giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

GIUSTIZIA, IMMIGRAZIONE, REDDITO DI CITTADINANZA: IL CENTRODESTRA È DIVISO SU TUTTO. OGNI GIORNO EMERGONO NUOVE FRATTURE, CAVALCATE DA SALVINI NEL TENTATIVO, DISPERATO, DI RISALIRE NEI SONDAGGI – SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO LA MELONI CONTINUA A OPPORSI, E IL “CAPITONE” INSISTE; IL REDDITO DI CITTADINANZA È “INVISO” ALLA “DUCETTA”, MENTRE BERLUSCONI E LA LEGA VOGLIONO MANTENERLO PER NON PERDERE VOTI AL SUD…

Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni cernobbio

Lei le definisce «sfumature». Lui nega qualsiasi contrapposizione: «Un duello tra di noi? Non so a cosa ci si riferisca». Eppure nella terz' ultima domenica pre elettorale, al Forum di Cernobbio, i due front runner del centrodestra, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, hanno continuato a marcarsi e smarcarsi tra loro, anche se sul palco hanno cercato di smussare alcune differenze. Per esempio sulla Russia.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI

«Se l'Italia si sfila da sanzioni e armi perde credibilità», ha detto Meloni, che sin dall'inizio ha posto la fedeltà al patto atlantico come pre condizione dell'asse con Lega e Forza Italia. E Salvini, più critico, ha ricordato che è il caso di chiedersi se le sanzioni «danneggino più chi le fa che chi le subisce». Ma precisando che «noi della Lega abbiamo sempre votato le sanzioni e il loro mantenimento» e la posizione del centrodestra è univoca.

Per Antonio Tajani, che considera le misure contro Mosca «inevitabili», le divisioni nella coalizione sono «una barzelletta».

MATTEO SALVINI E PUTIN

 

Insomma, si va avanti così da settimane, tra scintille e aggiustamenti, tra professioni di unità e distinguo mirati, come a Cernobbio, con un occhio alla platea e l'altro ai sondaggi. E forse non si tratta solo di giocare a trovare le differenze tra i programmi dei tre alleati, quanto di strategie.

 

Forse ieri Salvini aveva in mente l'ultima rilevazione settimanale di Termometro Politico con il 51% degli intervistati convinto che l'Italia dovrebbe modificare l'atteggiamento verso la Russia. Il leader del Carroccio parla al suo elettorato? La competizione interna potrebbe anche giocare a favore della squadra: per i tre partiti, marciare a volte divisi può voler dire colpire uniti elettorati diversi.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI BY VUKIC

 

Così anche sui temi dell'economia: sullo scostamento di bilancio per esempio Meloni a Cernobbio ha ripetuto il suo no, Salvini invece insiste («proteggiamo l'Italia e le famiglie»). Salvini e Berlusconi nelle ultime settimane sembrano molto impegnati nella rincorsa al primato della Meloni, di gran lunga in testa nei sondaggi. E i distinguo si notano di più su giustizia, immigrazione, reddito di cittadinanza. Partiamo proprio da qui. La Meloni lo vuole abolire «perché è culturalmente sbagliato».

 

Lega e Forza Italia puntano a «rimodularlo». Sono 3,5 milioni in Italia i percettori di reddito di cittadinanza, di cui 2,3 milioni nel Mezzogiorno. «Il reddito deve restare alle persone che sono povere e a cui ha dato la possibilità di vivere - dice il Cavaliere -. Dobbiamo invece vedere di modificare la situazione con i giovani».

 

ABBRACCIO MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A MESSINA

E così Salvini: «Lo lasceremo a chi non può realmente lavorare, ovvero a disabili, minorenni, anziani con la pensione di cittadinanza». Capitolo migranti: Giorgia Meloni ha più volte parlato di «blocco navale», Salvini lo scarta: «Nel programma non c'è nessun blocco navale, non facciamo la battaglia navale con i sommergibili ci sono i decreti sicurezza». Berlusconi ricorda l'efficacia del patto con Gheddafi in Libia.

 

Anche sulla giustizia non c'è unanimità. L'ultima lite è sull'immunità parlamentare. FdI, con l'ex magistrato Carlo Nordio vorrebbe reintrodurla («Aveva ragione Bettino Craxi»). La Lega con Giulia Bongiorno, è tranchant: «Non è nel programma». E se l'autonomia è imprescindibile per il Carroccio, FdI avverte «niente fughe in avanti».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…