mussolini

“GLI ITALIANI? VOGLIONO STARE SEDUTI, HANNO LE EMORROIDI…" – IN UN LIBRO LO STORICO DEL FASCISMO MIMMO FRANZINELLI VERGA UN RITRATTO DI UN MUSSOLINI IN STATO CONFUSIONALE MOSSO DA PULSIONI IRRAZIONALI E SPREZZO PER I SUOI CONNAZIONALI - "IN ETIOPIA SONO LADRI, INFEDELI O INCLINI AD ACCOPPIAMENTI INDEBITI "CON LE NEGRE" - LE OLTRE 300 LETTERE CON LA PETACCI E L’AMMISSIONE: "TUTTO VA DIVERSAMENTE DA COME AVEVO CREDUTO” - LA SPIETATEZZA CONTRO GLI EBREI: "SCHIFOSI, BISOGNA CHE LI DISTRUGGA TUTTI..."

Mirella Serri per “La Stampa – TuttoLibri”

benito mussolini

 

«Fascismo regime» o «fascismo movimento» secondo la celebre distinzione fatta dal più grande interprete della dittatura, Renzo De Felice? Fascismo fondato sull'azione risolutrice dell'arditismo dannunziano e sull'imposizione dei valori della guerra oppure «regime» caratterizzato dai compromessi con la monarchia, con la classe dirigente tradizionale e con la Chiesa?

 

Non è esattamente così: adesso a rimescolare le carte e a spiegarci i lati oscuri della personalità del Duce - che non fu mai «un grande statista», capace di progetti per uno sviluppo progressivo del Paese - arriva il nuovo libro di uno dei più noti storici del fascismo, Mimmo Franzinelli, Mussolini racconta Mussolini.

 

(...)

 

Professor Franzinelli, lei descrive non solo l'ambito privato di Mussolini ma le sue folli autocelebrazioni e le cupe zone d'ombra che condizionano la vita pubblica. Tratteggia la figura del dittatore in balia di una lucida follia che non può non impressionarci. Come è arrivato a queste conclusioni?

mimmo franzinelli

«Operando selezioni dall'Opera Omnia di Mussolini curata da Duilio e Edoardo Susmel. Ho composto un'inedita sequenza autobiografica, nella quale è arduo distinguere il pubblico dal privato.

 

Mussolini che parla o che scrive di se stesso attua falsificazioni continue della realtà. È impressionante: si tratta della costruzione sociale della menzogna come leva di comando. Cambia e modifica le sue posizioni, senza compiere mai scelte lungimiranti o che guardino all'interesse pubblico. Si muove a seconda di stati d'animo e di convenienze.

benito mussolini a torso nudo

 

Questa alterazione dei dati di realtà l'ha operata fin da quando rievoca l'infanzia: ci descrive la sua scuola con toni molto letterari e costruisce un'atmosfera dickensiana. Si tratta dei Salesiani di Faenza, dove con una disciplina militaresca istitutori sadici si sfogano contro chi non può difendersi. Benito, entratovi a nove anni come scolaro di terza elementare, è punito per le sue posizioni controcorrente.

 

(...)

 

Mussolini opera forzature della realtà anche narrando la prima guerra mondiale?

«Per tenere aggiornati i lettori, pubblica sul Popolo d'Italia un vigoroso Giornale di guerra in cui racconta tremende avventure al fronte, scontri sanguinosi e colpi di cannone. Al contrario, in privato comunica invece all'amico Torquato Nanni che si trova in luogo dove "nulla di importante accade".

 

(...)

mimmo franzinelli

 

Quel che è peggio, si autoconvincerà delle sue stesse esagerazioni, in una visione artefatta, idilliaca della Grande Guerra che influenzerà la sua visione di quella che sarebbe stata la partecipazione dell'Italia al secondo conflitto mondiale».

 

Una megalomania che porterà Mussolini a farsi carico di iniziative inutili e azzardate, con migliaia di vite umane mandate allo sbando?

