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“RESTIAMO CONTRARI ALLA RIFORMA NORDIO E ALLE CARRIERE SEPARATE. LO SCIOPERO RESTA” – CESARE PARODI, NEOPRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MAGISTRATI, FISSA I PALETTI: “IL CASO LO VOI? ENNESIMO EPISODIO DI INCOMPRENSIONE. L’ANM SARÀ AL SUO FIANCO” - IL GOVERNO SI SPACCA SUL DIALOGO CON I MAGISTRATI: FORZA ITALIA DIFENDE LA NORMA SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE (LA SUA LEGGE BANDIERA) E SPIEGA ALLA MELONI PERCHE’ E’ SBAGLIATO TRATTARE CON I GIUDICI – GASPARRI PARLA DI “ESORDIO PESSIMO” DI PARODI: “LE SUE PAROLE SONO TEMERARIE ED EVERSIVE, UN’INTIMIDAZIONE AL PARLAMENTO”
Lorenzo De Cicco per repubblica.it - Estratti
Cosa può mettere sul tavolo Giorgia Meloni, per avviare davvero un «sano confronto» col nuovo presidente dell’Anm, come si è augurata ufficialmente la premier poche ore dopo l’elezione di Cesare Parodi a capo dell’associazione dei magistrati?
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Sono gli azzurri — e non è un caso — i più inquieti e sospettosi, davanti al possibile riavvicinamento tra Palazzo Chigi e Anm. Riavvicinamento per ora solo declamato, complicato da costruire dopo la sarabanda di polemiche e attacchi degli ultimi mesi. In una settimana peraltro delicata: oggi i pm di Perugia incardineranno in un fascicolo l’esposto trasmesso il 7 febbraio dal Dis contro il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, per il caso Caputi. Sempre nei prossimi giorni il Csm valuterà la richiesta dei membri laici di centrodestra, che chiedono di dichiarare «incompatibile» il magistrato che ha spedito l’avviso di garanzia a Meloni. Il clima è questo.
Secondo fonti di primo piano di governo ufficialmente «la riforma della giustizia non cambierà: si va avanti». Però, leggendo tra le righe le ultime dichiarazioni di alcuni meloniani, si nota qualche timida apertura. Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, ieri esaltava la «nuova stagione di dialogo» che potrebbe aprirsi.
(…)Galeazzo Bignami, potente capogruppo dei Fratelli alla Camera, che però ieri si augurava «il ristabilirsi di un clima di confronto costruttivo tra politica e magistratura».
Alla fine deciderà Meloni, naturalmente. Secondo fonti a conoscenza del dossier, la premier, quando incontrerà Parodi, probabilmente già in settimana, potrebbe avanzare questa ipotesi: non toccare il testo della riforma, ma lavorare insieme alla nuova Anm sui suoi provvedimenti applicativi, come quelli che riguardano le modalità di sorteggio del Csm.
Il vicepremier forzista Antonio Tajani non ha alcuna intenzione di cambiare la norma licenziata da Montecitorio meno di un mese fa. Se il Senato la toccasse, l’iter delle quattro letture ripartirebbe da zero. I tempi si allungherebbero. Possono spiegarsi anche così i toni degli azzurri all’indomani dell’elezione di Parodi, diametralmente opposti a quelli dei meloniani. Il capogruppo in Senato, Maurizio Gasparri, ieri parlava di un «esordio pessimo» del magistrato, descrivendo le sue parole come «temerarie ed eversive, un’intimidazione al Parlamento», chiedendo infine alle toghe di indossare «una coccarda rossa».
giorgia meloni nel video in cui rivela di essere indagata 2
Sulla stessa linea si muovono altri parlamentari che seguono il dossier giustizia, come l’ex ministro Enrico Costa: «L’Anm? Non sono interessati alle modifiche, ma solo al fallimento della separazione delle carriere. Sono certo che il governo non si farà risucchiare in una finta trattativa dall’esito scontato con mere finalità dilatorie». Anche per l’azzurro Tommaso Calderone «la politica non abboccherà». Trattare, secondo gli azzurri, significherebbe solo perdere tempo.
PARODI
Alessandra Ziniti per repubblica.it - Estratti
«Non ho ancora una data, spero di averla presto. Ho molto apprezzato la risposta così sollecita della presidente del Consiglio. Mi pare che stiamo partendo con il piede giusto, no?».
A conclusione del weekend romano che, a sorpresa, lo ha incoronato presidente dell’Anm, Cesare Parodi è in attesa della convocazione a Palazzo Chigi.
