GIORGIA MELONI E’ NERVOSETTA: TEME IL RITORNO DI DRAGHI - SORGI: “C'È VOLUTA LA DOPPIA GAFFE SU DRAGHI PER FAR CAPIRE CHE L'EVENTUALITÀ DI UN RITORNO IN CAMPO DI SUPERMARIO ESISTE. E CHE L'IPOTESI CHE A CANDIDARLO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO SIA MACRON, METTEREBBE IL GOVERNO ITALIANO IN DIFFICOLTÀ. PERCHÉ TOCCHEREBBE A MELONI IL "SÌ" O IL "NO" PIÙ PESANTE, DI FRONTE A UN'INIZIATIVA FRANCESE CHE PARTIREBBE SOLO CON L'AVALLO TEDESCO. DI QUI L'INCUBO DELLA FOTO SUL TRENO PER KIEV, CON DRAGHI INSIEME A MACRON E A SCHOLZ CHE HA FATTO SALTARE I NERVI ALLA PREMIER. SAREBBE UN BOCCONE ASSAI DIFFICILE DA DIGERIRE…”
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”
Cosa resterà dei due giorni di dibattito parlamentare che hanno preceduto il vertice dei leader europei a Bruxelles dove Meloni è arrivata ieri sera? Soprattutto il grande nervosismo della premier, i suoi interventi evidentemente fuori tono, con le vene che vibravano sul collo. Oltre alla gaffe su Draghi, corretta martedì sera con un comunicato alquanto goffo e ieri in Senato con quella che si potrebbe definire una toppa peggiore del buco.
Finora infatti la possibile candidatura dell'ex premier e ex-presidente della Bce da parte del presidente francese Macron a uno dei vertici apicali dell'Unione era rimasta materia di uno scoop giornalistico di Repubblica non smentito e non confermato. […] C'è voluta la doppia gaffe di Meloni […] per far capire che l'eventualità di un ritorno in campo di SuperMario esiste. E che l'ipotesi che a candidarlo alla presidenza del Consiglio europeo, più che della Commissione, dove Von der Leyen vorrebbe tentare un nuovo mandato, sia Macron, metterebbe l'Italia, e in particolare il governo italiano in difficoltà.
Perché toccherebbe a Meloni il "sì" o il "no" più pesante, di fronte a un'iniziativa francese che partirebbe solo con l'avallo anche tedesco. Di qui l'incubo della foto sul treno per Kiev, con Draghi insieme a Macron e a Scholz che ha fatto saltare i nervi alla premier. Va da sè che il ritorno sulla scena di un super tecnico, per il governo che ha affermato fin qui il primato del ritorno della politica a dispetto degli esecutivi d'emergenza costruiti al Quirinale, sarebbe un boccone assai difficile da digerire.
E renderebbe ancora più visibile la contraddizione tra l'idea di "Europa delle Nazioni" professata fin qui da Meloni […] e il progressivo avvicinamento […] che la premier ha fatto all'Europa sovranazionale com'è adesso. O forse sarebbe meglio dire come fatica ad essere. È con questo rovello, e con le minacce di esercitare il veto sull'ipotesi di riforma del Patto di Stabilità, che Meloni è atterrata ieri sera a Bruxelles. […]