trump salvini

GOVERNO PENTALEGHISTA FATTO A MAGLIE - LO SCOOP DEL ‘NY TIMES’ SU CONTE? PIÙ CHE ALTRO UNA CATTIVERIA A MEZZO SEGRETARIA: IN AMMINISTRAZIONE NON LO CONOSCONO, MA LO CONOSCONO I DOCENTI - GLI AMERICANI CI DANNO GIÙ PERO’ A DENIGRARE ED ALLARMARSI SUL POPULISMO DEL GOVERNO NON ANCORA NATO IN ITALIA, COME SE NON AVESSERO ELETTO UN ANNO E MEZZO FA IL “POPULISTA IN CHIEF” DEL MONDO. O FORSE PROPRIO PER QUESTO. UN PO' COME ‘GUARDIAN’ O LA BBC, CHE…

 

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

TRUMP SALVINI

Aveva detto “Un governo 5 Stelle Lega? Sarebbe fantastico”. Arriva o no Steve Bannon a consultarsi e catechizzare il nuovo governo che forse nasce, a rassicurare sulla scelta fatta Matteo Salvini, eletto a pupillo nel Vecchio Mondo? Annunciata di là dell'oceano, la visita è stata smentita di qua, e si capisce perché quella di Bannon, canaccio trumpiano troppo spregiudicato anche per la Casa Bianca di Trump, e’ una tutela pesante. D'altra parte, sempre che il governo si faccia, la protezione dell'asse rinforzato tra Washington Londra e Gerusalemme è fondamentale per chi si voglia mettere a muso duro contro Berlino Parigi Bruxelles.

 

Tragedia populista o grimaldello contro la Merkel, fatto sta che le vicende italiane, di solito ridotte a puro folklore nella letteratura giornalistica americana, tirano, ma il corrispondente unico mondiale non si smentisce e legge tutto in negativo.

 

Non c'è solo il New York Times legato al mondo di Obama fino allo spasimo, che contro il nuovo governo, estrema sinistra insieme ad estrema destra, ha tuonato, ma soprattutto ha messo a segno uno scoop. Ripreso con clamore ed enfasi in Italia, peccato che avrebbero dovuto farlo i giornalisti italiani, si e’ rivelato più che altro una cattiveria a mezzo segretaria sul curriculum del professore Giuseppe Conte.

salvini versione trump

 

Alla segreteria della New York University infatti dicono di non conoscerlo, ma lo conoscono illustri docenti, è tutto è stato apparentemente frutto di un gioco di parole. Il professor Conte andò effettivamente alla New York University e vi studio’, e non mente quando afferma quindi che li’ tra gli altri luoghi si perfezionò, perché non scrive di aver preso a New York alcun tipo di attestato o diploma.

 

Gli americani ci danno giù pero’ a denigrare ed allarmarsi sul populismo del governo non ancora nato in Italia, come se non avessero eletto un anno e mezzo fa il populista in capo del mondo, Donald Trump. O forse proprio per questo, un po' come l’inglese Guardian o la Bbc, che tuonano contro l'ipotesi di 500mila emigranti da deportare, e sull’euroscetticismo incombente, come se l'Inghilterra non avesse votato di uscire dall'Unione Europea, e non lo avesse fatto proprio principalmente contro il sistema dell’ immigrazione. Doppiopesisti di tutto il mondo unitevi.

 

giuseppe conte luigi di maio foto lapresse

Tra i giornali economici però, una volta esaurita La retorica sugli antisistema, sui populisti, prevalgono le rassicurazioni ai mercati. Il processo di uscita dall'euro non è previsto dalla Costituzione italiana, nel senso che non è previsto un referendum, e per svolgerne uno andrebbe cambiata la Carta, scrive Bloomberg .

 

La CNBC cita il professor Giovanni Orsina della Luiss che rassicura sul possibile futuro premier, Giuseppe Conte. Sentite invece il quadro fosco nei toni del Washington Post:

“Ditemi se l'avete già sentito: un governo populista va al potere promettendo di fare cose che non può fare se vuole restare nell'euro zona, eppure dice che non vuole lasciarla. E’ quel che naturalmente è già avvenuto in Grecia nel 2015 e a dimostrazione che la crisi dell'Euro non finisce mai sul serio ma che invece prende un po' di fiato e poi torna, è quel che sta avvenendo ora in Italia”.

 

giuseppe conte foto lapresse

Il Washington Post prosegue spiegando che in Italia ne’ i governi di centro-sinistra ne’ i quelli di centro-destra sono riusciti nel compito di far funzionare l'economia, dovendo stare nei rigidi schemi dell'eurozona. Anzi, l’Italia ha fatto a malapena meglio della Grecia, e non cresce affatto dal 2004. La ragione sarebbe misteriosa, forse la struttura sclerotica delle piccole aziende e la burocrazia che impedisce loro di crescere.

 

E allora? Allora l'Italia è messa male perché si è rivolta ed affidata nella sua disperazione a due partiti anti-establishment, un caotico movimento di protesta fondato una decina d'anni fa da un comico che rappresenta la povertà del Sud, e un partito di estrema destra che si è reinventato come campione della Secessione del Nord e come “ viciously anti immigrant".

jeff bezos millennium clock

 

Stiamo pur sempre parlando del giornale di Jeff Bezos, l'uomo più ricco del mondo e qualche volta ha messo in discussione per il trattamento dei lavoratori, ma anche ferventemente democratico, anti Trump, pro emigranti, contro il muro al confine col Messico. Perciò al Washington Post anche l’Italia sembra in procinto di erigere un muro.

 

E In procinto di fallire o di far fallire l'Europa, perché da un lato l'Italia è alla mercé d'Europa perché dipende dalla Banca europea, dall'altra e’ l’ Europa ad essere alla mercé dell'Italia. Se la facesse fallire come ha fatto con la Grecia, e l'Italia decidesse di uscire dall'euro, si tirerebbe dietro tutta l'Unione perché è un'economia molto più grande di quella greca, e perché si innescherebbe un effetto domino, distruggendo 66 anni di costruzione dell'Unione.

 

trump bannon

Niente di più diverso dall'agenda trumpiana, che in qualche modo Steve Bannon dall'esterno continua a rappresentare con le sue missioni in Europa.

 

Trump ha sempre detto in campagna elettorale che non aveva idea del numero di telefono da comporre per chiamare l'Unione Europea, e che per quanto lo riguarda tratta con una nazione alla volta. In particolare non tratta con la Germania, alla quale prepara dazi. L’Europa ha tutto da rimettere dopo l'accordo che invece è stato siglato con la Cina la quale ha accettato di importare massicciamente prodotti dagli Stati Uniti.

 

 Bannon era venuto a marzo a dire che l'Italia sarebbe stata il grimaldello, la testa di ponte della nuova Europa, che un governo sovranista avrebbe l'appoggio della Casa Bianca. Vedremo.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…