donald trump vladimir putin

G20 FATTO A MAGLIE - L'INCONTRO TRUMP-PUTIN, LA FUFFA DEGLI SHERPA E LA CICCIA DEI BILATERALI: SIRIA, UCRAINA, NORD COREA - IL RAPPORTO CON OBAMA, LA DIFESA DELL'OCCIDENTE DALL'INVASIONE E IL RUSSIAGATE: L'INCHIESTA DEL 'NEW YORKER', SUPER ANTI-TRUMP, CHE CHIEDE AI GIORNALISTI RUSSI INDIPENDENTI COSA PENSINO DELL'IMPAZZIMENTO DELLA STAMPA AMERICANA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

È meglio un presidente che entra in rotta di collisione con la nazione avversaria più importante, e finisce con lasciare all'altro spazio internazionale a dismisura, un presidente che durante la campagna elettorale per la sua successione viene a sapere di possibili pasticci da parte dello stesso avversario e tace, salvo poi lamentarsi e scatenare reazioni nazionali di sospetti a elezioni perdute.

macron merkel trumpmacron merkel trump

 

Insomma Barack Obama, il caro estinto che all’Unione Europea tutti rimpiangono con la lacrimuccia, oppure un combattente come Donald Trump che trasforma un incontro di routine in una maratona sugli argomenti e sui fatti, che affronta i temi più scomodi e ne chiede conto, e dall'incontro con l'avversario Vladimir Putin esce con un primo stralcio di accordo sul cessate il fuoco in Siria, e soprattutto con l'immagine di una prova di forza che si può vincere con la trattativa diretta?

 

La domanda va posta soprattutto ai media americani, che oggi si affannano a far finta che si sia trattato di un incontro finito in nulla o peggio che rinfocolano i sospetti di un accordo preesistente, di una innominabile alleanza fra i due, proprio come il giorno prima si erano  provati a dire che lo storico discorso sull'eccezionalismo dell'Occidente tenuto a Varsavia era in realtà una esibizione di muscoli macisti e razzisti, naturalmente seguiti da grandi e piccini della stampa mondiale, ne cito uno per tutti, il Foglio che un tempo issava la bandiera di Ratzinger e oggi scrive che  “l’Occidente che difende Trump non e’ quello delle democrazie liberali, ma quello bianco e cristiano”, e subito si apre la caccia al ‘che avra’ voluto dire’.

emmanuel macron donald trumpemmanuel macron donald trump

 

Quelli dell’Occidente bianco e cristiano e pure abbondantemente invaso e massacrato ringraziano invece un signore che ha avuto il coraggio di chiedersi e chiederci se abbiamo la volonta’ di sopravvivere, di difendere i nostri valori a ogni costo, se abbiamo abbastanza rispetto per i cittadini da proteggere i confini, se abbiamo il desiderio di preservare la nostra civilta’ da coloro che vorrebbero sovvertirla e distruggerla.

 

Lo ringraziano anche del muso duro e mano tesa alla Russia, pur nel casino che proprio gli Stati Uniti hanno provocato negli ultimi mesi.

 

donald trump e vladimir putin si stringono la mano con juncker photobombdonald trump e vladimir putin si stringono la mano con juncker photobomb

Leggetevi una inchiesta del New Yorker, non direi accusabile di simpatie repubblicane, figurarsi per Trump, visto che e’ una sorta di bibbia liberal progressista; pero’ e’ anche un posto dove non tutti hanno mandato il cervello all’ammasso, e cosi’ Yoshua Jaffa e’ andato a chiedere ai migliori e più esposti giornalisti russi, quelli che Putin lo sfidano e rischiano, che cosa pensino dell’informazione americana sul denominato Russiagate, e si e’ beccato delle risposte tra l’incredulo e lo sdegnato, per ragioni che vanno dall’aver fatto sembrare Putin e il potere attorno a lui molto più brillante e organizzato di quanto non sia, fino all’aver trattato l’argomento in modo cosi’ sventato e dilettantesco da aver perso la possibilita’ di cavarne qualcosa di serio.

