TOGA AVVISATA - CON UNA FRASE DAL SAPORE DI AVVERTIMENTO, IN UN'INTERVISTA AL "MESSAGGERO", RENZI CITA PER NOME I PM CHE INDAGANO SULLA FONDAZIONE OPEN: “NON È LA PRIMA INCHIESTA CHE VIENE DAL PROCURATORE LUCA TURCO E DAL SUO CAPO GIUSEPPE CREAZZO: SONO CERTO CHE NON SARÀ L'ULTIMA. CHE LAVORINO TRANQUILLI…” - SENZA DIMENTICARE CHE CREAZZO ERA UNO DEI MAGISTRATI OGGETTO DELLE CONVERSAZIONI TRA LUCA LOTTI E I CONSIGLIERI DEL CSM SULLE NOMINE…
Sarina Biraghi per “la Verità”
Nell' ultima intervista al Messaggero, il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ancora una volta ha provato a spiegare la sua decisione di fare la scissione dal Pd senza un vero motivo politico, semmai «politicistico», ma citando un paio di temi importanti. Il primo è quello delle nomine per il rinnovo dei vertici delle partecipate. Nel secondo, Renzi menziona i pm per nome Cosa rarissima che sembra quasi una minaccia.
Sulle nomine spiega: «Io sono molto interessato al futuro delle grandi aziende. Ma a differenza del racconto volgare che viene fatto dai più mi interessano le strategie, non un posto nel board. Le faccio un esempio: è assurdo continuare a tenere divise Fincantieri e ciò che si chiamava Finmeccanica e ora è Leonardo. Un assurdo perché paradossalmente espone entrambe a una possibile acquisizione straniera, probabilmente europea. Perché non metterle insieme facendone un leader di mercato? Di questa e di altre proposte parleremo alla Leopolda.
Non mi troverete al tavolo delle nomine ma sarò in prima fila nella discussione sul futuro della nostra economia: perché questa è la politica. Spero che chi ha mire sulle poltrone punti a indicare i nomi migliori. E che poi tiri fuori anche qualche idea su cui discutere, come abbiamo fatto noi». Che dire?
Non sarà al tavolo del governo che lui stesso ha proposto e benedetto alla faccia del segretario Pd Nicola Zingaretti, ma la strategia è chiara: chi vuol capire capisca.
Poi arriva il passaggio sull' inchiesta aperta dalla Procura di Firenze sulla sua ex fondazione, Open, proprio nei giorni della nascita di Italia viva. Renzi mostra una grande tranquillità e nessuna sorpresa sulla coincidenza: «Nessuna polemica. Non è la prima inchiesta che viene dal procuratore Luca Turco e dal suo capo Giuseppe Creazzo: sono certo che non sarà l'ultima. Che lavorino tranquilli sui numerosi dossier che hanno aperto: noi rispettiamo i magistrati e aspettiamo le sentenze della Cassazione, come prevede la Costituzione. Tutto il resto è polemica sterile».
Sarà pure sterile la polemica, ma la nonchalance dell'ex premier è abbastanza inusuale: chiamare per nome e cognome i pm che stanno indagando e invitarli a lavorare tranquilli sembra quasi un avviso «ai naviganti».
Senza dimenticare che Creazzo, però, era uno dei magistrati oggetto delle conversazioni tra l' ex fedelissimo Luca Lotti e i consiglieri del Csm sulle nomine dei capi degli uffici giudiziari. E senza perdere la rituale sicumera, sempre sul procedimento a carico della sua storica cassaforte, Renzi aggiunge: «Stimo l' avvocato Bianchi e sono certo dell' assoluta correttezza di Open, che peraltro è già chiusa. Quanto alla Leopolda: la pagheremo a fatica, come tutti gli anni, ma senza pasticci. Consideri che solo negli ultimi quattro giorni la nostra piattaforma di raccolta fondi ha ricevuto più di diecimila euro al giorno di piccole donazioni: la Leopolda ce la pagheremo anche così».
Nel frattempo, come rivelato dalla Verità, il sospetto che ha portato la Procura di Firenze a iscrivere nel registro degli indagati l' avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della fondazione Open, di Renzi negli anni della scalata al potere, è che gli siano stati dati soldi per intervenire con i politici e sbloccare i problemi del gruppo Toto nel settore delle concessioni autostradali. Bianchi è accusato di traffico di influenze illecite.