mario draghi ursula von der leyen - g20

I DESTINI INCROCIATI DI URSULA E MARIO - VON DER LEYEN NON SA CHE FARE DA GRANDE, SE RICANDIDARSI ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA (DEVE AMMORBIDIRE LE RESISTENZE DI WEBER E PARTE DEL PPE) O ANDARE A FARE IL SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO, CON IL GRADIMENTO DEGLI AMERICANI - SE URSULA SCEGLIESSE L’ALLEANZA ATLANTICA, DRAGHI TORNEREBBE IN PISTA PER UN INCARICO DI PRIMISSIMO PIANO IN EUROPA - IL “CORRIERE”: “RACCONTANO CHE MARIO DRAGHI ABBIA RIPRESO A FREQUENTARE IL SUO SARTO DI FIDUCIA ROMANO, PER RINFRESCARE IL GUARDAROBA…”

Estratto dell’articolo di Paolo Valentino per “Sette - Corriere della Sera”

 

mario draghi ursula von der leyen

Raccontano che Mario Draghi abbia ripreso a frequentare il suo sarto di fiducia romano, per rinfrescare il guardaroba. […] Mario Draghi è ora come non mai en Reserve de l'Europe e che il suo destino è in qualche modo legato a quello dell'attuale presidente della Commissione.

 

[…] A meno di un anno dalla scadenza del suo mandato e dalle elezioni europee, Ursula von der Leyen gioca la partita della vita. […] ha iniziato l'ultimo tratto tenendo coperte le sue carte: si ricandiderà a presidente della Commissione? Ovvero, voce che circola da tempo negli ambienti europei, rimarrà a Bruxelles, ma spostandosi a Evere, nella sede della Nato, che esattamente tra un anno dovrà nominare un nuovo segretario generale dopo l'ennesima proroga accordata in luglio a Jens Stoltenberg?

URSULA VON DER LEYEN MARIO DRAGHI

 

[…] Ursula von der Leyen si tiene aperta ogni opzione […] Non era un esito scontato nel luglio del 2019, quando il Parlamento europeo ne ratificò la nomina con soli 9 voti di maggioranza, segnalando insoddisfazione […] Ursula […] è stata forgiata nelle crisi, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, ma ha anche saputo darsi un progetto ambizioso, il Green Deal.

 

È sulla scorta delle cose fatte, che von der Leyen sta facendo le sue mosse. La prima e forse più importante è mirata a tenersi buono il suo partito, il Ppe, che paradossalmente le ha fatto la guerra, cercando senza successo di far saltare pezzi importanti dell'agenda verde o addirittura lavorando per un cambio di maggioranza con le destre nel prossimo Parlamento, poi rivelatosi illusorio.

 

mario draghi charles michel ursula von der leyen

Così, quando il socialista Frans Timmermans, lo Zar del Green Deal, si è dimesso per guidare il fronte progressista alle elezioni olandesi, von der Leyen ne ha diviso l'incarico, offrendo il portafoglio di commissario all'ambiente al popolare olandese Hoekstra e la vicepresidenza al socialista slovacco Sefkovic: missione riuscita. Prima ancora c'era stata la strategia dell'attenzione verso Giorgia Meloni, che nel prossimo Parlamento europeo dovrebbe portare tra 25 e 30 deputati di FdI, i quali potrebbero essere decisivi nella rielezione di von der Leyen.

 

[…] von der Leyen per essere riconfermata non vorrebbe affrontare l'ordalia delle elezioni, candidandosi come capolista per il Ppe. Ma i popolari, in testa il loro leader Manfred Weber che nel 2019 vinse le elezioni ma venne messo da parte per far posto a lei, vorrebbero riproporre la procedura dello Spitzenkandidat, se non altro per affermare una qualche forma di controllo sulla candidata.

 

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

Poi ci sono gli infortuni di questi giorni, a cominciare dalla solidarietà incondizionata espressa da von der Leyen al leader israeliano Netanyahu dopo il brutale attacco di Hamas, non concordata con nessuno, che le è valsa una pubblica bacchettata del Consiglio europeo […] Un episodio che ha di nuovo alimentato la vecchia accusa di essere troppo decisionista, ignorare la collegialità dei commissari e forzare la mano al Consiglio. Ma per Ursula von der Leyen la partita europea corre in parallelo a quella atlantica. Se lo volesse, la segreteria generale della Nato sarebbe sua, vista la sua esperienza da ex ministro della Difesa tedesca e il palese gradimento americano. I tempi coincidono. In quel caso, dicono le voci, i vestiti nuovi potrebbero tornare utili a Mario Draghi. Anche lui decide, ma lo fa convincendo tutti che siano stati loro a scegliere.

mario draghi ursula von der leyen

Ultimi Dagoreport

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATO, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO

carlo freccero dago ferragni fagnani de martino meloni giambruno

TE LO DO IO IL 2024! - CARLO FRECCERO: “NELL’EPOCA DELLA NOTIZIA TAROCCATA, IL GOSSIP RAPPRESENTA IL PRESENTE DELL’INFORMAZIONE. E DAGOSPIA VINCE (IL 2024 È L’ANNO DEL SUO MAGGIORE SUCCESSO)’’ – ‘’ IDEOLOGIE NELLA POLVERE, IDEE NEL CASSETTO, IDEALI NEI CASSONETTI. ANCHE LA POLITICA È CONIUGATA A PARTIRE DAL GOSSIP. I DUE FAMOSI FUORIONDA DI GIAMBRUNO IN CALORE SONO DIVENTATI UN EVENTO POLITICO - DI FRONTE AL NUOVO DISORDINE MONDIALE, LA TELEVISIONE HA CHIUSO FUORI DALLA PORTA LA CRUDA REALTÀ E L’HA SOSTITUITA CON IL MONDO REALITY, IN CUI NULLA È SERIO, TUTTO È ARTIFICIO - OGGI IL VERO MISTERO DEL MONDO DIVENTA IL VISIBILE, NON L’INVISIBILE. E, COME BEN SAPPIAMO, TUTTO CIÒ CHE NON VIVE IN TELEVISIONE NON HA UNA DIMENSIONE REALE”

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…