gianni marilotti

“SONO USCITO IN AMICIZIA DAI CINQUE STELLE, PERÒ DICIAMO CHE HO SOLO ANTICIPATO LE SCELTE CHE POI HANNO FATTO” - IL SENATORE GIANNI MARILOTTI, ELETTO CON IL M5S, PASSATO AL GRUPPO MISTO, POI ALLE AUTONOMIE, AGLI EUROPEISTI, DI NUOVO AL MISTO E INFINE AL PD: “È VERO, HO ESAGERATO. SONO STATO UN PO’ INGENUO. SAREI DOVUTO PASSARE SUBITO AL GRUPPO DEL PD, COME INDIPENDENTE. IO NON SONO UN VOLTAGABBANA. LA DEMOCRAZIA È MALATA, PERCHÉ I PARTITI POLITICI NON ESISTONO PIÙ. IL PD È L'UNICO CHE RESISTE SUL TERRITORIO, ANCHE SE TRA TANTI PROBLEMI”

Claudio Bozza per il "Corriere della Sera"

 

gianni marilotti

Eletto con il M5S, passato al gruppo Misto, poi alle Autonomie, agli Europeisti, di nuovo al Misto e infine al Pd. Senatore Gianni Marilotti, a 68 anni è finito nel guinness con cinque cambi di partito da inizio legislatura: non è che ha un po' esagerato?

«Indubbiamente sì. Sono stato anche un po' ingenuo. Mi hanno eletto all'uninominale nel collegio Sardegna Sud. Io sono da sempre un uomo di centrosinistra. Sono uscito in amicizia dai Cinque Stelle, però diciamo che ho solo anticipato le scelte che poi hanno fatto».

GIANNI MARILOTTI

 

Lei è uno scrittore affermato (ha vinto pure il Premio Calvino, ndr), poi si è tuffato in politica. Non si è mai domandato…

«Chi me l'ha fatto fare? Sì: il Movimento mi aveva chiamato come esponente della società civile. Loro sapevano bene come la pensavo. Dopodiché ho dovuto ingoiare parecchi rospi. In cima alla lista ci sono i decreti Sicurezza e quello sulla legittima difesa, che dovetti votare pena l'espulsione.

 

Poi per le elezioni regionali e amministrative obiettai che dovevamo allearci con i dem per non far vincere il centrodestra ovunque. Mi risposero che "ero un infiltrato del Pd". Così capii che era meglio cambiare aria».

gianni marilotti 5

 

E da lì iniziò un lungo peregrinare. È pentito?

«Io ho sempre fatto politica nei movimenti, nella società civile: tutte battaglie per i diritti. Questa è la mia prima esperienza politica nelle istituzioni. Ebbene, spero (e penso) anche che sarà l'ultima. L'ho fatta perché tanti amici e persone che stimo mi avevano spinto a impegnarmi».

 

Che partiti ha votato nell'arco della sua vita?

«Non sono iscritto al Pd, ma ho votato Partito di Unità Proletaria, Democrazia proletaria, Pds, Ds e Pd».

 

Dove pensa di aver sbagliato?

GIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTA

 «Sarei dovuto passare subito al gruppo del Pd, come indipendente. Io non sono un voltagabbana. Io sono di centrosinistra: stiamo parlando di una legislatura in cui si è passato da gialloverdi a giallorossi.

 

E ora c'è Draghi. Io li ho appoggiati tutti. Il primo sono stato costretto a sostenerlo, l'alleanza per il secondo governo è stata giusta, mentre la terza è stata per il bene dell'Italia».

 

Uno di questi cinque cambi di casacca fu architettato per farle indossare i panni di «responsabile» e sostenere un ipotetico terzo governo Conte con un gruppo ad hoc

«Me lo chiesero insistentemente: io nemmeno ci credevo, specie vista la compagnia rabberciata. Figuriamoci se potevamo fare la quarta gamba del Conte ter».

 

GIANNI MARILOTTI

Il segretario del Pd Enrico Letta, appena eletto si è scagliato contro quei continui «cambi di casacca» che «sono il segno di una democrazia malata». Cosa ne pensa?

«Che sì, la democrazia è malata, perché i partiti politici non esistono più. Il Pd è l'unico che resiste sul territorio, anche se tra tanti problemi».

 

Lei ha cambiato molti gruppi, però risulta quasi sempre presente in Aula. È un dato particolare, vista la volatilità delle sue casacche, non crede?

«Ho fatto solo l'1,6% di assenze, lavoro molto».

 

Qual è la battaglia chiave del suo mandato?

«Le desecretazioni. Io sostengo il diritto alla conoscenza, in Italia e nel mondo. Mi sto impegnando molto sul caso Assange e sul Moscow Memorial».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE - NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…