vacanze dei politici mare spiaggia

LA POLITICA DEGLI SPIAGGIATI - COME SIAMO PASSATI DA ALDO MORO AL MARE IN GIACCA E CRAVATTA A SALVINI CHE MOSTRA I SUOI “LARDOMINALI” E A GIAMBRUNO IN MODALITÀ “PIACIONE” SOTTO L’OMBRELLONE? – FILIPPO CECCARELLI: “MAI SI VIDE FANFANI IN COSTUME DA BAGNO, NÉ ANDREOTTI, NÉ TOGLIATTI, NÉ INGRAO O PERTINI. MANCANO ANCHE IMMAGINI SPIAGGIATE DI MONTI O DI DRAGHI, A RIPROVA DI COME LA TECNOCRAZIA RIFUGGA, AL MODO DELLA SANTA SEDE, OGNI TENTAZIONE DI NUDITÀ E RECIPROCITÀ FUNZIONALE. DI MELONI, ANZI DI GIORGIA, SI SCRISSE NEL 2022 CHE IL SUO SUCCESSO CERTIFICAVA ‘LA RIVINCITA DI COCCIA DI MORTO SU CAPALBIO’. MA POI SI SA COME VANNO A FINIRE QUESTE STORIE: SE NE È ANDATA CON TUTTO IL SUO CERCHIO NERO ALLA MASSERIA ‘BENEFICIO’, NOMEN OMEN…”

Estratto dell’articolo di Filippo Ceccarelli per “il venerdì di Repubblica”

 

matteo salvini e giovanni toti con la vocalist aryfashion al papeete agosto 2016

In fin dei conti, per quel poco o quel tanto di terribilmente frivolo che impone il nostro tempo, l’estate dei politici era cominciata con l’avvistamento di Andrea Giambruno al Lido Bonavista di Porto Cesareo, deep Salento. Espressione insieme disinvolta e assorta, occhiali da sole, fisico asciutto, pettorali scolpiti, in graziosa e languida compagnia – come ti sbagli.

 

Forse, anzi quasi certamente era l’invidia dell’attempato autore di queste note a riconoscere nel personaggio un classicone stagionale della vita italiana: il tipo da spiaggia. […]

 

Naturalmente Giambruno, oltre a non aver compiuto nulla di deleterio, se ne stava beatamente per i fatti suoi e a rigore non è nemmeno un politico, ma qui casca l’asinello perché nella democrazia delle celebrities, qual è quella insinuatasi qui da noi ormai da diversi anni, anche i parenti o ex parenti dei leader rientrano – ahiloro – nella nomenklatura; e ancora di più quando vengono pizzicati in qualche stabilimento balneare.

 

aldo moro con giacca e cravatta a maccarese 1971

Vedi dieci anni fa la signora Renzi: “La moglie del premier – si potè leggere nelle articolate didascalie del servizio di Chi – mostra un corpo asciutto e tonico che farebbe invidia a molte donne più giovani, forgiato da quotidiani allenamenti di corsa, bicicletta e spinning”. Titolo: Una top model per Renzi.

 

Il quale Renzi, giusto in quella stessa estate del 2014, come tanti altri vips – che Dio li perdoni – pensò bene di mostrarsi alle telecamere mentre si rovesciava addosso un secchio di acqua ghiacciata a scopo, pensa tu, filantropico.

 

daniela santanche al twiga di marina di pietrasanta 2017

Sulla mutevole figura e l’evoluta varietà del tipo da spiaggia parecchio si è comunque visto e sentito in Italia. C’è un film di Mario Mattoli con Ugo Tognazzi che risale al 1959; esiste una canzonetta di Johnny Dorelli, pure presente nel cast di quella commedia, poi un rock demenziale degli Skiantos e un già più recente, gioioso e perfino auto-ironico brano neomelodico di Tommy Riccio, nel quale il suddetto tipo da spiaggia sceglie infine di farsi una doccia “e nun ce penz’ chiù!” – che è pur sempre una ragionevole soluzione esistenziale.

