giorgia meloni matteo salvini fuoco palazzo chigi scontro

ALTRO GIRO, ALTRE NOMINE, ALTRI SCAZZI TRA MELONI E SALVINI SU RAI, FERROVIE E CASSA DEPOSITI E PRESTITI: LA DUCETTA VUOLE TUTTO, A PARTIRE DAL NUOVO AD DI VIALE MAZZINI CHE, COME DAGO DIXIT, DOVRA' APPARECCHIARE UN PALINSESTO ALLA FIAMMA - LA BATTAGLIA TRA "IO SO'GIORGIA" E IL CAPITONE SU FERROVIE E CDP: MELONI E FAZZOLARI VOGLIONO LA RICONFERMA DEL PIEGHEVOLE SCANNAPIECO. MA L'EX DRAGHI-BOY E' INVISO SIA A SALVINI CHE A GIORGETTI - PER FORTUNA CHE LA MELONI AVEVA ANNUNCIATO LA FINE DELLA STAGIONE DELL'AMICHETTISMO: NEL 2023... - DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://m.dagospia.com/giorgetti-ha-tre-grosse-beghe-rai-ferrovie-e-cdp-a-aprile-scadono-tutti-e-la-ducetta-vuole-tutto-384877

 

 

Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”

 

SALVINI MELONI

Aggiungi un posto nei cda, che c’è un amico in più. Tra profili di spicco del passato e alcuni meno noti, catalogabili alla voce peones, sono decine e decine i nomi di politici piazzati nei consigli di amministrazione delle società pubbliche. A dispetto di curriculum quasi sempre poco attinenti ai compiti richiesti. Perché, come spesso accade in Italia, conta più la tessera di partito, la presenza negli organi dirigenziali, per ottenere una poltrona.

 

Nella lista dei ripescati dalla politica ci sono per esempio l’ex sottosegretario berlusconiano, Gioacchino Alfano, che ha trovato posto in una società del ministero della Difesa e l’ex sindaco di Lecce, Paolo Perrone, vicino al ministro Raffaele Fitto, ora al timone dell’Istituto poligrafico e zecca dello stato.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Così come sventola sul ponte, è il caso di dire, la bandiera del commissario regionale in Calabria della Lega, Giacomo Saccomanno (25mila euro annui lordi), componente del consiglio di amministrazione della società Ponte sullo Stretto, il progetto-bandiera di Salvini.

 

E sempre il leader leghista ha incassato la nomina di Davide Bordoni – consigliere comunale della Lega a Roma e leader del partito nel Lazio – ad amministratore unico (per 120mila euro annui, non fruiti almeno fino all’ultimo aggiornamento) della Rete autostrade mediterranee (Ram), società in house del ministero di Salvini, con le quote detenute dal Mef di Giancarlo Giorgetti. Tutto in casa Lega.

 

Fabio Tagliaferri

Sono solo alcuni esempi, tra i tanti, di una destra che nel 2023 ha piazzato vecchie glorie, amici in politica, spesso ex peones, nelle varie società controllate o partecipate pubbliche. La galleria dell’amichettismo potrebbe allungarsi con il prossimo giro di nomine. In primavera scadono, infatti, decine di consigli di amministrazione, tra cui alcuni molto appetiti come Cassa depositi e prestiti e Ferrovie dello Stato.

 

Il braccio di ferro tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini è già in atto sulla tempistica. La premier vuole fare con calma, il leghista prima delle Europee. Teme che l'esito del voto porti la premier a fare bottino pieno.

 

La partita è già iniziata. Da febbraio, alla guida della Ales (146mila euro era il compenso del precedente presidente e ad), società del ministero della Cultura, è finito il meloniano, Fabio Tagliaferri, fresco di dimissioni da assessore comunale a Frosinone, uomo forte di Fratelli d’Italia in Ciociaria. Prima si occupava di tutt’altro, adesso gestirà, tra le varie cose, le Scuderie del Quirinale. A capo dell’Ismea è invece appena arrivata la nomina dell’ex deputato di Alleanza nazionale, Livio Proietti, dirigente di FdI nel Lazio.

 

PAOLO ARRIGONI

Nei prossimi mesi sono in scadenza varie poltrone. È il caso del cda del Gse (Gestore servizi energetici), che si occupa della promozione e dello sviluppo delle fonti rinnovabili. Il presidente in carica (27mila euro) è Paolo Arrigoni, senatore leghista dal 2013 al 2022. Alle ultime elezioni non è stato rieletto e dal marzo dello scorso anno è al vertice della controllata dal Mef. Nello stesso cda siede, da componente semplice (13.500 euro), Roberta Toffanin. Anche lei è stata senatrice, ma di Forza Italia, nella scorsa legislatura e non è tornata in parlamento.

