zingaretti letta orlando

GUERRE DEMOCRATICHE - LETTA SCIOGLIERA’ LA RISERVA VENERDI’ MATTINA MA NEL PD, SEMPRE PIU’ BALCANIZZATO, SI REGISTRANO I MAL DI PANCIA DEI SINISTRATI: L'AREA ORLANDO VEDREBBE SFUMARE LA POSSIBILITÀ DI CANDIDARSI SEGRETARIO AD UN CONGRESSO RAVVICINATO, E L'AREA ZINGARETTIANA NON VUOL PERDERE IL VOLANTE DEL PARTITO. LA TRAPPOLA PER FAR SALTARE I NERVI AGLI EX RENZIANI DI "BASE RIFORMISTA" E SPINGERLA A SBARRARE LA STRADA ALLA CANDIDATURA LETTA… - IL DAGO-SCENARIO

https://m.dagospia.com/che-fara-sotti-letta-se-accetta-si-gioca-in-un-solo-colpo-le-poltrone-pesanti-per-cui-e-in-ballo-263514

 

Laura Cesaretti per ilgiornale.it

 

ZINGARETTI LETTA

Enrico Letta è pronto a scendere in campo da salvatore della patria Pd, ma si dà 48 ore di tempo per dire sì o no.

 

«Sono grato per la quantità di messaggi di incoraggiamento che sto ricevendo, ho il Pd nel cuore e queste sollecitazioni toccano le corde più profonde», dice l'ex premier da Parigi, che però davanti alla «accelerazione inaspettata» chiede tempo per decidere. Due giorni. Che serviranno soprattutto a testare le risposte interne e capire quanto ampia e solida sarà la maggioranza pronta a sostenerlo domenica.

 

orlando

Perché sia Letta che il suo kingmaker Dario Franceschini conoscono i loro polli e pensano che il nuovo segretario debba rappresentare una svolta, sia pur soft, rispetto al recente passato, ricollocando saldamente il partito a fianco del governo Draghi, arginando i cupio dissolvi di chi tenta di fargli la fronda e archiviando la triste parentesi delle nostalgie contiane. Ma offrendo al contempo alla gestione precedente una via d'uscita morbida dal cul de sac in cui si erano infilati, senza la dolorosa necessità dell'autocritica, nonchè la garanzia di un implacabile muro anti-renziano.

 

LETTA FRANCESCHINI

Questo però vuol dire che Letta non può essere il segretario della medesima maggioranza di prima, e che il sostegno, se non proprio unanime, deve essere più largo possibile. Domenica, in assemblea, non si può andare a una conta tra correnti. Ma qui - nonostante tutti dicano che Letta è una personalità indiscutibilmente autorevole - iniziano i problemi. Quello più apparente è la resistenza della minoranza di Guerini e Lotti, che non dice «no» ma, come spiega il capogruppo al Senato Marcucci, dice che «al Pd serve un segretario ma anche un congresso, che dopo le amministrative risolva le questioni che ci portiamo dietro», e chiarisca la linea. Stesso concetto anche dai Giovani Turchi, che cercano di far venire allo scoperto Letta: «Bisogna aprire una nuova fase superando la subalternità a M5s, linea archiviata dal governo Draghi».

 

nicola zingaretti

Ma le vere resistenze a Letta arrivano dalla sinistra: l'area Orlando, che vedrebbe sfumare la possibilità di candidarsi segretario ad un congresso ravvicinato, l'area zingarettiana che non vuol perdere il volante del partito. E più in generale gli ex Pci, per i quali si rinnova un trauma simile a quello del 2013 con l'elezione di Renzi post schianto di Bersani: dover cedere le redini agli ex Ppi dopo aver portato il partito contro un muro. In questo caso, poi, la beffa della storia sarebbe completa: a prendere in mano il Pd dagli ex Pci sarebbero i due ex vice-segretari di Franco Marini alla guida del Ppi: Letta e Franceschini.

 

 

Ecco quindi che dalla sinistra interna parte un coro, volto a dire che Letta «garantisce la continuità della linea», come dice Zingaretti ai suoi, che il congresso sarà più tardi possibile, che Letta avrebbe il timbro della maggioranza uscente e che nelle future liste elettorali la minoranza verrebbe falcidiata. Qualche zingarettiano minaccia addirittura una fase di anarchia, con la presidente Cuppi (scelta dall'ex segretario) a fare la reggente in attesa del congresso. Il tutto per tentare di far saltare i nervi a Base riformista e spingerla a sbarrare la strada alla candidatura Letta. «Ma Guerini è politicamente troppo intelligente per cascarci», osserva un franceschiniano. La matassa però è ancora assai intricata, e solo venerdì mattina Letta scioglierà la riserva.

MATTEO RENZI LORENZO GUERINI

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…