AVVISO DI GARANZIA DI COMUNIONE & FATTURAZIONE A FORMINCHIONI: “RESTA UNO DI NOI MA HA COMMESSO ERRORI” - CIELLE TEME IL CROLLO DEL SISTEMA DI POTERE DEL GOVERNATORE, NON VUOLE PERDERE I POSTI CHIAVE INCAMERATI NELLA SANITÀ, NELLE SOCIETÀ CONTROLLATE E NELLE IMPRESE DI COSTRUZIONI - A SANTORUM PIACE INVECE L’OPUS DEI: ESCRIVÁ DE BALAGUER MI GUIDA PER AFFERMARE LA VERITÀ…

Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"

Come si fa ad abbandonare un amico? Lo disse un giorno del 1995 il filosofo tedesco Nikolaus Lobkowicz al don Gius: «L'amicizia è per voi una virtù». Quasi vent'anni dopo, forse, è in questa frase ripetuta come un mantra che può essere colto tutto l'imbarazzo di Comunione e liberazione, alle prese con la bufera politico-giudiziaria che investe il governatore Roberto Formigoni, esponente di spicco di Cl.

Un avviso di garanzia non è una condanna, ma dieci indagati - quanti sono quelli che conta il Consiglio regionale adesso - fanno un caso politico. Lo pensano anche tra i ciellini, che in Lombardia rappresentano una lobby di preghiera e di potere, con posti chiave in politica, sanità, società controllate e imprese di costruzioni che vincono appalti.

«L'amicizia per noi è una virtù», è la risposta più frequente quando viene chiesta una riflessione sugli ultimi episodi balzati alle cronache: gli avvisi di garanzia che si rincorrono (tanto da far dire a Umberto Bossi: «Qui ne portano via uno al giorno»); le foto di Formigoni sullo yacht di Piero Daccò (il faccendiere in carcere per associazione a delinquere, nel crac dell'ospedale San Raffaele); l'imprenditore Antonio Simone, altra figura di spicco di Cl, interrogato due volte in Procura per i suoi rapporti d'affari con Daccò; il supermanager del più importante ospedale pubblico di Milano, Pasquale Cannatelli, indagato con l'accusa di avere fatto vincere appalti in cambio di case a prezzi scontati per i figli.

La frase che Lobkowicz disse a don Giussani continua: «Non è un caso che l'amicizia sia una delle virtù che il movimento esercita più gioiosamente; un'amicizia che tocca chiunque si incontri sul cammino e che non viene meno neppure se l'amico prende strade che non si possono approvare».

Eccolo, il punto: «Chi lavora può sbagliare, il don Gius ha sempre scommesso sulla libertà di ognuno, il problema è l'uomo, non Cl». Del resto, lo stesso cardinale di Milano, Angelo Scola, una provenienza ciellina, il 28 gennaio, giorno del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales, ha detto: «Certo siamo amici», ma «non c'entro niente - ha scandito - con quel che fa Formigoni».

Insomma, l'amicizia c'è, ma la complicità è una cosa diversa: e anche tra le file laiche più importanti di Cl ormai si riconosce che qualche errore, insomma, Formigoni lo può avere commesso. Luigi Amicone, fondatore e direttore del settimanale Tempi, ha scritto: «Il peccato originale di Formigoni non è Berlusconi. È che ha fatto quel che ha fatto a partire dalla scuola di don Giussani.

E questo è insopportabile per una élite. Naturale che si voglia buttarlo giù per "modernizzare". E, soprattutto, per occupare i posti che verrebbero liberati. I partiti di opposizione e i centri di potere contrapposti esistono per questo».

Ma il problema non è solo esterno al movimento, gli interrogativi iniziano a sorgere anche tra i fedelissimi. Una sensazione ben esplicitata su Il Foglio di Giuliano Ferrara, che ha tirato una frecciata a Formigoni dopo l'ennesimo caso imbarazzante degli ultimi tempi: «Basta questo per decidere un passo indietro? Difficile dirlo, ma lecito domandarselo».

E per marcare una presa di distanza da un'attualità che non piace, c'è chi fa riferimento al discorso tenuto da don Giussani ad Assago il 6 febbraio 1987, all'assemblea della Dc lombarda: «La politica vera è quella che difende una novità di vita nel presente, capace di modificare anche l'assetto del potere».

Se per il fondatore, dunque, gli uomini sono in cammino, quel che conta è saper riparare agli errori. In che modo? La soluzione, che rimbalza negli alti ranghi ciellini, è la responsabilità che, per Formigoni, sarebbe chiedersi che cosa sia meglio: non come singolo, ma come politico in comunione con un popolo. Le dimissioni? Nessuno ne parla. Un autocommissariamento?

Chissà. «Formigoni non ha commesso nessun reato - viene sottolineato -. Però, che dispiacere! È uno dei nostri e così noi stessi rischiamo di dimenticarci quel che di buono ha fatto, dal sistema di Welfare attento alle famiglie e ai più deboli, alla sanità d'avanguardia e con i conti in pareggio, fino al buono scuola per permettere alle famiglie di scegliere».

Lo stesso don Julián Carrón, 62 anni, il successore di don Giussani, a metà gennaio ha dichiarato al Corriere: «L'operato di Formigoni è davanti a tutti. Se un politico viene eletto per quattro volte, qualcosa avrà fatto. Mica l'hanno votato solo i ciellini (...). Non esistono candidati di Cl, non esistono politici di Cl».

Comunione e liberazione appare, comunque, stretta tra sentimenti contrastanti: senso d'amicizia, amarezza e autocritica. È il motivo per cui le mosse future del governatore sono attese, come la riunione che ha convocato per domani alle 9 al Palazzo della Regione, con la chiamata a raccolta dei top manager ospedalieri: «La sanità (che vale 17,3 miliardi, ndr) resta uno degli ambiti strategici e il settore di più elevato impatto sia finanziario sia di servizio al cittadino - scrive Formigoni nella lettera d'invito -. Le significative difficoltà che connotano questo periodo richiedono una ancora più marcata sinergia tra l'azione della giunta e quelle dei vertici delle aziende pubbliche».

La sensazione è che Formigoni dirà: «Avanti tutta!». Già, ma come? La risposta viene pescata un'altra volta dal discorso di Assago: «Una cultura della responsabilità - ha detto don Giussani - non può non partire dal senso religioso». Un monito che adesso viene indirettamente suggerito anche a Formigoni, uomo sì di politica, ma anche di fede.

2- SANTORUM: ESCRIVÁ DE BALAGUER MI GUIDA PER AFFERMARE LA VERITÀ
Da "la Stampa" - Il repubblicano Rick Santorum elogia l'Opus Dei (di cui non è membro) e il suo fondatore Josemaria Escrivá de Balaguer che «mi guida per affermare le verità assolute». Così infatti, intervenendo a un congresso a Roma nel gennaio del 2002, l'allora senatore della Pennsylvania descriveva il suo rapporto con gli insegnamenti del fondatore dell'Opus Dei. «È attratto dallo spirito dell'Opus Dei che i cattolici portino la presenza di Gesù nei posti di lavoro», ha spiegato monsignor Stetson, uno dei religiosi dell'Opus Dei più vicini a Santorum.

 

 

FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO jpeggiussani Cardinale ScolaJullian Carron - Foto PizziRICK SANTORUMMonsignor Escrivá de Balaguer

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