I FRATELLI TAV: IL GOVERNO DI MAIO-SALVINI NON È ANCORA NATO, MA GIÀ CI SONO I PRIMI SCAZZI (CONCORDATI?) - LUIGINO AFFOSSA L'ALTA VELOCITÀ CON LA FRANCIA: ''INUTILE'', E A PARIGI SE NE FREGANO: ''SE L'ITALIA SI TIRA INDIETRO, CI DOVRÀ RISARCIRE. E POI CI SONO UN MILIARDO E MEZZO GIÀ SPESI, CHILOMETRI SCAVATI, 800 DIPENDENTI DA LICENZIARE'' - IL CENTRODESTRA È SEMPRE STATO PRO-TAV: SALVINI USERÀ DI MAIO PER DIRE E FARE COSE SGRADITE AI BERLUSCONES?
1. «TAV INUTILE, LO DIREMO ALLA FRANCIA» LE PAROLE DI DI MAIO DIVENTANO UN CASO
Paola Di Caro per il ''Corriere della Sera''
I Cinque Stelle annunciano lo stop ai lavori per la Tav. A sorpresa, dopo aver prima inserito il blocco nel testo, poi aver ammorbidito il passaggio anche per l' avvertimento da parte della Francia che ci sarebbero state gravi conseguenze economiche a carico dell' Italia, è Luigi Di Maio in persona a spiegare in mattinata che la linea veloce ferroviaria non si farà più: «Nel contratto c' è il blocco di un' opera che è inutile. Andremo a parlare con la Francia e gli diremo che la Torino-Lione poteva valere trent' anni fa, ma non più oggi. Non serve più», scandisce il leader dei Cinque Stelle.
Un annuncio che arriva proprio nel giorno della manifestazione dei movimenti No Tav che si è svolta a Torino, migliaia a sfilare senza incidenti ma anche senza dichiarazioni di riconoscenza a chicchessìa: «Non esistono governi amici. Nessuno si offenda», avverte il leader storico Alberto Perino. Al contrario, insorgono FI e FdI, già nei giorni scorsi molto critici per un programma che sta «facendo scomparire le grandi opere», e che ha messo nel mirino anche la grande industria siderurgica.
salvini di maio prima di essere attaccati
Sì perché, nella giornata dell' annuncio sulla Tav - per ora dalla Francia ci si limita a un no comment - dal blog del M5S arriva un altro aut aut: anche l' Ilva va verso la chiusura. «Nel contratto - si spiega nel blog - è scritto chiaramente che si lavorerà per la chiusura del' Ilva», seguendo il principio per cui «il denaro pubblico va investito sulle vere priorità del Paese, non sulle opere pubbliche inutili e dannose».
Su questo punto arriva immediata la risposta del ministro Carlo Calenda e della vice Teresa Bellanova, che tentano in extremis di riaprire il tavolo del confronto per raggiungere un accordo che eviti la chiusura della più grande acciaieria d' Europa: «Speriamo - scrivono - che le sigle sindacali che auspicavano la chiusura dell' accordo con il nuovo governo capiscano che questa strada è chiusa. Siamo disponibili a convocare immediatamente il tavolo con l' azienda per chiudere l' accordo ed evitare la più grossa deindustrializzazione del Sud degli ultimi decenni».
BLOCCHI NO TAV SULL AUTOSTRADA TORINO BARDONECCHIA jpeg
In questa doppia mossa del M5S spicca il silenzio della Lega. Solo il capogruppo del Carroccio al Comune di Torino Fabrizio Ricca insiste sulla necessità che i lavori per la Tav vadano avanti, per il resto nessuno sembra opporsi. Al contrario del centrodestra, che insorge. Le due capogruppo di FI, Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini parlano di «follia targata M5S» e di «faciloneria dialettica» a proposito della Tav, Osvaldo Napoli avverte che «a pagare saranno gli italiani» e Giorgia Meloni per FdI definisce «surreali» le parole di Di Maio e giudica «un errore gravissimo» fermare la Tav.
CANTIERE TORINO LIONE TAV VAL DI SUSA
Ma anche un azzurro non ostile al patto M5S-Lega come Giovanni Toti esprime tutta la sua preoccupazione per due decisioni come la chiusura dell' Ilva e il blocco della Tav: così, dice, si butta «un' ombra sinistra» sul futuro dell' Italia, con mosse che mettono a rischio «migliaia di posti di lavoro» e che condannano il Paese «a decrescita non felice e marginalità in Europa». Matteo Salvini, intanto, si dice «fiducioso» sul governo. Ma avverte: «Se qualcuno non rispetterà questo programma salta tutto».
