HAMAS CHIEDE ANCORA TEMPO – I TERRORISTI NON HANNO SCELTA MA TEMPOREGGIANO: SANNO CHE UNA VOLTA FIRMATO L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO, E LIBERATI ALTRI OSTAGGI, AVRANNO UN’ARMA DI RICATTO IN MENO SU ISRAELE – IL MOVIMENTO È SPACCATO TRA L’ALA POLITICA DI ISMAIL HANYEH (IN ESILIO DORATO IN QATAR) E QUELLA MILITARE DI YAYA SINWAR
1. MO: MEDIA, 'HAMAS SAREBBE CONTRARIO AD ACCORDO, PIÙ TEMPO PER NEGOZIATI'
(Adnkronos) - I mediatori di Egitto e Qatar, coinvolti nei negoziati per l'accordo per il rilascio degli ostaggi trattenuti dall'attacco del 7 ottobre nella Striscia di Gaza, hanno concesso ad Hamas più tempo per rispondere all'ultima proposta, ritenendo che dal movimento potrebbe arrivare un secco 'no'.
E' quanto scrive il giornale libanese Al Akhbar, secondo cui i mediatori di Egitto, Qatar e Stati Uniti hanno ricevuto "indicazioni certe" sul fatto che al momento la posizione di Hamas è "negativa". Per questo, si legge in un articolo pubblicato dopo le indiscrezioni secondo cui la risposta del gruppo era attesa entro ieri sera, sono stati "riavviati i contatti tra Egitto, Israele e Stati Uniti" con l'obiettivo di "evitare il fallimento dei negoziati".
Nelle scorse ore l'israeliano Channel 12 aveva riferito di un'insistenza del leader di Hamas a Gaza, Yahya al-Sinwar, su tre richieste. Continuerebbe a chiedere garanzie sulla fine del conflitto, ha detto ieri sera al canale una fonte vicina al leader di Hamas. Sinwar vorrebbe un impegno nero su bianco per "la fine senza condizioni dei combattimenti".
soldati israeliani scoprono un tennel di hamas a gaza 3
Stando all'emittente, Sinwar chiede anche a Israele di non impedire il ritorno in Cisgiordania dei detenuti palestinesi che verranno rilasciati in cambio della liberazione degli ostaggi. Secondo l'ultima bozza di accordo, Israele vorrebbe trasferire i detenuti che scontano condanne all'ergastolo nella Striscia di Gaza o all'estero. Il leader di Hamas a Gaza vorrebbe anche dettagli sui materiali che Israele non vuole far entrare nella Striscia durante la ricostruzione.
2. MORTO UN OSTAGGIO, IL CORPO PORTATO A GAZA IL 7 OTTOBRE
(ANSA) - Il kibbutz di Beeri ha reso noto che l'ostaggio Dror Or, 49 anni, rapito da Hamas con due figli, è stato assassinato il 7 ottobre e il suo corpo è stato portato a Gaza dove si trova tuttora. I figli Alma e Noam sono stati rilasciati dopo 50 giorni di prigionia nella Striscia. La madre dei due ragazzi è stata uccisa il 7 ottobre nel kibbutz.
3. GUTERRES, 'IMPLORO ISRAELE E HAMAS DI RAGGIUNGERE UN ACCORDO'
massacro di hamas in israele 1
(ANSA) - "Imploro il governo israeliano e i leader di Hamas di raggiungere un accordo. Senza questo, le conseguenze della guerra, sia a Gaza che in tutta la regione, peggioreranno in modo esponenziale": lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, accolto a Santiago del Cile dal presidente cileno, Gabriel Boric, per presiedere la riunione dei direttori esecutivi dell'Onu, in corso per la prima volta in America Latina. Nel corso dell'incontro con Boric, Guterres ha inoltre chiesto nuovamente un "urgente cessate il fuoco umanitario" a Gaza, insieme "all'immediato rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi e ad un massiccio aumento degli aiuti umanitari".
4. TREGUA, SPIRAGLIO DA HAMAS "AL CAIRO CON OTTIMISMO" NETANYAHU INSISTE SU RAFAH
DONNE TENUTE IN OSTAGGIO DA HAMAS
Estratto dell’articolo di Fabiana Magrì per “La Stampa”
Le strade di Israele continuano a essere il segnale della tenuta della democrazia del Paese, ma anche quello della sua profonda divisione interna. Con il lungo striscione «O Rafah o gli ostaggi – scegliete la vita», un gruppo di manifestanti ha bloccato il traffico sull'arteria stradale in uscita da Tel Aviv.
Ritengono, dopo sei mesi di azioni militari dagli scarsi risultati […], che sia ormai evidente che «l'unico modo per salvare coloro che possono ancora essere salvati è attraverso un accordo».
massacro di hamas in israele 2
Un altro gruppo, capeggiato da parenti dei rapiti e da residenti del Kibbutz Beeri, ha occupato la strada che costeggia il quartier generale militare della Kirya, in vista della riunione del gabinetto di guerra che era stato cancellato nei giorni scorsi per le inconciliabili posizioni dei membri delle decisioni da prendere, soprattutto sull'azione militare a Rafah. Entrare nella città valico nel sud della Striscia, per buona parte della piazza israeliana, «significa abbandonare la vita degli ostaggi».