 

L’estate mediatica è ogni volta una zona franca, oleosa, accaldata e debitamente carnevalizzabile. La parete su cui qui ci si vorrebbe inerpicare senza troppi appigli è la decisa trasformazione degli uomini e delle donne della politica non solo in tipi da spiaggia, ma anche in soggetti spiaggiati, là dove l’evidente crisi che affligge la democrazia depone sull’inesorabile bagnasciuga un che di sconsolato e incapacitante.

 

arianna polgatti matteo salvini al papeete 2

[…]  in soccorso arriva nientemeno che l’archivio di Instagram, grazie alle benemerite pagine #Averageitaliankid ed #Excursus, con gallery del tipo ieri – oggi – domani e sempre: un rarissimo Moro sulla battigia con sediolina portatile, Craxi sorridente tra i flutti, Berlusca che ritira indietro la pancia e fa il forzuto, un mesto D’Alema con famigliola, Prodi che strizza gli occhi per l’acqua salata, un terrificante Fassino bianco e lungo, Fini con pantaloni mimetici e torso nudo, Santanchè in vestaglietta bianca e cappellone da cow-boy.Insomma, ci si accontenta.

 

 

giorgio napolitano con enrico berlinguer al mare all isola d elba el 1978

Non può esserci un Papeete ogni estate: la richiesta di pieni poteri, il mojito, l’inno Fratelli d’Italia con la mano sul cuore e le cubiste maculate. Era l’agosto del 2019, però è come se ancora risuonasse l’invocazione al microfono: «Tutto pronto, grande carica, allacciate le cinture, da questo momento si vola: Papeeeteeee!».

 

E a proposito di tipi da spiaggia: un’immagine ravvicinatissima scattata sulla spiaggia di Milano Marittima da due fotografi milanesi, Luca Santese e Marco P. Valli, e pubblicata ne Il corpo del Capitano (Cesura Publish) rivelò che la medaglietta al collo di Salvini mostrava sul davanti l’immagine del Sacro Cuore di Gesù e sul retro il logo smaltato del fatidico stabilimento Papeete Beach con la scritta: “Non siamo soli”.

 

giorgia meloni al mare a vindicio (formia) nel 2022

Si può sempre sperare nel Twiga di Briatore e del Pitonesso principe Dimitri Kuntz (il cognome, peraltro, del marziano di Flaiano...). Ma intanto il materiale è sterminato. La spiaggia resta terra di nessuno, forse proprio per questo offre visioni prossime alle allucinazioni. Il presidente della Camera con il cerchietto delle figlie bambine sulla testa, la ministra dell’Istruzione con le sise di fuori, il segretario (sconfitto) dei Ds che porta l’ombrellone come la croce.

 

Molto altro, a rovistare nei depositi della memoria, torna alla mente fra sconcerto, allegria, malinconia. Bossi in canotta che disegna schemini sulla sabbia, Di Maio che fa il segno di vittoria in modalità subacquea, Meloni in bikini tricolore, Formigoni in slippino che si tuffa dallo yacht turandosi il naso, Grillo con finta corona di spine sul capo, o che scava una buca, o mentre spintona un giornalista.

 

bettino craxi al mare

L’iconografia dei bellimbusti spiaggiati è insieme un rito di auto-degradazione e il frutto di un patto di mutuo riconoscimento. Da un lato sono loro che, pur di catturare la nostra curiosità, offrono con astuta naturalezza carne nuda e straccetti colorati come se volessero dirci: eccoci, per quanto celebrizzati e necessariamente esibizionisti, sulla lunga striscia di sabbia siamo come voi, diventiamo come tutti.

 

Come tutti, veramente, fino a un certo punto, perché dall’altro lato anche noi siamo diventati guardoni, e allora quelle panze, quei piedi, quei peli, quegli inutili veli, quei berrettini ridicoli sulle teste dei potenti finiscono per trasmetterci la rivelazione del selvaggio che è in loro, nel Potere, ma che cercano per tutto l’anno di nascondere. Di qui una specie di scambio simbolico per cui riconoscerli al naturale, riderne o inorridire, ci ricompensa della loro distanza, delle loro angherie e pretese di finta compostezza.

