papa francesco bergoglio comunista

IL GOLPE DEL PAPA RE - SALLUSTI: "FRANCESCO ENTRA A GAMBA TESA PER FARE APPROVARE DAL PARLAMENTO ITALIANO LO IUS SOLI. È POSSIBILE FAR CAPIRE A UN PAPA RE, PURE UN PO' MARXISTA, CHE IN DEMOCRAZIA DECIDONO I CITTADINI E NON I SOVRANI E I CARDINALI?” - L'INCONTRO CON GENTILONI E L'INTESA SEGRETA

1. IL GOLPE DEL PAPA RE

Alessandro Sallusti per ‘il Giornale’

 

 GENTILONI E PAPA GENTILONI E PAPA

Papa Francesco entra a gamba tesa per fare approvare dal Parlamento italiano lo ius soli, la legge che concede automaticamente la cittadinanza italiana a chi nasce sul territorio nazionale. È il Papa, ne ha facoltà, in fondo fa il suo mestiere, l' unico in cui alle parole non devono seguire fatti, atti, prese di responsabilità, spese e problemi.

 

Se ne sta, Bergoglio, giustamente rintanato e protetto nella sua città-Stato-fortezza e dice a noi che dobbiamo accogliere tutti senza se e senza ma. Il suo ovviamente non è un parere vincolante ma, diciamo così, ha un certo peso soprattutto alla vigilia di un dibattito parlamentare e di un voto.

 

Per questo capiamo l' imbarazzo di Gentiloni quando pochi giorni fa lo ha visto segretamente in un incontro in cui probabilmente il Papa gli anticipava l' intenzione di uscire allo scoperto per appoggiare lo ius soli.

PAPA BERGOGLIO TELEFONA ALLA GENTE PAGINA FACEBOOK PAPA BERGOGLIO TELEFONA ALLA GENTE PAGINA FACEBOOK

 

Immaginiamo difficile che il premier gli abbia replicato da statista a schiena diritta, tipo: Santità non si permetta, si faccia gli affari suoi che noi italiani da oltre centocinquanta anni siamo uno Stato autonomo dalla sua Chiesa e pure sovrano.

 

Diciamolo, pur non sapendo: più probabile che Gentiloni - come del resto fece un suo famoso avo - abbia abbozzato, ringraziato per l' interessamento e promesso un forte impegno del suo governo per esaudire un così autorevole desiderio. In cambio di cosa? Con le elezioni alle porte, e nuovi governi da varare, le vie del Signore sono infinite e ricche di sorprese per chi asseconda il regno dei cieli.

 

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E dire che in Italia i magistrati perseguono con tenacia il lavoro delle lobby che interferiscono con la politica. E da non molto è stato pure introdotto nel nostro ordinamento il reato di «traffico di influenze» proprio per impedire che qualcuno, forte della sua carica o autorevolezza, pur non commettendo reati inquini il regolare svolgimento della democrazia.

MANIFESTANTE PRO IUS SOLIMANIFESTANTE PRO IUS SOLI

 

È possibile far capire a un Papa Re, pure un po' marxista, che in democrazia decidono i cittadini e non i sovrani e i cardinali? Penso di no, del resto se la Chiesa avesse sposato questo principio Bergoglio probabilmente oggi non sarebbe sulla Cattedra di San Pietro ma pensionato in una parrocchia di Buenos Aires. Per dirla tutta, se fossimo in democrazia, neppure Gentiloni sarebbe premier. Che due non eletti provino a segnare il futuro dell' Italia è davvero cosa pericolosa.

 

 

2. L' INCONTRO E L'INTESA SEGRETA: È IL NUOVO «PATTO GENTILONI»

Fabrizio De Feo per ‘il Giornale’

 

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Ius soli subito contro la politica dei muri e della paura. L' affondo di Papa Francesco a favore dello ius soli traccia una linea di continuità con quanto detto - con molta prudenza - poche ore prima da Paolo Gentiloni al Meeting di Rimini con quel riferimento al «non aver paura di riconoscere i diritti e i doveri per chi nasce e studia in Italia».

 

Il messaggio è simile, ma se il premier utilizza colori sfumati, il Pontefice sceglie le tinte forti, spiega che al momento della nascita «va riconosciuta e certificata» la nazionalità e condanna «le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati». Inevitabile che il pensiero di molti vada alla correzione di rotta effettuata dalla Cei sui migranti.

 

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Una sorta di doppio binario con il via libera alla stretta del governo su Ong e scafisti, voluta da Marco Minniti, e la piena benedizione della legge sulla cittadinanza facile. Una sintonia che lascia immaginare una «concertazione» su questi temi, forse avvenuta in occasione di quell' incontro di un mese fa tra il premier Gentiloni e il Papa - raccontato dal Corriere della Sera - in casa dell' arcivescovo Angelo Becciu, numero due della Segreteria di Stato.

Una sorta di nuovo «Patto Gentiloni» che certifica una consolidata sintonia tra le massime gerarchie vaticane e il laicissimo premier.

 

È chiaro che per il governo e il Pd incassare il sostegno del Pontefice a una legge che, sondaggi alla mano, è invisa alla maggioranza degli italiani è un ottimo colpo. Così come certo all' esecutivo non è dispiaciuta la posizione assunta da Papa Francesco nello scorso marzo quando riconobbe che l' impegno all' accoglienza va inteso come dovere di «accogliere tutti coloro che si possono accogliere», perché «non c' è posto per tutti». Una concessione al realismo che ha aperto la strada alla svolta sul codice sulle Ong (alla cui redazione ha contribuito in maniera decisiva il centrodestra).

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Al di là delle parole ufficiali, tra applausi della sinistra e accuse di ingerenze dal fronte leghista, gli umori delle forze politiche e le letture che circolano nel Palazzo. «Gentiloni sa usare i media e dosare le parole tra accelerazioni e frenate», spiega un dirigente Pd. Detto questo, «bisogna considerare che dall' autunno il Parlamento avrà due priorità: sfornare una legge di bilancio accettabile e capire cosa fare della legge elettorale». Insomma le possibilità che il Pd voglia forzare la mano e affrontare il voto delle Camere sullo ius soli a poche settimane dalle elezioni restano ridotte.

 

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Circolano, poi, anche altre letture. C' è chi, come Fabio Torriero, direttore di Intelligonews, ricorda che Giovanni Paolo II nel libro «Memoria e identità», sosteneva che il patriottismo era come il quarto comandamento «onora il padre e la madre» e come non ci fosse contraddizione tra il patriottismo terrestre e patriottismo celeste.

 

Altra linea di pensiero, diffusa nel centrodestra, è quella che giudica questa sintonia come una sorta di trappola mediatica nella quale è consigliabile non cadere. «Papa Francesco di mestiere fa il Papa, noi siamo chiamati più modestamente a mediare tra la città di Dio e la ragioni mondane e contingenti.

 

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Non dobbiamo cadere in un trappolone che, attraverso la grande stampa, rischia di rianimare un Pd in evidenti difficoltà», dice un cattolico come Gianfranco Rotondi. Sotto traccia, però, c' è chi ricorda, con una nota di amarezza, una frase pronunciata dal Pontefice lo scorso anno: «Nella prima riunione che ho avuto con i vescovi nel maggio 2013 ho detto loro: col governo italiano arrangiatevi voi».

Linea ribadita sulle unioni civili, smentita sullo ius soli.

 

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