Ma ci sono anche altre voci, quelle più oltranziste, di alcune famiglie di rapiti e di soldati uccisi in azione a Gaza che, al contrario, chiedono al governo di perseguire fino alla fine l'obiettivo di sconfiggere Hamas.
Fino agli estremisti, sostenitori della destra radicale nazionalista che si identifica nei ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir e delle finanze Bezalel Smotrich, che hanno fatto infuriare il segretario di Stato Usa Antony Blinken per aver cercato di bloccare un convoglio umanitario giordano in ingresso a Gaza […].
[…] I segnali che arrivano dai capi di Hamas sono contraddittori. Si va dalle dichiarazioni più pessimistiche del dirigente Osama Hamdan che dal Libano parla di «una posizione negativa» sul documento in discussione al Cairo, all'apertura del capo politico della fazione, Ismail Haniyeh, che da Doha ha chiamato il direttore del Mukhabarat, Abbas Kamal, per informarlo che all'interno del gruppo si sta studiando «con spirito positivo la proposta di cessate il fuoco» e che al più presto la delegazione di Hamas tornerà in Egitto.
a tel aviv manifesti con le foto degli ostaggi in mano a hamas
Resta scettica la leadership israeliana, che si aspetta un ennesimo rifiuto da parte del nemico. I media citano fonti anonime della fazione palestinese secondo cui Yahya Sinwar starebbe mettendo a dura prova le capacità dei mediatori.
Avrebbe avanzato tre condizioni, tra clausole relative ai prigionieri palestinesi da far uscire dalle carceri israeliane, concessioni sui materiali che saranno ammessi nell'enclave nella fase della ricostruzione e la garanzia scritta della fine della guerra. Tanto che negoziatori arabi citati dal Wall Street Journal ritengono che il grande capo, noto con il macabro soprannome di «macellaio di Khan Yunis», creda di poter sopravvivere all'invasione di Tsahal a Rafah e «di aver già vinto la guerra».
proteste alla columbia university 4
Israele impigliato nel limbo del negoziato
Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”
Come se il negoziato fosse una tela di ragno in grado di impigliare Israele e il suo esercito, i rifiuti di Hamas alle ultime proposte di accordo puntano a bloccare lo stato ebraico da ogni mossa futura e ad aumentare la tensione su una possibile operazione a Rafah, la città meridionale della Striscia di Gaza in cui sono rimasti quattro battaglioni di Hamas, intatti militarmente e ben armati, e anche parte della leadership del gruppo.
Ogni “no” dei terroristi è un passo di Israele verso Rafah, ogni “no” è un carro armato in movimento, ogni “no” disegna degli obiettivi da colpire su un territorio il cui sottosuolo è un reticolo di tunnel in cui potrebbe nascondersi anche Yahya Sinwar, colui che finora ha pronunciato personalmente ogni rifiuto ad accordarsi con lo stato ebraico.
Yahya Sinwar in fuga nei tunnel di hamas 2
Hamas vuole imprigionare Israele nel limbo di un non-accordo. Mentre l’attenzione internazionale è su Rafah e sulle conseguenze di un attacco contro la città in cui si sono rifugiati circa un milione e mezzo di palestinesi, il gruppo della Striscia è riuscito a oscurare il dramma degli oltre centotrenta israeliani tenuti in ostaggio da duecentonove giorni.
[…] Hamas […] Cerca di guadagnare il tempo necessario per aumentare la pressione internazionale su Israele e il timore americano che un’offensiva a Rafah potrebbe avere delle nefaste conseguenze elettorali sul presidente americano Joe Biden.
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[…] Le richieste del gruppo della Striscia sono: un ritiro completo dell’esercito israeliano da Gaza e la fine della guerra. Queste due condizioni consentirebbero a Hamas di ricostituirsi, di tornare a governare la Striscia, di rafforzare il proprio potere militare e quindi di riorganizzarsi per nuovi attacchi contro Israele. Non sono soltanto gli israeliani a voler evitare il ritorno di Hamas nella Striscia, ma neppure gli Stati Uniti sono favorevoli.
bombardamenti su khan yunis striscia di gaza
L’Arabia Saudita che si prepara a una lenta ma dirompente normalizzazione nei rapporti con Israele non è interessata alla sopravvivenza di una forza che governa la Striscia con l’intenzione di iniziare una nuova guerra e secondo Bloomberg in questi mesi ha censurato ogni commento sui social relativo al conflitto. La sopravvivenza di Hamas non è nell’interesse di nessuno, neppure nella costituzione di un futuro stato palestinese. […]
attacco di hamas del 7 ottobre 3soldati israeliani scoprono un tunnel di hamas a gazabombardamenti su khan yunis striscia di gaza Ismail Haniyeh IL POLITBURO DI HAMAS TUNNEL DI HAMAS A GAZAUNA SOLDATESSA ISRAELIANA IN UNO DEI KIBBUTZ ATTACCATI IL 7 OTTOBRE DA HAMAS proteste a ramallah dopo l uccisione di saleh al arouri IL MESSAGGIO SUL LENZUOLO SCRITTO CON GLI AVANZI DI CIBO DAI TRE OSTAGGI UCCISI DALL ESERCITO ISRAELIANO attacco di hamas in israelemaya e itay regev rilasciati da hamasIRRUZIONE DEI PARENTI DEGLI OSTAGGI ISRAELIANI ALLA KNESSET