IL CASO REGENI NON FERMA IL BUSINESS - DOPO IL TIMIDO ACCENNO AI DIRITTI UMANI, HOLLANDE VA AL SODO E CHIUDE CON AL SISI CONTRATTI PER 1,5 MILIARDI: VENDITA DI ARMI, ACCORDI SU ENERGIA, INFRASTRUTTURE E TURISMO - È LA SOLITA EUROPA: FRIGNA SU DEMOCRAZIA E DIRITTI E POI VA ALL’INCASSO
Anais Ginori per “la Repubblica”
Contratti per nuovi armamenti, accordi commerciali nel turismo, cantieri nell’energia e nelle infrastrutture. Dopo il timido richiamo al rispetto dei diritti umani legato al caso di Giulio Regeni, François Hollande ricuce in fretta e conclude nuovi affari con il regime di Al Sisi.
Il secondo giorno della visita ufficiale del presidente francese è infatti occupato dal “forum” a cui partecipano una sessantina di imprenditori e rappresentanti di grandi gruppi arrivati da Parigi. L’Eliseo non ha comunicato cifre ufficiali, ma secondo dirigenti egiziani i nuovi accordi siglati tra domenica sera e ieri valgono almeno 1,5 miliardi di euro.
Il viaggio di Hollande è servito a varare l’acquisto di un satellite militare fabbricato da Airbus e Thales Alenia (partecipata da Finmeccanica) per 600 milioni di euro e a facilitare un contratto con Dcns per quattro navi da guerra. Hollande ha visitato ieri anche il cantiere per il prolungamento per la linea 3 della metropolitana del Cairo di cui si occupano i gruppi Vinci e Bouygues: un appalto di 1,2 miliardi di euro che è finanziato dall’Agenzia francese per lo sviluppo che ha concesso un prestito al governo Al Sisi, sempre più in difficoltà e sovvenzionato in gran parte dall’Arabia Saudita.
La Francia punta a occupare una posizione sempre più dominante nel paese, prendendo spazi abbandonati dagli Stati Uniti, e facendo una concorrenza neanche troppo velata nei confronti dell’Italia. Con uno scambio commerciale pari a 2,58 miliardi di euro e investimenti per 4,3 miliardi, Parigi è il sesto partner straniero dell’Egitto. «Contiamo di salire ancora qualche posizione» ha promesso Hollande. Parigi è già uno dei principali fornitori di armamenti di Al Sisi.
Nel febbraio 2015, il regime ha acquistato 24 Rafale, i caccia fabbricati da Dassault e qualche mese dopo due navi da guerra Mistral inizialmente promesse alla Russia. Sulle violazioni dei diritti umani il capo di Stato egiziano ha liquidato l’argomento spiegando che «forze malvagie vogliono distruggere il paese» e che «le norme europee non possono essere applicate in questa situazione». L’Eliseo ha fatto sapere che Hollande ha consegnato al generale una lista di quindici nomi di oppositori o persone fermate senza le necessarie garanzie.
Anche il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, in visita al Cairo, ha espresso preoccupazione. «Casi come quello del cittadino italiano ci spaventano». Gabriel ha tentato così di recuperare una gaffe. Qualche ora prima, aveva elogiato Al Sisi descrivendolo come un «presidente impressionante». Il vice-cancelliere accompagnava una delegazione di investitori tedeschi che hanno concluso una serie di accordi. A parole molti protestano, ma nei fatti i paesi europei continuano con l’Egitto business as usual.