1. HILLARY: “I TRADIMENTI DI BILL ERANO ANCHE FRUTTO DEI MIEI LIMITI COME MOGLIE’’ 2. DALLE MEMORIA DELLA SUA MIGLIORE AMICA ESCE IL RITRATTO DI UNA HILLARY DETERMINATA, SPESSO SPIETATA PER SALVARE LA CARRIERA SUA E DEL MARITO: “LE SUE STRATEGIE SONO QUELLE DI UNA TAGLIAGOLE, È VENDICATIVA CON GLI AVVERSARI E SI LAMENTA CHE ALLA CASA BIANCA NON C’È NESSUNO CHE SIA ABBASTANZA DURO E CATTIVO’’ 3. NEL VORTICE DELLO SCANDALO LEWINSKY, HILLARY DIFENDE IL MARITO DAVANTI ALL’AMICA. DICE CHE “NON C’È STATO SESSO SIGNIFICATIVO”, E LUI HA CERCATO DI LIBERARSI DI MONICA. HA CEDUTO ALLE LUSINGHE DI QUESTA “LUNATICA NARCISISTA”, PERCHÉ, POVERINO, ERA SOTTO PRESSIONE A CAUSA DEGLI ATTACCHI DEI NEMICI POLITICI 4. QUESTE CONFIDENZE SONO UNO SPACCATO CHE CONFERMA TUTTE LE VOCI SU HILLARY, CIOÈ LA DONNA CHE PORTAVA I PANTALONI IN CASA, E RAPPRESENTANO INSIEME LA PIÙ GRANDE FORZA E LA PIÙ GRANDE DEBOLEZZA DELLA SUA CORSA ALLA CASA BIANCA

Paolo Mastrolilli per La Stampa

«La gente in questa città non ha davvero una soglia per la sopportazione del dolore». Così parlava Hillary Clinton, mentre lo scandalo Lewinsky e l'impeachment del marito minacciavano di distruggere la sua famiglia e le loro carriere politiche. «Era quasi allegra», notava la sua amica Diane Blair, dopo che la First Lady le aveva raccontato di essere andata in chiesa, al ristorante cinese e al teatro per vedere Shakespeare, insieme a Bill e Chelsea. Era sorpresa che i loro avversari si logorassero, vedendo come «loro non si piegano, e non danno l'impressione di soffrire».

Queste memorie sono contenute nell'archivio di Diane Blair, una professoressa di Scienze politiche che Hillary considerava la sua miglior amica. Diane è morta nel 2000, e il marito Jim ha donato tutte le sue carte alla University of Arkansas Special Collections Library di Fayetteville.

Fino al 2010 le carte erano rimaste segrete, ma ora i giornalisti conservatori di Free Beacon sono andati a guardarle, per scovare rivelazioni che potrebbero influenzare l'eventuale corsa alla Casa Bianca della ex First Lady. Hanno trovato la conferma di una donna determinata, spesso spietata, per realizzare le ambizioni sue e della famiglia. Disposta anche a giustificare le scappatelle del marito.

I documenti contengono le confidenze che Hillary faceva a Diane, e lei registrava su carta. Si comincia da un sondaggio realizzato nel 1992 da Stan Greenberg, da cui emerge che secondo il pubblico «solo una persona troppo ambiziosa politicamente, troppo forte, troppo spietata, potrebbe sopravvivere a simili controversie così bene». E stiamo parlando dei problemi dell'Arkansas, prima ancora che i Clinton andassero alla Casa Bianca.

Una volta arrivati a Washington, e finiti nel vortice dello scandalo Lewinsky, Hillary difende il marito davanti all'amica. Dice che «non c'è stato sesso significativo», e lui ha cercato di liberarsi di Monica. Ha ceduto alle lusinghe di questa «lunatica narcisista», perché era sotto pressione a causa degli attacchi dei nemici politici, e la First Lady arriva a rimproverare se stessa per l'infedeltà del marito: le scappatelle erano anche frutto «dei suoi limiti come moglie».

Hillary invece si lamentava perché il marito lasciava passare troppe cose ai suoi collaboratori: «In questa Casa Bianca non c'è nessuno abbastanza forte». Lei aveva discusso come trattare Jennifer Flowers, che doveva essere «denunciata come una frode», e si lamentava di avere intorno solo «donne piagnucolanti», mentre cercava di riformare la sanità.

Sulla Bosnia invece era contraria all'intervento, perché «laggiù si ammazzano da secoli», e quello sarebbe diventato il loro Vietnam. Queste confidenze sono uno spaccato che conferma tutte le voci su Hillary, cioè la donna che portava i pantaloni in casa, e rappresentano insieme la più grande forza e la più grande debolezza della sua possibile corsa alla Casa Bianca.

2. I DIARI DELL'AMICA IMBARAZZANO CLINTON
Massimo Gaggi per ‘Il Corriere della Sera'

«Hillary Clinton è un'amica leale e una madre devota, ma nella vita pubblica è spietata: le sue strategie sono quelle di una tagliagole, è vendicativa con gli avversari e si lamenta in privato che alla Casa Bianca non c'è nessuno che sia abbastanza duro e cattivo». Storie e leggende su una Hillary molto coriacea ne sono sempre circolate parecchie, ma queste parole sono particolarmente significative perché vengono da Diane Blair: una politologa dell'Arkansas morta nel 2000 che la ex first lady descriveva come la sua migliore amica negli anni in cui era alla Casa Bianca.

Anni nei quali le due si scambiarono messaggi e confidenze. Carteggi che a distanza di quasi 15 anni il marito di Diane, Jim Blair, ha deciso di far diventare documenti storici consegnando tutto alla biblioteca della University of Arkansas. Solo che Hillary non è ancora un personaggio consegnato alla storia: è la probabile candidata democratica alle presidenziali del 2016.

Quelle carte sono state, quindi, prese d'assalto dai cronisti. Primo atto della inevitabile rivisitazione da parte dei media dei punti più controversi della vita di Hillary e Bill. A partire dal caso più clamoroso: i rapporti che l'allora presidente ebbe con Monica Lewinsky. Si raccontò di una Hillary furiosa, ma le note lasciate da Diane Blair descrivono una first lady che, pur non giustificando il marito, lo difendeva sostenendo che aveva ceduto al peso della solitudine presidenziale, allo stress per gli attacchi politici, mentre anche lei come moglie aveva qualcosa da rimproverarsi. E liquidava la stagista come un personaggio ridicolo.

E quando nel '97 un'altra donna, Kathleen Willey, accusò Hillary di averla molestata sessualmente, Diane mandò via fax una copia dell'articolo a un assistente della Casa Bianca chiedendo solo: «Dobbiamo prendere la cosa seriamente?». Quanto alla durezza, il giudizio non era solo dell'amica ma anche del superconsulente Stan Greenberg che nel maggio 1992, durante la campagna elettorale che portò Bill alla Casa Bianca, preparò una nota interna intitolata «ricerca su Hillary Clinton» nella quale sosteneva che gli elettori ammirano la forza dei coniugi Clinton, ma ne temono anche l'eccessiva ambizione che può sfociare in prepotenza. E «mentre Bill è percepito come suadente, Hillary appare ai più spietata».

 

MINICA LEVINSKI article B A FFC x bill e monica article B x Bill Hillary Clinton Monica Lewinsky bill e hillary article x Bill Clinton Monica Lewinsky Chelsea and Bill Clinton with Diane Blair article B B x Hillary and Bill Clinton with Diane Blair article B BEF x Hillary Clinton BILL

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…