 

Insomma alla fine, dipingendolo come un master che tutto controlla e dirige, perfino gli investimenti immobiliari dei ricchi russi all’estero, media come CNN e Washington Post hanno fatto un favore a Vladimir Putin e danneggiato opposizione e stampa che tenta di informare senza censure. Complimenti.

donald trump e vladimir putin si stringono la mano donald trump e vladimir putin si stringono la mano

 

Il segretario di Stato Rex Tillerson ha riferito dell’incontro mentre Trump raggiungeva in gran fretta il concerto degli ospiti del G20, era cosi’ in ritardo che gli hanno mandato due volte la moglie Melania a sollecitare la fine dell’incontro, ma parliamoci chiaro, l’unica cosa che conta in queste riunioni monstrum, che quasi costano la pelle a duecento agenti di polizia massacrati da manifestanti lasciati impuniti, sono alcuni incontri bilaterali. Il resto e’ fuffa, e ormai anche lavoro inutile degli sherpa.

 

Tillerson, non mi stanco di dirlo, e’ uomo di primissima scelta e qualita’, basta la sua stretta di mano a capirne la sicurezza e l’esperienza, e ha partecipato attivamente all’incontro, anche preparandolo con il collega russo Lavrov. Ha riferito che i due hanno battibeccato su hacker e ingerenza nel voto, e che Trump ha attaccato, Putin si e’ vigorosamente difeso. Ne e’ uscito un accordo di reciproci controlli per il futuro.

 

donald trump angela merkeldonald trump angela merkel

Qui si tratta di credere o no che Trump ne sapesse qualcosa, che invece non gli abbia causato e ancora stia causando solo guai e problemi. Allo stato delle indagini di procuratore speciale e Congresso, e’ solo un atto di fede, prove zero, ma da parte del presidente americano e’ indubbiamente un contributo a chiarezza futura, se possibile. Dice Tillerson:

 

"How do we create a framework in which we have some ability to judge what is happening in the cyber world and who we can hold accountable?" Come facciamo a creare una cornice nella quale riusciamo poi ad avere la possibilità di giudicare quello che accade nel mondo cibi e chi noi possiamo ritenere affidabile”. Bella domanda.

 

Tillerson ha chiarito che non c'è stata convergenza sull'argomento a differenza di quanto trapelato su alcuni giornali secondo i quali Trump avrebbe accettato le giustificazioni di Putin."There was not a lot of re-litigating of the past. I think both of the leaders feel like there's a lot of things in the past that both of us are unhappy about. We're unhappy, they're unhappy. We simply have to find a way to go forward.” Insomma, inutile insistere più di tanto sul passato, a proposito del quale tutte e due sono scontenti. Meglio trovare un modo per andare avanti.

 

proteste ad  amburgo per il g20proteste ad amburgo per il g20

Poi la vera ciccia dell'incontro ovvero Nord Corea, Ukraina, Siria.

Sulla Siria è stato raggiunto un accordo di tregua che definire fragile e potente ma in qualche modo corretto, ma nel contempo sarebbe ingiusto non qualificare come straordinario quasi miracoloso perché  nulla era previsto concreto da questo primo incontro tra i due e basta guardarsi tutti giornali e le televisioni alla vigilia dell'incontro per averne la conferma.

 

L'accordo tra Stati Uniti e Russia è inteso a fermare i combattimenti in Siria nell'Asia sud occidentale e consentire ai ribelli antigovernativi di concentrarsi nella battaglia contro Isis lo Stato terrorista islamico. Ricordiamoci che la Russia sostiene il governo del siriano Bashad al-Assad.  L'accordo naturalmente ora deve essere messo in pratica e, come ha detto il segretario di Stato, ci è chiaro chi deve mandare le forze di sicurezza ma per il resto è tutto da chiarire; entro una settimana sara' perché i colloqui sono in uno stato avanzato.

 

Infatti ad Amman se ne parlava già da qualche tempo. Infine gli Stati Uniti hanno ribadito che Assad  deve andarsene, “non vediamo un ruolo in alcun modo a lungo termine per la famiglia Assad, gente che attacca il proprio popolo con armi chimiche”. Anche questo Putin l’ha dovuto mandare giù.

vladimir putin angela merkelvladimir putin angela merkel

 

 

Oggi continuano i colloqui bilaterali separati dal resto degli eventi e Trump incontrerà il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro inglese Theresa May, l’indonesiano Joko Widodo, il primo Ministro di Singapore Lee Hsien Loong, quello giapponese, Shinzo Abe.

 

Nel truppone del G20, dove tocca vedere anche la faccia del turco massacratore Erdogan con mummia di moglie al seguito, si va avanti in ordine sparso: nessun accordo su commercio, neanche su clima, che la Merkel continua a fingere che sia importante, figurarsi sui clandestini, che importanti sono davvero, e per i quali l’Europa, la stessa che ha fatto fuori Gheddafi perché” dittatore, ha dato quasi tre miliardi di euro al dittatore Erdogan.

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