 

Mandato agli sgoccioli poi per la società Cinecittà, dove è arrivata qualche mese fa, come consigliera di amministrazione (14mila euro), Isabella Ciolfi, con un cursus honorum politico da segretaria organizzativa della Lega nel Lazio. Nel curriculum non ha esperienze parlamentari ma vanta collaborazioni con due big della Lega: i sottosegretari Claudio Durigon e Federico Freni. Dagli uffici di una segreteria e una produzione cinematografica il salto è stato notevole. […]

gregorio fontana

 

È il caso di Gregorio Fontana, eletto a Montecitorio con Forza Italia per cinque legislature, fino a guadagnarsi i galloni di deputato-questore: da ottobre scorso è finito nel cda di Infratel (soggetto attuatore della strategia nazionale per la banda ultralarga), società di Invitalia che a sua volta fa capo al Mef.

 

A Infratel Fontana ha trovato un compagno di partito, Donato Toma, ex presidente della regione Molise, non ricandidato dal centrodestra: adesso è a capo del collegio sindacale della società. Il presidente del cda di Infratel è Alfredo Maria Becchetti, notaio di professione con la passione della politica, già coordinatore romano della Lega e candidato non eletto alla Camera, nel 2022, sotto le insegne salviniane.

 

Una collocazione ambita dai reduci del parlamento è la società Difesa e Servizi, controllata dal ministero della Difesa. Il presidente (80mila euro) è Gioacchino Alfano, deputato dal 2001 al 2018, prima con Forza Italia e poi nel nuovo Centrodestra, fondato dal suo illustre omonimo (non sono parenti), Angelino Alfano. Nei governi Renzi e Gentiloni è stato sottosegretario alla Difesa. Almeno, in questo caso, c’è qualche competenza acquisita nella materia.

 

GIOACCHINO ALFANO

Nel cda, come consigliere (32mila euro) c’è un’altra vecchia conoscenza della Camera, Mauro Fabris, deputato dell’Udeur di Clemente Mastella per due legislature (dal 1996 al 2008). Sempre in Difesa e Servizi spunta Anna Carmela Minuto, ex senatrice di Forza Italia, con una storia singolare: è stata a Palazzo Madama per soli tre anni. […]

 

Discorso diverso in un altro settore, quello di Sport e Salute, che annovera nel cda Maria Spena (16mila euro), già deputata di Forza Italia dal 2018 al 2022. Si era occupata di agricoltura a Montecitorio, in passato era stata assessora ai Lavori pubblici nella giunta Alemanno a Roma. Poi la folgorazione verso lo sport, finendo in una società decisamente a trazione berlusconiana, almeno nei nomi.

 

MARIA SPENA

Nell’ambito di FI, invece, compare il nome di Giuseppe Moles, ex parlamentare di Forza Italia e sottosegretario all’editoria del governo Draghi, ora ad di Acquirente Unico (120mila euro) che è emanazione del Gse. Anche qui, prima i problemi dei giornali – nelle vesti di politico, poi l’energia da tecnico. Nonostante nel suo curriculum non compaia mai la parola energia.

 

[…] All’Istituto poligrafico e Zecca dello stato non figura solo l’ex sindaco di Lecce Perrone (31mila euro). Come consigliera (16mila euro) spicca un’altra esponente pugliese del partito di Meloni: Stella Mele, già capogruppo di FdI al consiglio comunale di Barletta e candidata con il partito di Meloni al Senato nel 2022. […]

 

Altra roccaforte di politici è la Consap, che si occupa dei servizi assicurativi di rilievo pubblico. Alla presidenza (86mila euro) è approdato Sestino Giacomoni, parlamentare fedelissimo di Berlusconi per quattro legislature. Almeno lui si è occupato spesso di finanza nei trascorsi a Montecitorio.

 

sestino giacomoni foto di bacco

Nell’organo di vertice spiccano due leghisti di diversa estrazione: Antonio Zennaro, eletto nel 2018 con il Movimento 5 stelle e passato poi alla Lega. Candidato in una posizione ineleggibile, ha dovuto rinunciare al Transatlantico ma ha incassato successivamente il ruolo di consigliere alla Consap (16mila euro), insieme a Francesca Ceruti, ex consigliera regionale in Lombardia della Lega.

 

E ancora: nel cda di Leonardo (80mila euro) c’è Nuccio Altieri approdato alla Camera, nel 2014, in quota Forza Italia. Dopo si è trasferito nel gruppo della Lega. Curriculum da leghista doc quello del presidente (27mila euro) della Sogesid (società di servizi in ambito ambientale ed economico), Roberto Mantovanelli, golden boy leghista a Verona: spesso è stato indicato come possibile candidato sindaco. […]

roberto sergio con rossigiampaolo rossi roberto sergio carlo conti foto di bacco (2)marinella soldi roberto sergio giampaolo rossi DARIO SCANNAPIECOMATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, IL “CAPITONE” È NELLE SABBIE MOBILI: CHE FARE? - COME DIMOSTRA IL ''GOLPE'' DEL PAPEETE DEL 2019, SALVINI E' IMPREVEDIBILE E STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...