2. «SE L' ITALIA ESCE DALLA TAV DEVE RISARCIRE LA FRANCIA»
Francesca Pierantozzi per ''Il Messaggero''
«La Francia va avanti come previsto. Il governo ha appena confermato il finanziamento dei lavori definitivi del tunnel»: Stéphane Guggino è delegato generale del Comitato per la Transalpina, che riunisce tutti gli attori, pubblici e privati, della Tav francese. Le vicende politiche italiane, con il Contratto del futuro governo che mette a rischio il prosieguo dei lavori, fanno discutere anche Oltralpe.
Non può credere che una coalizione nata anche per combattere gli sprechi, voglia davvero sprecare «sviluppo economico, occupazione, protezione dell' ambiente».
Nel Contratto di governo, Lega e Cinquestelle s' impegnano a ridiscutere integralmente il progetto della Linea ad Alta Velocità Lione-Torino. C' è spazio per nuove discussioni?
GIORGIO CREMASCHI E BEPPE GRILLO NO TAV
«Intanto bisognerebbe chiarire se si parla del tunnel internazionale o delle vie di accesso al tunnel. Sinceramente non si capisce. Per il momento noto che la chiusura del cantiere che si evocava in un primo momento, adesso non c' è più. E' già un passo avanti. Esistono dei trattati internazionali che sono stati firmati dalla Francia e dall' Italia.
Non vedo davvero che cosa ci sia da discutere».
Per uscire dalla Tav l' Italia dovrebbe pagare?
«Se mai l' Italia dovesse ritirarsi, sarebbe una pessima notizia innanzitutto per l' economia, per l' occupazione e per l' ambiente. Ricordiamo che l' essenziale di questo progetto è far circolare le merci sui binari e limitare il traffico dei mezzi pesanti, altamente inquinanti. E ricordiamo anche che si tratta di un progetto europeo, non soltanto franco-italiano. Poi naturalmente si può sempre discutere e dialogare. Mi sorprende che questa coalizione, eletta anche per mettere fine agli sprechi, pensi di buttare via un miliardo e mezzo di euro già spesi, 23 chilometri di tunnel già scavati e anche 800 posti di lavoro. Non portare a termine questo cantiere sarebbe il più grosso degli sprechi. Non mi pare coerente».
Poi c' è anche la questione della credibilità «Sicuro. E del prezzo da pagare.
Quando si costruisce un progetto tra partner in questo caso Francia, Italia e Europa è difficile immaginare che ci si possa ritirare unilateralmente dal progetto senza rispettare gli impegni. Mi pare ovvio che ci saranno somme da rimborsare, soldi per chiudere i cantieri e ripristinare le aree, licenziamenti da fare».
Eppure anche sul versante francese si discute. Un anno fa il ministero dei Trasporti non aveva parlato di una necessaria pausa di riflessione?
«Ma la riflessione non riguardava la linea Torino-Lione. Ricordiamo che Macron e Gentiloni al bilaterale di Lione del 27 settembre scorso dopo la pausa evocata dal ministero hanno chiaramente confermato l' impegno sui finanziamenti e sul calendario. La pausa di riflessione riguardava i tempi della sistemazione delle vie di accesso al tunnel da parte francese».
Tanto più che l' Italia sulla sistemazione delle vie d' accesso sul suo versante sta andando avanti meglio della Francia.
«Lo confermo. Gli italiani stanno lavorando benissimo».
L' idea di una linea ferroviaria ad Alta velocità tra Lione e Torino è nata alla fine degli anni Novanta. Da allora, le condizioni del traffico sono cambiate. Gli oppositori francesi al progetto sostengono che il traffico merci su strada che si vuole combattere, sta diminuendo da solo. Che la Tav non risponde più a questa necessità. Non hanno nessuna ragione?
«No. Questo è uno dei motivi che è spesso evocato per criticare il progetto ma è falso. Dopo il 2009, a causa della crisi, ovunque in Europa c' è stata una diminuzione del trasporto merci su strada. Ma si trattava di una ragione congiunturale. Dal 2014 il traffico ha ripreso a salire e in modo spettacolare, del 12 per cento. Questo significa che dal 2014 abbiamo 150mila camion in più in circolazione tra Francia e Italia».