«Successe ad esempio nella campagna italiana di Grecia. Nel marzo 1941 una serie di telefonate dal fronte greco-albanese mostrano l'abissale distacco di Mussolini e l'incomprensione degli avvenimenti.

 

benito mussolini nei campi

Era convinto di rinvigorire con la sua sola presenza i combattenti e di respingere la controffensiva ellenica. Dapprima è entusiasta per l'accoglienza tributatagli dalla truppa: "Mi sento ringiovanito di almeno 25 anni. Questa è veramente un'atmosfera eroica e forte e sana". Poi la visione di feriti e morti lo turba. Però insiste: "Vinceremo!

 

Questa è la vera Italia, quella che io ho voluto". Poi ammette con Claretta il crollo di ogni aspettativa: "Tutto va diversamente da come avevo creduto! La prima settimana è stata entusiasmante, accesa e viva; la seconda di attesa, di speranza, di alternativa: tutto inutile". Ma attribuirà la colpa della sconfitta agli italiani capaci di fare solo "i loro porci comodi" e non invece di sacrificarsi per l'ideale».

MIRELLA SERRI 2

 

Dal momento in cui diventa Duce, il suo Io tronfio non conosce più limite?

«Esasperato dal divario tra ambizioni e realtà, batte sempre sul nervo scoperto dei connazionali inetti: "L'entusiasmo è un'apparenza. La verità è che sono stanchi di me, che li faccio marciare. Perché loro vogliono sedere, hanno le emorroidi…".

 

Contemporaneamente confida solo in se stesso e nel suo potere. Ma le sue drammatizzazioni si scontrano sempre con quello che accade. In privato smentisce persino la retorica imperiale.

benito mussolini nei campi

 

A Claretta ricorda che i suoi uomini in Etiopia sono tutto il contrario di quello che appaiono e si mostrano ladri, infedeli o inclini ad accoppiamenti indebiti "con le negre", come il governatore Alessandro Pirzio Biroli che prediligeva le minorenni e che sarà pertanto destituito da Mussolini.

 

I commenti che riferì all'amante sull'attuazione delle leggi antiebraiche del 1938 furono spietati. Lo irritava la solidarietà dei suoi concittadini con i perseguitati. "Questi schifosi di ebrei, bisogna che li distrugga tutti...".

 

Era convinto che le sue considerazioni negative cambiassero la realtà. Pensava di risollevare i destini della guerra con i suoi discorsi - e gli yes-men che aveva intorno glielo facevano credere. Si mise persino a disegnare personalmente le divise dei gradi militari più elevati. Come se un fatto estetico potesse mutare l'andamento fallimentare del conflitto mondiale».

adolf hitler e benito mussolini a firenze

 

Il persistente senso di onnipotenza condiziona il Duce anche verso la fine della sua vita, a Salò?

 «Direi di no, prevale l'autocommiserazione e la sfiducia. Nel discorso del 24 giugno 1943 sull'emergenza italiana eccolo pronunciare una serie di strafalcioni: confonde la battigia col bagnasciuga, scambia Protagora con Anassagora. Chiederà a Claretta se si è accorta "delle gaffe... delle frasi fuori luogo". È incapace di reagire, vive in perenne stato confusionale».

 

Professore, le autorappresentazioni schizofreniche che nella fase giovanile avevano alimentato lo spirito antisistema, vitalismo, entusiasmo e fiducia, al tramonto della sua esistenza diventano stanchezza, desiderio di morte?

«Aumentano la labilità e l'insicurezza. Ma nella sua condizione di borderline, da vero megalomane Mussolini non si smentisce mai e gli rimane la propensione ad assolversi per la rovina d'Italia, presentandosi come vittima di oscuri complotti».

mussolini con un gruppo di sartemussoliniadolf hitler e benito mussolini al vertice del brennero 18 marzo 1940 ciano, ribbentrop, hitler, mussolini mussolini istituto lucemussolini gabriele d'annunzio

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…