FRATELLI D'ITALIA IN FESTA PER IL PEZZO DELL'''ECONOMIST'' IN GLORIA DI GIORGIA MELONI - MA NON È UN'INCORONAZIONE: È UN MONITO PER LA DUCETTA - L’ARTICOLO È PIENO DI RIFERIMENTI AL FASCISMO, ALLE POLITICHE EUROSCETTICHE E AL MOTTO “DIO, PATRIA E FAMIGLIA” - SE LA MELONI SOGNA PALAZZO CHIGI, DOVRÀ CAMBIARE PELLE PER DIALOGARE CON GLI EUROPOTERI (COSA CHE SALVINI NON HA SAPUTO FARE)
ARTICOLO DELL ECONOMIST SU GIORGIA MELONI
Dagonota
Da giorni, negli ambienti di Fratelli d'Italia, si festeggia per il pezzo dell'Economist che registra la crescita di Giorgia Meloni. Ma siamo proprio certi che sia davvero un buon viatico per la “Ducetta”? Gioiscono per il titolo, i nostri prodi, che certifica una crescita nei sondaggi. Ma già il sottopancia tuona: "possono formare un governo di estrema destra con la Lega?". Non è un'incoronazione: è un monito.
Analizzando l'articolo di quello che, più che un giornale, è una Bibbia per l’establishment, emerge un messaggio preciso: se in Italia ci fossero le elezioni, ne uscirebbe un Governo di destra. Che vuol dire - tra le righe - che gli Europoteri sono pronti ad accettare anche un Conte ter-quater-quinquies, prima di lasciare che la destra si pappi l'Italia. E pazienza se abbiamo uno ex steward come ministro degli Esteri, un laureato in lettere ministro dell'Economia e un premier che non ha mai preso un voto neanche per il consiglio comunale di Pietrelcina.
giorgia meloni matteo salvini antonio tajani a catania
Primo paragrafo dell’articolo dell’Economist, quello che leggono anche i più svogliati: “A 15 anni Meloni si iscrisse al Movimento Sociale Italiano. Il diretto discendente del partito Fascista. Di quel partito del Duce che distrusse l’Italia e l'Europa intera”. Sempre nel primo paragrafo, parole, una dietro l'altra: Benito Mussolini, fascismo, dittatore. Diciamo che come presentazione all'intero mondo non è delle migliori. Come a ricordare, sempre, che non importa se sei donna, giovane e sveglia. Resti fascista e pericolosa. E al governo non ci devi andare.
Berlusconi, che sarà anche sulla via dell’ospizio e con la pompetta sgonfia, ma ha esperienza dei “poteri marci”, ha chiosato, dopo l’abbandono verso la Lega di una fedelissima come Laura Ravetto: “Potete prendere tutti i deputati di Forza Italia che volete. Ma senza di me siete solo la destra”. Che tradotto vuol dire: nessuno mai vi aprirà le porte del potere, vi darà il controllo dei servizi, le chiavi della cassaforte o la feluca della politica estera. Punto.
L’Economist non manca di svelenare su “Fratelli d’Italia” sostenendo - senza molti distinguo - che sia l’ultimo stadio evolutivo del partito fascista e sottolinea come Giorgia Meloni, tutta Dio Patria e Famiglia, non voglia la cittadinanza per i figli degli immigrati.
Il quotidiano britannico ammette che Meloni abbia un linguaggio più sobrio di Salvini e che sia meno ostile all’Europa. Ma sottolinea maliziosamente come, in caso di elezioni, avremmo un paese del G8 in mano agli eredi del fascismo, di cui vengono considerati diretta emanazione. Poco importa se questo sia la solita esagerazione grossolana in arrivo dalla Gran Bretagna: è il messaggio che l'Economist manda a un certo mondo.
La nostra storia repubblicana, dalla più remota alla più recente, ci ha insegnato che la destra - senza un passaggio autopulente - non governa. Come dimostrò il caos generato dal governo Tambroni, nato con i voti del Msi. Ne sa qualcosa anche Gianfranco Fini, che capì di dover ripulire Alleanza nazionale dalle scorie missine e nostalgiche: il viaggio in Israele, il fascismo “male assoluto”, le aperture ai diritti Lgbt e allo Ius soli. Se Giorgia Meloni sogna palazzo Chigi deve uscire dalle piazze, smettere di ringhiare all’Europa e dialogare con quelle sfere del potere meno visibili, dal deep state ai salotti buoni…
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