FUORI I SECONDI! IL PRIMO ROUND DELLA BATTAGLIA TRA TRUMP E HILLARY ANDRA’ IN SCENA IL 26 SETTEMBRE, QUANDO ANDRÀ IN SCENA IL PRIMO DEI TRE DUELLI TV - “THE DONALD” HA IL VANTAGGIO DI ESSERE UN INTRATTENITORE TELEVISO, MA LA CLINTON HA ESPERIENZA COME FIRST LADY, SENATORE E SEGRETARIO DI STATO
Vittorio Zucconi per “la Repubblica”
Alle 9 della sera di lunedì 26 settembre, nell' Aula Magna dell' università di Hofstra a Long Island, il destino della prossima presidenza americana sarà scritto. Non tra due partiti o tra due programmi ma, come da mezzo secolo ormai, fra due persone fisiche, finalmente sole l' una di fronte all' altra, fra un uomo chiamato Trump e una donna chiamata Clinton.
Sarà nei novanta minuti previsti per il primo dei tre dibattiti teletrasmessi fra oggi e novembre che la coreografia delle Convention e il fumo della propaganda, lasceranno al confronto diretto, al duello "mano a mano" fra due individui. Soli davanti a 70 milioni di giudici che dovranno decidere chi fra i due vogliano vedere alla scrivania di quercia donata dalla Regina Vittoria che fu di Roosevelt, Kennedy, Reagan e Obama nello Studio Ovale.
bill clinton hillary e donald trump
Dopo un anno di corsa parallela a distanza, le strade di Hillary Clinton e Donald Trump si incroceranno in quella università poco distante dall'aeroporto JFK. Tutti e due saranno ben consci del fatto che nulla di quanto abbiano detto fino a quel momento, che neppure un centesimo dei milioni spesi serviranno a nulla se sbaglieranno la battuta, se inciamperanno sulla gaffe o nel mobilio, se il truccatore avrà toppato il make-up o il sarto il colore della cravatta di lui o il taglio del tailleur di lei. Perché non c' è una seconda occasione per fare una prima impressione.
Trump avrà il chiaro vantaggio tattico su Hillary. La sua esperienza di entertainer televisivo, affinata nelle sette stagioni consecutive del Reality The Apprentice, la sua natura istintiva di grande venditore di elisir sulla pubblica piazza e di grandi progetti immobiliari sulla carta, lo metterà una spanna sopra l' avversaria, simbolicamente e materialmente nei centimetri di differenza tra il suo 1 metro 89 centimetri di statura e il metro e 67 di lei. Se non fosse per quella grottesca "pompadour" di capelli, quella nube arancione cotonata a dargli un tocco clownesco, la figura più "presidenziale" sarebbe la sua. Ma Hillary avrà il vantaggio strategico.
sostenitori di trump con il cartello hillary joker
La sua esperienza di First Lady, il doppio mandato come senatrice di New York e poi gli anni come Segretaria di Stato le danno una carica di conoscenza del mondo e della vita quotidiana vissuta nelle ore dopo l' 11 settembre, incomparabile. Il dislivello con Donald, uno che confessa di informarsi sul mondo guardando i talk show e pensa che politica estera sia organizzare il concorso della sua Miss Universo a Mosca è enorme, come lui stesso ha dimostrato confondendo Hezbollah e Hamas in un dibattito.
E scambiando i Quds, le forze speciali della Guardia Rivoluzionaria iraniana con i Kurds, i Curdi. La sua sbalorditiva ignoranza del mondo, ha detto il miliardario Mark Cuban repubblicano divenuto suo critico feroce, «fa apparire anche George W. Bush come Metternich».
La meticolosa e profonda preparazione di lei, fondata su una laurea in Scienze Politiche e poi sul Dottorato in Legge, non varrà nulla, come a nulla serviranno i grattacieli e i miliardi di Trump, se il demonietto dei dibattiti infilerà il proprio forcone in uno di loro. La tv è immagine prima di tutto e di immagine furono dannate celebri vittime. Le goccioline di sudore che imperlavano la fronte di Nixon e rigavano le sue guance già coperte dall' ombra della barba, lo distrussero di fronte al fresco, disinvolto, e molto meno preparato di lui John Kennedy.
hillary clinton jimmy fallon donald trump
Ronald Reagan, più approssimativo e giovane dell' avversario Carter, ingegnere nucleare di marina, conquistò il pubblico sospirando «Rieccolo, di nuovo…», esasperato quando il presidente in carica tornava a lanciarsi nelle sue geremiadi lamentose. Dukakis, che in estate sopravanzava il vecchio Bush di 10 punti nei sondaggi, sprofondò quando alla domanda sulle sue reazioni davanti a un ipotetico stupro e omicidio della moglie, si lanciò in una disamina del rapporto statistico fra pena capitale e crimine.
Lo stesso Bush, quattro anni dopo, fu sorpreso a balbettare quando una donna del pubblico gli chiese quanto costasse un gallone di latte e poi inquadrato a guardare nervoso l'orologio, con l' espressione di chi non vede l'ora che finisca. Mentre Clinton, che nella notte aveva fatto rubare gli sgabelli previsti dalla regia per sostituirli con le sedie sulle quali si era allenato, avvicinava il pubblico e conversava paterno e umano con chi gli faceva domande.
DISCORSO HILLARY ALLA CONVENTION 3
Ora, fra due mesi, il confronto tra la professoressa Hillary e il discolo Donald presenta uno spettacolo inedito. Hillary sarà l' insegnante, Donald il monello e Franti è sempre più simpatico di Garrone, essendo il mondo popolato più di asini che di secchioni. Ma con un fattore nuovo a sparigliare il gioco: il "Fattore D" come donna. Trump si potrà permettere di offendere tutti "gli altri", i soliti "altri". Cercherà di provocare l' avversaria con offese, nomignoli e accuse di essere una disonesta bugiarda, e come lei saprà reagire sarà cruciale. Ma il bullismo contro una donna non sarà tollerato dalla maggioranza dell' elettorato. Che sono, appunto, le donne.