolta Renzi che conciona sul segreto del tortellino al ragù e una volta sul palco chiede di abbandonare le politiche di austerità: «Ne abbiamo abbastanza di quelli che chiedono austerità a chi l’ha sempre praticata».
Renzi e il leader Psoe Pedro Sanchez al ristorante Bertoldo,
L’uomo al quale il partito socialista spagnolo ha affidato la speranza di tornare ai fasti della stagione di Zapatero ripete ogni due per tre «futuro, progresso e giustizia sociale» mentre intorno a lui si segnala un’effervescenza nei confronti della sinistra spagnola sconosciuta ai tempi del grigio Rubalcaba. «In Italia siete fortunati ad avere un premier come Matteo», Sanchez lusinga il premier dal palco ma in cuor suo sa benissimo di essere riuscito nell’impresa di rubargli la scena dentro casa.
Il “centralismo renzocratico”, almeno dal punto di vista estetico, cede il passo al socialismo piacione del guapo. La spiegazione è (pre)politica. Selvaggia Lucarelli, da località remota, ha la sintesi più felice: «Anvedi Pedro Sanchez, che gnocco».