QUIRINALOTTO – AMATO, TROPPO AMATO – IL DOTTOR SOTTILE PUÒ ESSERE LA CARTA SEGRETA PER CHIUDERE LA PRATICA AL PRIMO VOTO – OLTRE A PIACERE A BERLUSCONI, HA IL PREGIO DI ESSERE EQUIDISTANTE RISPETTO ALLE DUE ANIME DEL PD

Andrea Cuomo per “il Giornale”

 

giuliano amato anna finocchiarogiuliano amato anna finocchiaro

Era stato là, acquattato nella noncuranza, ignorato per lo più dai bookmaker e dai borsini dei giornali. In quelli in cui compariva figurava in basso, ai confini dell'irrilevanza.

E invece eccolo qui, Giuliano Amato. È lui l'uomo nuovo (si fa per dire) del romanzo Quirinale. Un testo lontano dalla parola fine e che al momento assomiglia a una mano di bluff. Epperò il nome del giudice della Corte Costituzionale, già due volte presidente del Consiglio e tre volte ministro, è di quelli destinati a restare a lungo tra le figurine dei favoriti.

 

giuliano amato anna finocchiaro giuliano amato anna finocchiaro

Il fatto è che il grifagno Dottor Sottile è l'unico che secondo Renzi potrebbe fare il miracolo dell'elezione al primo turno. Il premier infatti sembra sempre più intenzionato a rinunciare alla raffica di schede bianche a cui sembravano destinate le prime tre elezioni a maggioranza qualificata. Il rischio, ben chiaro a Super Matteo, è quello che le varie opposizioni (quelle vere e quelle interne ai partiti del Nazareno) possano accordarsi per l'appoggio a una personalità popolare da votare in massa. A quel punto se il nome fosse tra i papabili del Pd questo ne perderebbe la paternità e se non fosse tra essi diventerebbe un disturbo che renderebbe poi l'elezione di chiunque altro come impopolare.

GIULIANO AMATO CON TOM E JERRYGIULIANO AMATO CON TOM E JERRY

 

Il fatto è che per arrivare a quota 672 (tanti sono i voti necessari il 29 e il 30 gennaio) c'è bisogno di un voto compatto del Pd, di un appoggio di tutto il blocco centrista e degli ex M5S e del voto anche di Forza Italia. E Amato non ha alcun fan club ma è una figura equidistante rispetto alle due anime del Pd, al punto che Pier Luigi Bersani, capo della riserva indiana del Nazareno, spinge per la sua elezione; e al contempo - grazie al suo passato nel Psi e alla sua lontananza da qualsiasi ortodossia veterocomunista - è la prima scelta di Berlusconi. In più, godrebbe dell' endorsement del presidente «emerito» Giorgio Napolitano.

 

giuliano amato adriano panatta enrico letta gianni rivera giuliano amato adriano panatta enrico letta gianni rivera

E pazienza per il sarcasmo di Stefania Craxi («Amato ha condiviso nel bene e nel male con Craxi tutte le responsabilità del Psi. Craxi è morto in esilio, Amato presidente della Repubblica. È una bella notizia») e per la scarsa simpatia da parte degli italiani, che di lui ricordano il prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti stabilito nel 1992, quando era premier, e le polemiche sulle sue mille poltrone e sulle indennità.

 

Intervento di Giuliano Amato Intervento di Giuliano Amato

Certo, troppo poco e troppo presto per abbandonare altre piste. Come quella di Ignazio Visco, governatore della Banca d'Italia e da molti indicato come l'arma segreta renziana da sganciare all'ultimo. Come Sergio Mattarella, da giorni nome caldo ma con l'handicap di non essere tra quelli che, come si dice in questi giorni, «se chiama la Casa Bianca non deve presentarsi».

 

Come quelle di Walter Veltroni e di Piero Fassino, che però provengono dalla nomenklatura post-comunista, quel territorio su cui c'è una sorta di veto da parte del centro e di Forza Italia (Renato Brunetta: «Il nuovo presidente non deve essere ancora un comunista») ma anche di frange democratiche (Gianni Cuperlo: «Non deve essere della Ditta»).

 

pd24 fassino veltronipd24 fassino veltroni

Rispetto a qualche giorno fa sembra aver perso peso la componente cattolica dei candidati. Dario Franceschini, Graziano Delrio, Linda Lanzillotta sono ombre lontane. E a proposito di ombre, il fantasma di cui proprio non ci si riesce a liberare è quello di Romano Prodi. Che continua a schermirsi (ma si sa: non vuol dir nulla) ed è al centro di strane strategie che investono anche il Movimento 5 Stelle. Eppure il Professore ha troppi punti deboli per non essere il favorito tra i favoriti.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…