merkel macron europa aquisgrana

GLI EUROSCETTICI CRESCONO MA NON STRAVINCONO, POPOLARI E SOCIALISTI PERDONO CONSENSI, MA NE CONQUISTANO DI NUOVI I LIBERALI E SOPRATTUTTO I VERDI, CHE SORPRENDONO SIA IN GERMANIA CHE IN FRANCIA - L'AFD, IL PARTITO DI ESTREMA DESTRA XENOFOBO, AL 10% - MARINE LE PEN, CON IL 23,2% DEI VOTI HA SUPERATO MACRON CHE È AL 21,9% - TSIPRAS ESCE SCONFITTO – ORBAN VINCE CON IL 56% DEI VOTI

ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA

Repubblica.it

 

Gli euroscettici crescono ma non stravincono, le famiglie politiche tradizionali - Popolari e socialisti - perdono consensi, ma ne conquistano di nuovi i liberali e soprattutto i verdi, che sorprendono sia in Germania che in Francia. L'ultima proiezione del Parlamento europeo, diffusa alle 21.23 e basata sugli exit poll, assegna ai Popolari 178 seggi nel nuovo Parlamento europeo, ai socialisti e democratici 147, ben 70 ai verdi, che nella passata legislatura ne avevano 52 e 101 alla formazione che raggruppa l'Alde (che da sola aveva 62 seggi nel precedente Parlamento) e l'En Marche di Macron. Il gruppo sovranista fondato da Matteo Salvini, l'Europa delle nazioni e della libertà, conquisterebbe 57 seggi, i conservatori e riformisti - a cui aderiscono i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni - 60.

 

may macron merkel

Le elezioni europee coinvolgono più di 400 milioni di cittadini che hanno diritto al voto. L'affluenza, stimata al 51%, è stata la più alta degli ultimi 20 anni.

 

In Germania, con un'affluenza che ha superato il 60% - il livello più alto dalla riunificazione del Paese nel 1989 - l'unione di centrodestra Cdu/Csu rimane la prima forza politica con il 27,9% dei consensi, ma perde quasi 7 punti percentuali rispetto alle europee del 2014.

MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

 

Per i socialdemocratici della Spd il risultato è molto deludente: il 15,6%. I Verdi sono i veri vincitori, dati tra il 20,8% e il 21,8%, secondo partito subito dopo i popolari. L'Afd, il partito di estrema destra xenofobo, cresce rispetto al voto europeo del 2014 (7,10%), è intorno al 10%, ma perde quasi due punti percentuali in confronto alle elezioni nazionali di due anni fa, quando entrò per la prima volta nel Bundestag, il Parlamento tedesco.

 

In Spagna i socialisti del premier Pedro Sanchez si apprestano a vincere con un distacco di oltre dieci punti, secondo l'ultimo sondaggio. Il Psoe, in attesa dei primi exit poll, è dato al 28,9% e a 18 seggi, 11 in più rispetto ai popolari, che crollano, come alle politiche di aprile, ottenendo circa il 17,3% dei voti. Il partito di estrema destra, Vox, dovrebbe guadagnare 4-5 seggi con il 6.5% dei voti. L'affluenza è stata quasi del 50%, contro il 34% nel 2014.

 

TSIPRAS LEGGE IL MANIFESTO

In Francia, il Rassemblement National di Marine Le Pen, con il 23,2% dei voti ha superato la lista europeista Renaissance di Emmanuel Macron che è al 21,9%. I socialisti fermi al 7%. Bene anche in Francia il risultato dei Verdi che sono al terzo posto, con il 13% dei voti.

 

In Croazia, secondo i primi exit poll della televisione di stato, il partito conservatore Hdz, che ha un'agenda pro-Europa, ed è al governo, ha vinto quattro seggi su 12 al Parlamento europeo, leggermente al di sotto dei sondaggi, che gli assegnavano cinque seggi. Il principale partito di opposizione, i socialdemocratici, avrebbe conquistato tre seggi.

 

In Grecia, il partito del premier Alexis Tsipras, che ha guidato il Paese attraverso una drammatica crisi economica, esce sconfitto: è dato tra il 26 e il 29% dei consensi, mentre il partito conservatore Nuova democrazia è il primo con una percentuale tra il 32% e il 36% dei voti. L'estrema destra razzista di Alba dorata resta sotto il 6%. 

salvini orban

 

In Ungheria, il partito del premier nazionalista Victor Orban, Fidesz, avrebbe ottenuto il 56% dei voti, secondo quanto riportato dalla televisione di stato. Si stima che i socialisti e la coalizione democratica di sinistra abbiano guadagnato il 10% ciascuno.

 

In Danimarca, i socialdemocratici, guidati dalla leader Mette Frederiksen, sono in testa con il 22,9%, un risultato migliore di oltre 3 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2014 (19,1%). Al secondo posto, i liberali di Venstre, con il 20,5%, in aumento dal 16,7 di cinque anni fa. Crollano invece  gli euroscettici del Partito del popolo danese, dato al 13,2% rispetto al 26,6% del 2014. Il Partito socialista danese, di stampo ambientalista, otterrebbe invece il 12,3% dei consensi (+1,3%). L'ala più di sinistra del Paese è data al 9,4% con la Sinistra radicale (+2,9%) e il partito dei Rossi-Verdi al 6,2%. Il Movimento Popolare contro l'Ue otterrebbe il 4,10%, dimezzando il risultato ottenuto cinque anni fa (8,10%).

 

kurz strache

In Finlandia, secondo gli exit poll, i conservatori del National Coalition Party sono in testa con il 20,9%, seguiti dai socialdemocratici al 16,7 (che perdono così il primato ad appena un mese dalle elezioni politiche), dai Verdi al 14,4 e dal Partito di Centro. Indietro i Veri Finlandesi alleati della Lega di Matteo Salvini, che sono al 13,1%: in calo di 4 punti rispetto alle elezioni politiche di aprile che li avevano consacrati come secondo partito.

 

In Romania i primi exit poll danno testa a testa il partito socialdemocratico al governo (Psd) e il principale partito di opposizione, il Pnl (Partito nazionale liberale): entrambi si attestano, secondo i primi dati, al 25,8%.

 

In Austria i popolari dell'Oevp sono in testa con il 34,5%, davanti ai socialdemocratici, che hanno il 23,5% ed al partito di estrema destra Fpoe, che si ferma intorno al 17,5%.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…