I GIORNI DELLA COLLERA DI ISRAELE - A GERUSALEMME VIENE AMMAZZATO UN GIOVANE PALESTINESE: UNA VENDETTA DEGLI ULTRÀ EBREI? - IL PREMIER NETANYAHU AL BIVIO: RAPPRESAGLIA O GUERRA?
Da “La Stampa.it”
ISRAELE LIBANO Netanyahu menaces
Il cadavere di un giovane palestinese è stato trovato dalla polizia israeliana in un bosco di Gerusalemme, dopo che la famiglia aveva denunciato il suo rapimento. Lo ha riferito la radio militare, secondo cui non è escluso che il delitto sia stato compiuto da ultrà ebrei in ritorsione per la uccisione di tre ragazzi ebrei in Cisgiordania.
Fonti locali riferiscono che il giovane è stato fatto salire a forza su un’automobile mentre si recava all’alba a pregare in una moschea nel rione di Beit Hanina, a Gerusalemme est. A quanto pare l’episodio sarebbe stato ripreso da telecamere di sicurezza. La polizia israeliana si limita per il momento a confermare il ritrovamento del cadavere e afferma che sta investigando «in direzioni svariate».
Israele ha seppellito ieri i «suoi figli» e ora dovrà soppesare la risposta allo scenario aperto dalla morte dei tre ragazzi, che ritiene siano stati rapiti e uccisi in Cisgiordania da una cellula di Hebron legata ad Hamas.
CAMPAGNA BACI BENETTON ABU MAZEN E NETANYAHU jpeg
Una decisione non facile che , nella prima riunione del Gabinetto di sicurezza, ha registrato la diversità tra le varie anime del governo di Benyamin Netanyahu. Una differenza che ha spinto il premier a indire una nuova riunione ieri sera in modo da avere sì una risposta, ma soprattutto unanime.
Il premier ha ribadito che la prima missione di Israele è raggiungere «gli assassini. Tutti quelli che hanno partecipato al rapimento e all’uccisione». «Non ci daremo pace - ha ammonito dopo aver partecipato ai funerali a Modin - non molleremo, fino a quando non saremo arrivati all’ultimo di loro, non importa dove si nasconda. Costoro sono passibili di morte».
Ma toccherà alla riunione del gabinetto dare concretezza agli obiettivi che Netanyahu ha ribadito: punire Hamas anche estendendo le operazioni contro la fazione islamica. Non solo in Cisgiordania, dove i 18 giorni di operazioni hanno messo, secondo molti analisti, in ginocchio la struttura dell’organizzazione.
Due notti fa in scontri a Jenin è stato ucciso dai militari un ragazzo palestinese che, secondo le forze armate, aveva scagliato un ordigno esplosivo. Ma anche nei confronti della Striscia di Gaza, da dove continuano a piovere razzi e colpi di mortaio: gli ultimi quattro ieri sera, a poco distanza dalla fine dei funerali. La situazione, via via che si apprendevano ulteriori particolari sull’inchiesta relativa al rapimento dei tre seminaristi ebrei, appare in crescente fermento, con la tensione che monta fra coloni e palestinesi. A Gerusalemme centinaia di attivisti israeliani di destra hanno dato vita a scene di violenza e, secondo Haaretz, passanti arabi sono stati aggrediti e attaccati da una folla in tumulto.