Presidente, pensa che quella della premier sia un’apertura nei vostri confronti?
«Innegabilmente è un fatto positivo e non posso nascondere di esserne molto soddisfatto. Mantenere aperto un dialogo è fondamentale. Il che non vuol dire che sono ottimista rispetto al fatto che le cose possano cambiare. E infatti lo sciopero del 27 resta confermato. A quella data arriveremo andando ogni giorno nelle aule di giustizia con la coccarda tricolore sulla toga e preparando le assemblee aperte ai cittadini che si terranno in ogni distretto la mattina della protesta».
(…) Sappiamo già che alcuni non aderiranno e che questo ci verrà rinfacciato».
giorgia meloni nel video in cui rivela di essere indagata 3
Cosa andrà a dire al tavolo con il governo?
«Questo lo decideremo insieme con la giunta, come qualsiasi altra mossa. Il mio mandato sarà tutto improntato all’insegna dell’unità delle correnti della magistratura, le mie idee personali non contano. Anzi chiedo scusa se, subito dopo la mia elezione, a caldo, ho annunciato l’intenzione di chiedere un incontro al governo senza essermi prima consultato con la giunta.
Ma lo sentivo come una forte esigenza. Sicuramente spiegheremo le nostre ragioni a difesa di un modello che ha funzionato bene, che ha certamente delle criticità ma che possono essere risolte. Le scelte le fa il governo, noi chiediamo solo di essere ascoltati, come tutti i cittadini organizzati o no. Intanto vediamo cosa ci dirà il governo. In base alla risposta decideremo cosa fare».
Non sarà facile riprendere un’interlocuzione con il governo dopo gli attacchi al procuratore di Roma Francesco Lo Voi persino denunciato dai Servizi segreti. Cosa pensa del caso?
«Nel merito non posso esprimermi perchè non conosco gli atti, ma l’Anm sarà al fianco del collega e se sarà necessario faremo le nostre valutazioni. Sicuramente è l’ennesimo episodio di incomprensione che si poteva risolvere altrimenti».
Tanti suoi colleghi la definiscono dialogante. È così?
«Ah, questo è sicuro. Dialogante lo sono sempre stato, sin da bambino, anzi forse persino un pò logorroico. Ma dialogante non significa che sono disposto a fare un passo indietro. L’importante però è come presentare le nostre idee».
giorgia meloni nel video in cui rivela di essere indagata 1
Ha già una proposta in merito? Diversi suoi colleghi hanno spinto sull’opportunità di affinare la vostra strategia di comunicazione. Ho sentito parlare di social media manager, di spin doctor.
«Questo lo vedremo. La cosa fondamentale è far passare il messaggio che il nostro fermo no alla riforma Nordio, alla separazione delle carriere è una difesa della giurisdizione, non di una corporazione, tantomeno dei privilegi di una casta come una certa narrazione vorrebbe».
Concetto non facile da far passare in un momento in cui la magistratura non gode di grande popolarità.
«E di questo siamo consapevoli. Per questo mi piace dire che non siamo la banda Bassotti e che non l’associazionismo, ma solo le sue degenerazioni, è da combattere. Per il resto credo fermamente che l’unico modo per essere credibili è parlare come i cittadini non come magistrati, cosa che ci fa percepire appunto come una casta che difende i suoi privilegi. Certo cittadini non qualsiasi, ma che rivendicano la competenza che ci è propria nel difendere la giurisdizione come bene comune».
Si racconti un pò a chi non la conosce ancora. Come affronta questo nuovo incarico?
«Non nascondo di essere un pò turbato ma ho una buona notizia da dare».
Ci dica.
«Sono procuratore aggiunto a Torino, mi occupo di reati contro i minori, la famiglia. Ho una moglie magistrata con cui mi piace dire di essere molto sposato (e che ora dovrà metabolizzare questo mio nuovo incarico) e due figli. Dunque, non sono un magistrato famoso e non ci tengo ad esserlo e spero che magistrati più giovani possano riconoscersi nella mia oscura laboriosità.
Penso ai colleghi che non hanno votato: è da loro che dobbiamo cominciare. L’associazione deve aprirsi oggi più che mai in questo momento in cui le difficoltà sono soverchianti. L’Anm sarà al fianco di tutti i magistrati, anche e soprattutto di quelli che non sono iscritti».
LO SPIONAGGIO SUI GIORNALISTI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
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