 

GIORGIA MELONI IN SPIAGGIA

Sono discorsi un po’ intorcinati, però certo non venivano in testa all’inizio di questa lunga storia, che con qualche semplicismo si fa cominciare con l’icona di Moro in grisaglia contornato da un gruppo di bagnanti a Maccarese – ciò che spinse Marco Bellocchio ad approfondire il personaggio in una serie tv.

 

Mai del resto si vide Fanfani in costume da bagno, né Andreotti, né Togliatti, né Ingrao o Pertini, mentre esiste un Berlinguer in pantaloncini e anche immerso dalla cintola in su mentre chiacchiera con Napolitano.

 

Se è per questo mancano anche immagini spiaggiate di Monti o di Draghi, a riprova di come la tecnocrazia rifugga, al modo della Santa Sede, ogni tentazione di nudità e reciprocità funzionale. E tuttavia è pur vero che il genere “politici in mutande”, con l’inevitabile ricaduta pre-fantozziana “Bruttezze al bagno”, al cui vertice si pongono certi scatti di Giovanni Leone in piscina, entrò in voga negli anni 60 grazie al maestro del rotocalco, Leo Longanesi con la serie Vecchi e Nuovi Fusti.

 

silvio berlusconi ad hammamet

La modernizzazione coincide con l’obbligatorietà dell’azione da spiaggia e arrivò, come tante altre pubbliche novità, nei primi anni 80 grazie a Bettino Craxi che ad Hammamet si concesse all’obiettivo del suo fotografo personale Cicconi a torso nudo e addirittura in pareo. Sul medesimo terreno lo inseguì rapidamente Ciriaco De Mita, a Maiori, con bimbi al seguito e un catenone al collo.

 

[…]

 

beppe grillo a marina di bibbona con corona di spine 2014

Berlusconi ovviamente fa storia a parte perché non si mischiava avendo le sue maestose dimore e i suoi privatissimi lidi – su Villa La Certosa fu apposto il Segreto di Stato. In compenso la Seconda Repubblica vide l’affermarsi dei Sirenetti, definizione che significativamente Novella2000 assegnò agli esponenti del nuovo che avanzava sulle pagine patinate dei rotocalchi e nella quale, per licenza letterale e compilativa, sia qui consentito di comprendere anche una splendida sequenza in cui Emilio Colombo, sirenetto senior, effettivamente seduto su uno scoglio veniva poi sommerso da un’onda anomala.

 

Pietra miliare del mood narcisista e incantatorio è da considerare la foto adamitica, paparazzata da yacht a yacht nel 1999, di Pierferdinando Casini che si cambiava il costume; mentre il placido nudo integrale di Nichi Vendola in qualche camping alternativo fece meno scalpore. Ma già premevano i leader e le leaderesse da spiaggia ad alto tasso di effusioni sotto l’ombrellone (Salvini) o tra gli spruzzi (Di Maio e Boschi), a testimonianza di estati insieme gaudenti e rovinose.

 

bettino craxi al mare con silvio berlusconi

Di Meloni, anzi di Giorgia, si scrisse nel 2022 che il suo successo certificava “la rivincita di Coccia di Morto su Capalbio”, ma poi si sa come vanno a finire queste storie, per cui già l’anno seguente, da presidente, prima se ne andò in un deluxe a Forte dei Marmi, 500 euri al giorno per una tenda con due lettini e teli da mare di Louis Vuitton, poi con tutto il suo cerchio nero alla Masseria “Beneficio”, nomen omen, anche se venne fuori che lì cercavano di spiarla con un drone – parenti ed ex parenti avvisati, mezzi salvati.

 

giorgia meloni al mare foto oggi giorgia meloni al mare SALVINI AL PAPEETEUN MERCOLEDI DA MELONI - MEME BY EMILIANO CARLIMATTEO SALVINI AL PAPEETE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…